Strage in Egitto contro profughi sudanesi



IL CAIRO - Dieci profughi, tra cui almeno due bambini, sono stati uccisi quando la polizia e' intervenuta con la forza prima dell'alba per evacuare un campo di duemila profughi sudanesi che protestavano su una piazza centrale del Cairo.

Dopo un paio d'ore di negoziati e dopo avere usato cannoni ad acqua, agenti in assetto antisommossa hanno fatto irruzione picchiando con manganelli i profughi, tra cui donne e bambini, da tre mesi accampati poco distanti dalla sede dell'Unhcr.

La protesta pacifica era contro la politica dell'organismo dell'Onu per i rifugiati che dopo l'accordo di pace in Sudan all'inizio anno ha sospeso le pratiche per la concessione dello status di profugo, considerando la gran parte dei sudanesi rifugiati economici e non politici. Senza lo status di profugo i rifugiati non possono lasciare l'Egitto, dove dicono di essere maltrattati.

I profughi hanno resistito alla polizia armati di bottiglie e mattoni. L'accampamento si è trasformato in un campo di battaglia, afferma in un comunicato il ministero dell'interno che parla di 10 morti e 20 feriti tra i sudanesi e 23 feriti tra gli agenti. Il ministero afferma di essere intervenuto dopo il fallimento dei negoziati e su richiesta dell'Unhcr che ha denunciato minacce contro la sua sede e i suoi funzionari. L'Unhcr non ha finora fatto commenti.

I profughi sono stati caricati su autobus e condotti in un centro di detenzione.

Sulla piazza al mattino, circondati dalle forze dell'ordine, restano brandelli di tende, valige sventrate e resti di alberi di Natale, fatti dai profughi, molti dei quali sono cristiani.

Il primo segretario dell'ambasciata sudanese al Cairo Hassan Abdel Baki ha detto che "é un diritto dell'Egitto mantenere la sicurezza". La decisione è stata presa dal governo egiziano e quello sudanese non intende intervenire.

La guerra civile in Sudan ha fatto 4 milioni di profughi.

ANSA 30.12.05