Guerra in Congo...



Title: Fides News
(Brutte) notizie da Fides
 
I cd ribelli (definizione ormai molto di moda) spalleggiati dal Ruanda (spalleggiato dagli Usa?) sono entrati a Goma in Rdc...
 
marinella
 
 
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Da: "fidesnews-it at fides.org" <fidesnews-it at fides.org>
A: Agenzia Fides <fidesnews-it at fides.org>
Inviato: Martedì 20 Novembre 2012 12:40
Oggetto: [Agenzia Fides] Fides News
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FIDES NEWS 20-11-2012
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AFRICA/KENYA - "Gli Shabaab stanno portando la loro guerra in Kenya": la preoccupazione del Vescovo di Garissa
Nairobi (Agenzia Fides) - "Garissa è completamente bloccata, mentre continuano gli scontri. Tutta la popolazione è chiusa in casa e non può uscire per comprare i beni necessari, nessuno può entrare o uscire dalla città" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Paul Darmanin, Vescovo di Garissa, nell'est del Kenya, al confine con la Somalia. "Gli scontri - spiega il Vescovo - sono scoppiati ieri, quando un gruppo armato ha ucciso tre soldati che stavano percorrendo le vie della città". Secondo la stampa keniana, i tre militari facevano parte del contingente dell'esercito keniano che opera in Somalia.
"L'esercito ha immediatamente circondato un'ampia zona della città alla ricerca dei colpevoli. Ne è nata una battaglia che dura ancora, nel corso della quale è stato incendiato il mercato cittadino e diversi negozi" prosegue Mons. Darmanin. "Gli Shabaab somali avevano promesso che avrebbero portato la guerra in Kenya, e sembra che stiano tentando di farlo" dice Mons. Darmanin. A Nairobi, nel quartiere abitato in maggioranza da somali, rimane alta la tensione per gli scontri scoppiati a seguito dell'attentato al bus dove hanno perso la vita almeno 9 persone, secondo l'ultimo bilancio (vedi Fides 19/11/2012). Mons. Darmanin sottolinea che a fare le spese di queste tensioni "sono i somali di cittadinanza keniana, che sono visti dagli altri keniani come sostenitori degli Shabaab".
"La situazione è molto complicata e chiedo la preghiera di tutti" conclude Mons. Darmanin. (L.M.) (Agenzia Fides 20/11/2012)
AFRICA/CONGO RD - I ribelli dell'M23 annunciano di essere entrati a Goma
Kinshasa (Agenzia Fides) - I ribelli dell'M23 hanno annunciato che nella mattina di oggi, 20 novembre, sono entrati a Goma, il capoluogo del nord Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo (RDC). L'M23 aveva già occupato l'aeroporto della città nei giorni scorsi ed ora, secondo le agenzie internazionali, stanno avanzando in direzione del centro di Goma, verso la frontiera rwandese.
Lo scontro tra l'esercito congolese (appoggiato dalla MONUSCO, la missione ONU nella RDC) e l'M23 sta prendendo apertamente le dimensioni di una guerra tra la RDC e il Rwanda. In una comunicazione inviata all'Agenzia Fides da alcuni operatori umanitari che sono rimasti a Goma, si afferma che poche ora fa si udivano a distanza scambi di tiri di armi pesanti tra l'esercito della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) e quello rwandese. Il governo rwandese, accusato da alcuni rapporti dell'ONU, di appoggiare l'M23, ha denunciato che l'artiglieria congolese ha colpito la città rwandese di Gisenyi, che si trova giusto di fronte a Goma. La stampa congolese a sua volta parla ormai di guerra aperta tra i due Paesi. (L.M.) (Agenzia Fides 20/11/2012)
AFRICA - Bambine "streghe", portatrici d'acqua, neonati abbandonati: dare dignità all'infanzia
Muhura (Agenzia Fides) - Tra le iniziative della Giornata Mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il Movimento Lotta Fame nel Mondo (MLFM) invita a soffermarsi sui diritti violati di bambini e adolescenti, in particolare sul fenomeno delle bambine violate fisicamente e psicologicamente, in Italia e nel sud del mondo. Per una tradizione ancestrale legata al genere, le bambine nel mondo sono doppiamente esposte. In Italia, ad esempio, si è passati da 4.319 minori vittime di violenza del 2010 a 4.946 del 2011, di cui il 61% bambine. Nel mondo si tratterebbe di circa 130-140 milioni di ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Inoltre 3 milioni di bambine rischiano ogni anno di essere sottoposte a questa pratica in 28 Paesi dell'Africa e del Medio-Oriente.
A ciò si aggiunga che su un totale compreso tra 300 mila e 1 milione e 200 mila minori sottoposti a tratta ogni anno, le bambine e le ragazze sono più della metà, mentre tra i 250 mila bambini soldato impiegati negli eserciti regolari e irregolari di 85 Paesi, 100 mila sono femmine costrette a subire violenze sessuali terribili. Si conta infine che da 500 milioni a 1 miliardo e mezzo di minori siano sottoposti a forme di violenza e maltrattamento e che, mentre i maschi sono più esposti a violenze fisiche, le femmine subiscono in maggioranza violenze sessuali soprattutto all'interno delle mura domestiche da parenti o conoscenti.
MLFM denuncia poi i continui abusi e violenze a cui vengono sottoposte le bambine congolesi, vittime di una guerra infinita e in cui ogni pretesto è buono per sottoporle a torture di ogni genere, fino all'accusa infamante di essere "streghe", il che le relega ad una vita di stenti ai margini della società, tra i mercati di Bukavu e di Goma, sud e nord Kivu. MLFM lavora con loro da quasi 15 anni, con progetti concreti di aiuto umanitario, combattendo la mortalità infantile con programmi mirati di assistenza socio-sanitaria, ma soprattutto accogliendo i piccoli abbandonati dalle famiglie in due strutture ricettive in Rwanda e nella R.D. del Congo. Centinaia le bambine "Mai Mihogo" (portatrici d'acqua) che ogni giorno cercano di sopravvivere nei mercati attorno a Bukavu vendendo bustine d'acqua ai passanti, accudite da suor Natalina con l'aiuto di MLFM. (AP) (20/11/2012 Agenzia Fides)
ASIA/PAKISTAN - Rimsha assolta, verdetto storico: ora urge una "Commissione mista" per i casi di blasfemia
Islamabad (Agenzia Fides) - E' stata assolta Rimsha Masih, la ragazza cristiana disabile mentale, accusata falsamente di blasfemia, arrestata il 16 agosto e poi liberata su cauzione l'8 settembre. Il Giudice capo dell'Alta Corte di Islmabad, Iqbal Hameedur Rehman, ha emesso questa mattina il verdetto di assoluzione piena, dichiarando "nulla" la denuncia (First Information Report) che conteneva le accuse a carico della ragazza. Il giudice si era riservato di decidere dopo l'udienza del 14 novembre, quando le parti avevano depositato le conclusioni della fase dibattimentale del processo. Questa mattina il giudice, davanti agli avvocati delle parti, ha letto le decisione, ma dovranno ancora essere pubblicate le motivazioni della sentenza. La Corte ha accolto la tesi della difesa, basate sulle dichiarazioni rese da tre testimoni musulmani che accusano l'imam Khalid Jadoon Chishti, indicandolo come l'uomo che ha fabbricato le prove per incastrare Rimsha. Il pubblico ministero ha cercato di smontare le accuse, facendo ritrattare i tre testimoni, adottando una strategia "ostruzionistica" per dilazionare al massimo i tempi del processo. Ma tale strategia è fallita.
A capo del collegio difensivo di Rimsha c'era l'avvocato musulmano Rana Hamid, che ha manifestato la sua soddisfazione e ha ricevuto le congratulazioni di tutti. Del collegio faceva parte anche l'avvocato cattolico Tahir Naveed Chaudry, che ha detto a Fides: "Il giudice ha riconosciuto l'innocenza di Rimsha e la macchinazione ai suoi danni. E' la prima volta che, nella storia del Pakistan, un procedimento giudiziario per blasfemia si conclude in questo modo. Questa sentenza costituirà un precedente e sarà molto utile per il futuro ma anche per altri casi di blasfemia presenti oggi nei tribunali".
L'avvocato ha comunicato immediatamente la notizia alla famiglia di Rimsha, attualmente in un luogo segreto, che ha espresso "felicità e commozione, per la fine del calvario".
La "All Pakistan Minorities Alliance", Ong guidata dal ministro cattolico Paul Bhatti, che ha seguito il caso di Rimsha, ora rilancia la proposta di formare una "Commissione mista", con leader cristiani, esperti, avvocati e leader musulmani che possa esaminare in via preventiva i casi di supposta blasfemia. Il fine è evitare che vicende dolorose come quella di Rimsha possano ripetersi, perché nessuno possa più abusare della legge sulla blasfemia, colpendo innocenti di qualsiasi religione. (PA) (Agenzia Fides 20/11/2012)
ASIA/PAKISTAN - Paul Bhatti: "Ha vinto la giustizia, la sentenza pro Rimsha dedicata a Shahbaz"
Lahore (Agenzia Fides) - "Questa è una vittoria per la giustizia in Pakistan. Ci abbiamo creduto fin dall'inizio. Il verdetto di assoluzione per Rimsha Masih lo dedichiamo a mio fratello Shahbaz Bhatti, che tanto si è impegnato per le vittime innocenti della legge sulla blasfemia": lo dichiara all'Agenzia Fides Paul Bhatti, Ministro per l'Armonia e leader dell'APMA ("All Pakistan Minorities Alliance"), che ha gestito il caso di Rimsha. Paul Bhatti è fratello di Shahbaz Bhatti, Ministro federale per le Minoranze, ucciso da terroristi nel marzo 2011 a Islamabad.
Paul Bhatti, visibilmente commosso dopo il pronunciamento del giudice, dice a Fides: "L'assoluzione di Rimsha è una bellissima notizia. Sono molto soddisfatto. E' un passo storico per il Pakistan. E' una sentenza che lancia due messaggi chiari al paese. Il primo è quello per la giustizia. Possiamo avere fiducia nel nostro sistema giudiziario. È importante credere nel rispetto della legalità. Il secondo è per quanti hanno usato o intendono abusare della legge sulla blasfemia per scopi personali. E' chiaro che d'ora in poi ogni abuso verrà punito, e si eviteranno tante vittime innocenti".
Bhatti dedica la sentenza a suo fratello Shahbaz, ucciso proprio perché si era speso per Asia Bibi e le vittime della blasfemia: "Sono sicuro che Shahbaz abbia guardato con favore questa vicenda da lassù. Da cattolico e da credente, sono certo della sua presenza al nostro fianco. Abbiamo lavorato in memoria di Shahbaz, anche nella strategia: dopo il caso di Asia Bibi, infatti, avevamo concordato con lui di non organizzare manifestazioni dei cristiani anti-blasfemia, ma di seguire il percorso giudiziario in tribunale. Infatti le manifestazioni possono generare le reazioni dei fanatici musulmani, e allora un caso giudiziario si trasforma in uno scontro fra cristiani e musulmani, fatto che non giova a nessuno. Invece nel caso di Rimsha abbiamo ricevuto l'appoggio di numerosi leader islamici e questo è stato molto importante per l'esito finale, apprezzato da tutta l'opinione pubblica". (PA) (Agenzia Fides 20/11/2012)
ASIA/PAKISTAN - I Vescovi: "La soluzione del caso Rimsha è un contributo alla pace e all'armonia"
Lahore (Agenzia Fides) - "L'esito del caso di Rimsha Masih, la ragazza cristiana assolta da false accuse di blasfemia, sarà un contributo per la pace, la giustizia e l'armonia interreligiosa in Pakistan", dice all'Agenzia Fides P. Yousaf Emmanuel, Direttore della Commissione "Giustizia e Pace" della Conferenza Episcopale del Pakistan. La Commissione monitora tutti i casi di blasfemia nel paese e fornisce a Fides i dati aggiornati: nel 2011 sono state incriminate 161 persone e 9 uccise in esecuzioni extragiudiziali, vittime della legge sulla blasfemia, composta dagli articoli 295b e 295c (vilipendio al Corano o al Profeta Maometto) del Codice Penale del Pakistan. Inoltre lo "Human Rights Monitor 2011", il rapporto annuale curato dalla Commissione, rende noto che fra il 1986 (anno in cui è entrata in vigore la legge) e il 2010, sono 1.081 gli incriminati per blasfemia: fra loro 138 cristiani, 468 musulmani, 454 ahmadi, 21 indù.
Il Direttore della Commissione, parlando a nome dell'Episcopato pachistano, rimarca a Fides: "Oggi è un bel giorno non solo per i cristiani, ma per tutto il paese. La difesa di Rimsha aveva argomentazioni solide e il giudice ha deciso a suo favore. Siamo felici come cattolici, ma sono felici moltissimi musulmani che hanno condiviso con noi questa battaglia di giustizia". Il caso Rimsha, infatti, nota p. Emmanuel, "ha di fatto rafforzato il dialogo interreligioso in Pakistan: in tutte le sedi, in ogni incontro, in ogni dibattito, cristiani e musulmani si sono ritrovati dalla stessa parte, in sintonia a difendere gli stessi valori di civiltà, verità, legalità e giustizia. Hanno condannato insieme gli abusi della legge sulla blasfemia che, va ribadito, oggi colpiscono per la maggioranza cittadini musulmani. Questo caso ha aumentato l'armonia interreligiosa e servirà di esempio sul giusto approccio da seguire per risolvere tutti gli altri problemi che la nazione affronta". Il Direttore indica la "lezione" della vicenda di Rimsha: "Il caso Rimsha ci insegna che, come cristiani e musulmani, siamo chiamati a lavorare insieme, nel rispetto e nella cordialità, per contrastare i fondamentalisti e gli estremisti che intendo rompere l'armonia e innescare conflitti nella società. Da parte nostra, crediamo che questo sia l'approccio del Vangelo: porsi di fronte al fratello con atteggiamento di benevolenza e amore". (PA) (Agenzia Fides 20/11/2012)
ASIA/CAMBOGIA - La salvaguardia dei diritti dei bambini dovrebbe essere prioritaria in tutti i paesi del mondo
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Si celebra oggi, 20 novembre, la Giornata Universale dell'Infanzia in un mondo dove milioni di bambini vedono i loro diritti violati ogni giorno. Secondo alcuni dati forniti da diverse agenzie e organizzazioni delle Nazioni Unite, sono 67 milioni i bambini e le bambine che non vanno a scuola; circa 200 milioni devono lavorare per sopravvivere; oltre 100 milioni lavorano in condizioni di semi-schiavitù, sono sfruttati e abusati dai rispettivi "padroni"; circa 70 mila adolescenti, tra 15 e 19 anni, sono costrette a sposarsi in giovane età e 19 mila bambini ogni giorno muoiono in tutto il mondo per cause evitabili.
Per tutelare i diritti dei più piccoli, l'Ong cattolica spagnola Manos Unidas ha lanciato un progetto in Cambogia, nel villaggio di Russey Keo, alla periferia di Phnom Penh, capitale del paese. Le famiglie che vivono in questa baraccopoli sono principalmente lavoratori con pochissime risorse, generalmente impiegati in lavori precari come la vendita ambulante, il servizio taxi (tuc-tuc), l'abbigliamento, la raccolta di spazzatura o la pesca, e difficilmente riescono a guadagnare un dollaro al giorno. Il risultato di questa devastante situazione economica e lavorativa è una infanzia assolutamente dimenticata. La maggior parte dei minori di 6 anni sono privi di assistenza sanitaria, istruzione, tutela, sostegno e attenzione da parte dei familiari. Molti devono abbandonare la scuola perchè costretti a lavorare per mantenere la famiglia, o devono occuparsi dei fratelli. I più poveri, gli orfani e i malati sono quelli che hanno le conseguenze più gravi, di solito sono vittime di abusi, maltrattamenti, vendita o traffico.
Una delle prime ong locali in Cambogia pioniera nella lotta per la difesa dei diritti primari della donna e dei bambini è stata Khemara, creata nel 1991. L'ong spagnola Manos Unidas si è unita a questa lotta collaborando nell'avvio e nel sostegno di decine di centri per l'istruzione primaria, asili, che seguono quasi 500 piccoli tra 3 e 6 anni. Qui hanno accesso all'istruzione, a tre pasti al giorno e, soprattutto, hanno un luogo sicuro dove stare mentre i genitori lavorano. Il centro ha una duplice funzione, da una parte permette ad entrambi i genitori di andare a lavorare, e aumentare il reddito familiare, dall'altra il fatto che i bambini rientrino nel sistema educativo da piccoli è quasi una garanzia perchè i genitori permettano loro di accedere successivamente alla scuola obbligatoria, consentendo un livello formativo di gran lunga superiore a quello di altri bambini che non prendono parte a questi programmi. (AP) (20/11/2012 Agenzia Fides)
ASIA/CINA - Fede ed Evangelizzazione: festa per gli 80 anni della diocesi di Feng Xiang
Feng Xiang (Agenzia Fides) - Fede ed Evangelizzazione sono state le parole chiave dell'omelia di Sua Ecc. Mons. Lucas Li Jing Feng, Vescovo della diocesi di Feng Xiang nella provincia dello Shaan Xi, per la Messa celebrata in occasione degli 80 anni di fondazione della diocesi, domenica scorsa, 18 novembre. Secondo quanto riferito all'Agenzia Fides da Faith dell'He Bei, i festeggiamenti sono stati aperti la sera della vigilia, il 17 novembre, con la preghiera, l'adorazione e la processione. La solenne Eucaristia del 18 novembre, presieduta da Mons. Lucas Li, è stata concelebrata da 43 sacerdoti, e vi hanno preso parte una settantina tra seminaristi e religiose, con circa 800 fedeli. Il Vescovo ha sottolineato il significato della celebrazione mettendolo in relazione con l'Anno della Fede e percorrendo gli 80 anni di storia della diocesi, contraddistinti da profonda dedizione e zelo missionario. Quindi Mons. Li ha invitato tutti a proseguire il cammino in comunione con la Chiesa universale, e a vivere l'Anno della Fede sulle orme dei missionari eroici che hanno segnato la storia della diocesi.
La Prefettura Apostolica di Feng Xiang venne eretta il 15 novembre 1932, divenne poi Vicariato Apostolico il 9 luglio 1942, ed infine è stata elevata a diocesi nel 1946, l'anno dell'istituzione della Gerarchia cinese. E' nota per essere stata la prima Prefettura governata da un Prefetto Apostolico francescano di origine cinese. Oggi la diocesi è suddivisa in 7 decanati e 28 parrocchie, conta 19.876 fedeli (secondo le statistiche del 2010), 38 sacerdoti (di cui 18 religiosi) e 63 religiose che appartengono a 3 congregazioni femminili (Francescane Missionarie di Maria, Suore del Sacro Cuore e Piccole Sorelle di Santa Teresa). La diocesi nasce come missione francescana e ancora oggi i devoti del Santo di Assisi continuano ad animare la vita diocesana. Nella diocesi ci sono due Santuari mariani e un cimitero per i sacerdoti cattolici. La diocesi gestisce anche diversi enti di servizio sociale come cliniche ed orfanotrofi. (NZ) (Agenzie Fides 2012/11/20)
AMERICA/STATI UNITI - Sostegno dei Vescovi per la ricostruzione e 160 progetti pastorali in America Latina
Washington (Agenzia Fides) - La Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti d'America (USCCB) ha stanziato 4,9 milioni di dollari per vari progetti in America Latina e nei Caraibi. La Sottocommissione della USCCB per la Chiesa in America Latina informa che durante l'ultima riunione tenuta a Baltimora, nel Maryland, è stato approvato lo stanziamento di 2,3 milioni di dollari per 160 progetti pastorali nella regione e di 2,6 milioni per la ricostruzione di una scuola e di una chiesa ad Haiti.
"Il sostegno ai progetti pastorali è parte della solidarietà verso i nostri fratelli e sorelle dell'America Latina" ha detto il Presidente della Sottocommissione, l'Arcivescovo di Los Angeles, Sua Ecc. Mons. José H. Gomez. "Abbiamo lavorato diligentemente per sostenere anche la Chiesa di Haiti, del Cile e ora di Cuba, nella ricostruzione delle infrastrutture delle comunità religiose colpite da gravi terremoti e uragani" ha osservato l'Arcivescovo.
Nella nota inviata all'Agenzia Fides si legge che il Presidente del gruppo dei consulenti della Sottocommissione, l'Arcivescovo di Miami, Sua Ecc. Mons. Thomas Wenski, ha detto di essersi preso del tempo per individuare i meccanismi più efficaci per la ricostruzione, ma ora è giunto il momento di dare il via alla fase concreta. La Sottocommissione ha inoltre approvato l'assegnazione di fondi per la ricostruzione di diverse chiese a Cuba, danneggiate dall'uragano Sandy, che ha colpito lo scorso ottobre l'isola caraibica (vedi Fides 06/11/2012). (CE) (Agenzia Fides, 20/11/2012)
AMERICA/COLOMBIA - Tregua unilaterale annunciata dalle Farc, ma il dialogo per la pace continua
L'Avana (Agenzia Fides) - Ieri, lunedì 19 novembre, sono riprese a Cuba le trattative di dialogo per la pace fra i rappresentanti del governo Colombiano e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane). La delegazione delle FARC, rompendo il protocollo concordato, arrivata all'ingresso del Centro che ospita il dialogo, ha dato lettura di un suo comunicato annunciando un cessate il fuoco unilaterale per il Natale, dalla mezzanotte di martedì 20 novembre fino al 20 gennaio 2013. Il comunicato sottolinea "la cessazione di tutti i tipi di operazioni militari offensive contro le forze di sicurezza, e gli atti di sabotaggio contro le infrastrutture pubbliche o private", come una decisione presa per "accogliere il grido di pace dei colombiani". Il comunicato afferma inoltre che la tregua unilaterale è "un segno della volontà di creare un ambiente politico favorevole al progresso dei colloqui".
Il Governo colombiano, attraverso il Ministro della Difesa, Juan Carlos Pinzón, ha confermato la sua posizione e ha detto che continuerà a combattere i guerriglieri perché è "suo dovere". In una breve conferenza stampa, Pinzon ha dichiarato che continuerà a perseguire coloro che hanno violato tutte le norme e hanno tolto la vita a tanti connazionali. Questa linea di azione segue la posizione assunta dal Presidente Santos, il quale prima dell'incontro a l'Avana aveva affermato che i colloqui non sarebbero stati accompagnati da un "cessate il fuoco" da parte del governo, fin quando non si ponga fine al conflitto. Secondo i dati raccolti da Fides, la posizione del governo è motivata da analoghe esperienze di vecchia data: ogni tregua chiesta dalla guerriglia è servita per rafforzare le sue linee e rifornirsi di armi senza alcun controllo.
Intanto i dialoghi per la pace continuano anche oggi, esaminando i punti fissati dall'agenda: la proprietà delle terre e lo sviluppo rurale, la partecipazione politica e l'opposizione, la fine del conflitto armato, il narcotraffico e il risarcimento delle vittime (vedi Fides 18/10/2012). (CE) (Agenzia Fides, 20/11/2012)
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