VIA GLI STRANIERI DALLA NOSTRA TERRA! CON I NOSTRI FRATELLI IMMIGRATI, CONTRO LE MULTINAZIONALI !




VIA GLI STRANIERI DALLA NOSTRA TERRA! CON I NOSTRI FRATELLI IMMIGRATI, CONTRO LE MULTINAZIONALI !


Vengono qui e ci rubano tutto. Come se non bastassero i problemi che abbiamo già, dobbiamo sopportare gente che viene da fuori e mangia sulle nostre spalle. E lo stato che li aiuta pure, spendendo soldi per loro, mentre a noi chiudono ospedali e scuole.

Vengono accolti dai nostri governi, che prendono i loro soldi dandogli in cambio cose che appartengono a tutti noi: le nostre coste, i nostri terreni e persino l’acqua che scorre dai nostri rubinetti. Così loro possono decidere di farcela pagare quanto vogliono e se non saldiamo le bollette sono pronti a togliercela in qualunque momento.

Vengono qui coi loro barconi, i loro macchinoni, jet privati, elicotteri… attraversano i nostri territori col passo deciso di chi si sente padrone e vengono ossequiati da tutte le autorità. Comprano a basso costo i frutti delle nostre campagne e poi ce li rivendono a venti, trenta volte tanto dentro i centri commerciali che nel frattempo ci hanno costruito vicino casa. Altre volte comprano a quattro soldi direttamente i terreni, sradicano gli alberi e al loro posto ci mettono centrali o altri mostri, avvelenando l’aria e la terra anche a quelli che non gliel’hanno venduta.

Sono questi, non gli immigrati che vengono qui a lavorare, che vanno additati come stranieri e che stanno mettendo noi nella condizione di stranieri nella nostra terra.

Altri stranieri, poco meno di un mese fa, si aggiravano per la piana. Venivano dalla Francia, dalla Spagna, dalla Polonia, dalla Romania… dall’Africa. Erano qui in delegazione per la “Rete europea per la difesa dell’agricoltura contadina e contro lo sfruttamento dei braccianti”.
Con le organizzazioni contadine che rappresentavano, come con l'Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma e l'Osservatorio Antirazzista Pigneto – Torpignattara, ci siamo confrontati, nella convinzione comune che il sistema di sottomissione della piccola agricoltura governato dalla Grande Distribuzione Organizzata sia lo stesso in tutta Europa, primo responsabile dello strozzamento dei piccoli contadini e del supersfruttamento dei braccianti, locali ed immigrati.
Confermando che la lotta contro questo sistema va combattuta ovunque, accogliamo e rilanciamo la proposta emersa in quei giorni di una manifestazione unitaria davanti al Ministero dell’Agricoltura a Roma in cui far convergere tutte le lotte esistenti nel Mezzogiorno agricolo italiano.

La piana di Gioia Tauro, punto più estremo del Mezzogiorno: alla periferia della crisi, il laboratorio sociale dell’utopia?

I barbari sono arrivati in questa terra molti anni fa, ne hanno succhiato il nettare risputandoci indietro lo scarto ed ora s’accingono ad esaurirne l’ultima essenza prima d’abbandonare a se stessa questa gigantesca discarica sociale a cielo aperto.
A cominciare dall’acqua, elemento primo di vita, stanno procedendo a sottrarci le risorse fondamentali alla sopravvivenza, come testimonia l’ultimo episodio avvenuto a Cinquefrondi solo alcune settimane fa. Non è casuale che il nome francese, Veolia, ricorra tra i controllori di questa e delle altre nostre risorse idriche come pure tra i gestori del ciclo dei rifiuti, attraverso discariche e soprattutto l’inceneritore di Gioia in via di raddoppio, a compromettere nell’aria l’altro elemento essenziale alla sopravvivenza. Ecco le loro ricette per il nostro territorio: rovinare la terra per produrre energia attraverso l’incenerimento dei rifiuti in un territorio che già l’energia l’esporta e non dovrebbe sopportare neppure mostri come la centrale Turbogas di Rizziconi. Senza andare poi al futuro prossimo del Rigassificatore, per cui già altre terre sono state svendute nella zona di San Ferdinando ed altre colture verranno distrutte, o del vicino Ponte sullo Stretto, già l’eterno ammodernamento dell’autostrada ha visto gli stessi colossi della megaopera, come Impregilo e Condotte d’Acqua, prendere miliardi dallo stato e lucrare sul bisogno di lavoro di quanti, come i dipendenti del Consorzio Scilla, si vedono sbattuti in mezzo alla strada da un giorno all’altro. Cose che succedono in modo molto simile al Porto di Gioia Tauro, dove la stessa multinazionale che dichiara di non aver problemi a relazionarsi con le cosche per i propri interessi, schiaccia i lavoratori che ne hanno fatto la fortuna nel ricatto di dover rinunciare ad ogni diritto per continuare a poter lavorare, pena l’abbandono dello scalo ed il ritorno della struttura nel lungo novero delle cattedrali nel deserto. Fino alla Valtur, che quest’anno chiuderà a Nicotera Marina il megavillaggio dove ogni anno rinserrava i turisti, dopo decenni di profitti realizzati appropriandosi dei nostri luoghi e del nostro mare, lasciando a casa decine di lavoratori e la costa comunque occupata dalla megastruttura.

Veramente allora ci appare come la ritrosia del paziente di fronte alla medicina urticante la paura sociale che qui si è diffusa ed è stata indotta verso la popolazione immigrata. Questa presenza ci sembra piuttosto un benefico novum, umano, culturale, sociale, in potenza anche economico, in grado di dare a questo organismo compromesso una possibilità di guarigione.

A vederla in quest‘ottica, l’apocalisse alle porte può essere vista anche come possibile nuovo inizio, a patto però che si sappia collocare ogni questione in questo scenario generale e inserire ogni percorso di resistenza e lotta nella prospettiva generale di una nuova pianificazione del territorio che passa, prima di tutto, per la riappropriazione dei beni comuni.

Per questo facciamo nostra l'istanza del referendum contro privatizzazione del servizio idrico e nucleare e accogliamo l'appello della Rete per la Difesa del Territorio Franco Nisticò a “costruire insieme un grande percorso di mobilitazione che metta fine al Commissariamento per l'emergenza rifiuti. Consegnando la gestione dei beni comuni alle popolazioni calabresi. Delle nostre vite decidiamo noi”.

 

INVITIAMO TUTTE LE REALTÁ DI SOLIDARIETÁ E LOTTA DEL MEZZOGIORNO ITALIANO AD ORGANIZZARE UN'ASSEMBLEA PREPARATORIA PER UNA GRANDE MANIFESTAZIONE DA TENERSI A ROMA DAVANTI AL MINISTERO DELL'AGRICOLTURA PRIMA DELLA PROSSIMA STAGIONE DELLE ARANCE, A PARTIRE DAL CONFRONTO SU UNA PIATTAFORMA COMUNE.

PER

-     l'istituzione di un aiuto speciale per le piccole aziende, riconoscendo la loro funzione economica, sociale e territoriale, a partire da politiche reali che contrastino il monopolio della Grande Distribuzione Organizzata e sostengano la filiera corta;

-          una campagna nazionale di boicottaggio contro la Grande Distribuzione Organizzata;
politiche di sostegno alla filiera del biologico e una moratoria alla costruzione di impianti inquinanti legati al ciclo di smaltimento dei rifiuti e alla produzione d'energia, incompatibili con l'agricoltura di qualità;

-          l'introduzione nei disciplinari dei prodotti certificati (DOP, IGP, STG, DOC e IGT e BIO) di criteri che tutelino i lavoratori, dando pari importanza alla qualità organolettica ed alla qualità sociale del prodotto;

-          l'introduzione degli indici di congruità nel settore agricolo;
politiche più efficaci contro il fenomeno sociale ed economico del caporalato, in linea con la campagna nazionale Stopcaporalato;

-          l'attuazione della condizionalità degli aiuti legati al rispetto del diritto del lavoro;
il divieto per gli stati membri di sostenere e di sovvenzionare gli agricoltori che non rispettino i loro obblighi di datori di lavoro;

-          la firma, la ratifica e l'attuazione da parte di tutti i Paesi europei della Convenzione internazionale sui lavoratori migranti;

-          la firma, la ratifica e l'attuazione da parte di tutti i Paesi europei della convenzione internazionale 184 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro;

-          la regolarizzazione dei lavoratori agricoli e lavoratori senza documenti;

-          né respingimenti né segregazione: politiche d'accoglienza diffusa basate sul recupero dell'edilizia in disuso tanto nei centri urbani quanto nelle zone rurali, contro strutture di contenimento, separazione, reclusione.



CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO E IL RITORNO AL NUCLEARE

OSSERVATORIO MIGRANTI AFRICALABRIA – ROSARNO
EQUOSUD
C.S.O.A. ANGELINA CARTELLA – REGGIO CALABRIA
KOLLETTIVO ONDA ROSSA – CINQUEFRONDI
CHIESA BATTISTA – REGGIO CALABRIA
GAS FELCE E MIRTILLO – REGGIO CALABRIA
COLLETTIVO UNIVERSITARIO uniRC
COMITATO ACQUA PUBBLICA VILLA SAN GIOVANNI

adesioni:
ARCI CALABRIA
ARCI COMITATO TERRITORIALE CROTONE
ARI - ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA
ASSEMBLEA DEI LAVORATORI AFRICANI DI ROSARNO A ROMA
ASSOCIAZIONE CULTURALE “ASKAVUSA” - LAMPEDUSA
CANTIERI SOCIALI PER CASTELNUOVO BERARDENGA (SI)
CASA DEI DIRITTI SOCIALI - COSENZA
CGIL – COMPRENSORIO DI GIOIA TAURO
CIRCOLO ARCI “PIERA BRUNO” – PAOLA (CS)
COMPRESI GLI ULTIMI - VIBO VALENTIA
COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA - REGGIO CALABRIA
CRIC – CENTRO REGIONALE D’INTERVENTO PER LA COOPERAZIONE
FIOM CGIL – REGGIO CALABRIA/LOCRI
FLAI CGIL – PIANA DI GIOIA TAURO
GAStelnuovo - CASTELNUOVO BERARDENGA (SI)
GRUPPO ACQUISTO SOLIDALE "LA MONTAGNOLA" - SOVICILLE (SI)
GRUPPO GAS DI PRESEZZO (BG)
MAIS - MOVIMENTO PER L'AUTOSVILUPPO, L'INTERSCAMBIO E LA SOLIDARIETÀ
MOVIMENTO "TERRA, ARIA, ACQUA E LIBERTÀ” - KR
OSSERVATORIO ANTIRAZZISTA PIGNETO – TORPIGNATTARA
OSSERVATORIO MIGRANTI BASILICATA
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
SINISTRA CRITICA – CALABRIA
STALKER - PRIMAVERA ROMANA
Terra e LiberAzione - SICILIA

COMITATO SANKARAXX

per adesioni: africalabria at gmail.com,  equosud at libero.it,  infoeventi at csoacartella.org