Re: PER PAOLA e ALTIMARI



Cara Paola, qualche volta ho cercato di dialogare su questa nostra grande
tragedia, la guerra fratricida, (sostenuta dall'esterno). Anche nell'ultimo
convegno su Srebrenica il mese scorso qui a Roma, al quale ho voluto
illustrare le parole di un mio amico, musulmano bosniaco alias bosgnacco
(Questa e la denominazione che usano ora; bosnjak e no bosniaco che
corrisponde a  bosanac, cittadino della Bosnia ed Erzegovina. Altrimenti va
"a finire" come era nel periodo della guerra che la maggior parte, anche dei
semplici cittadini italiani, si facevano la ragione che i serbi di Bosnia
erano occupatori. Ho aperto questa parentesi visto che anche te fai questa
confusione). Dunque stavo parlando del mio amico che mi contatò perchè ne
voleva uscire da quel inferno. Alla mia domanda dove era finito suo fratello
mi rispose: "Ma sta lì a Zagabria. Con gli ustascia di Tudjman!". Allora mi
domando cosa potrebbe dire la madre che vede i propri figli combattere uno
contro l'altro?!
E colgo occasione di ringraziare Altimari per la sua risposta, che conferma
proprio quello che stanno facendo i media che contano e varie organizzazioni
internazionali; Indicare soltanto una parte colpevole.
 Invece di dialogare in base a questo aspetto:
"Delle disgrazie della gente e del popolo della Bosnia ed Erzegovina ci sono
già tonellate di documenti. Ogni etnia cerca di convincere il mondo e se
stesso di avere la maggiore vittima e di essere oggetto delle bestialità
degli altri. Le NU raccolgono ed hanno la loro documentazione, l' UE la
propria, il Tribunale per i crimini in Jugoslavia la propri-ssima (N.d.t.).
Riguardo a ciò i fantocci del Nuovo ordine mondiale piazzano le prove dei
delitti secondo il loro rendiconto che nel momento addatto vogliono ottenere
sul piano diplomatico e sul "terreno". Malgrado fosse molto difficile
attestare
tutta la verità sulle vittime e crimini commessi di una, l'altra, la terza
parte. Sicuramente i musulmani bosniaci hanno il maggior numero dei morti. I
musulmani diventavano vittime dei serbi ,dei croati e dei stessi musulmani,
imprigionati,
 cacciati e donne stuprate. Tra i serbi, almeno 20.000 sono morti in
uniforme, e almeno 40.000 civili. Diventavano vittime dei musulmani e dei
croati. I croati morti in B ed E sono stati 15.000. Morti questi molti di
più  nei scontri coi musulmani che contro i serbi..."
(Da "Hrvatska ljevica" - mensile di sinistra croato, n. 10, del 1995).

E proprio opportunno ricordare alcune domande di una mia amica, nostra
compagna scomparsa:
"Tu ex jugoslavo/a, sai dirmi dove ora è la frontiera tra té e tuo
marito/moglie,
tra té e i tuoi figli?
Dove sono sepolti i tuoi? Nella tua stessa Repubblica, o se no, puoi andar
visitarli senza avere dei problemi?...."    Ivan
_________________________________________________________________

----- Original Message -----
From: "Paola Maccioni" <masterpaola at libero.it>
To: <balcani at peacelink.it>
Sent: Sunday, July 10, 2005 8:52 PM
Subject: PER IVAN e ALTIMARI


>
> Una mia amica serba odia con tutte le sue forze e, purtroppo, non riesce a
> non testimoniare questo odio ai propri figli,  i bosniaci. Suo marito, un
> uomo di pace, è stato ucciso a tradimento.
>
> Una mia amica bosniaca è pazza di dolore per la morte di suo marito: un
> cecchino serbo l'ha preso in pieno. Il suo dolore è sordo e resistente al
> tempo, come un virus che muta in continuazione.
>
> Hanno in comune me, la nostra amicizia, e gli sforzi che faccio per
> raccontare ad entrambe il loro dolore comune, la loro vita uguale, senza
> speranza, una vita in cui c'è solo ricordo di morte e non c'è futuro.
>
> Non ho proprio ricette miracolose, ma credo che la pietà e il velo
> trasparente che l'accompagna, senza nascondere o negare la storia, possa
> essere un mezzo per iniziare a vivere in pace. A vivere, non a parlare di
> pace. Perché a parlarne siamo già in troppi, tutti quelli che non hanno
> conosciuto sulla propria pelle il dolore che è sempre unico e
> incommensurabile per ognuno che lo vive. Noi usiamo le nostre parole per
> parlare di pace. Per soddisfare il nostro bisogno di pace. E ci
schieriamo,
> perché fa parte dell'essere uomo lo schierarsi, da una parte o dall'altra.
> Ma per favore, anche se siamo convinti di avere la RAGIONE, cerchiamo di
non
> schiacciare l'altro che, secondo noi, non ce l'ha. Parliamo di pace, molte
> volte, con estrema violenza.
>
> I figli delle mie amiche si conoscono e le famiglie non lo sanno. È una
mia
> forzatura, forse un mio errore. Si frequentano perché li porto insieme a
> prendere il gelato. Perché parliamo delle cose che piacciono ai bambini.
> Perché credo che la pace passi attraverso il silenzio, soprattutto quando
si
> ha bisogno di dimenticare il rumore della guerra. Silenzio non vuole dire
> dimenticare. Non vuole dire nascondere. Vuol dire agire pietosamente verso
i
> tanti che soffrono e che, sembrerà strano, molte volte non chiedono il
tipo
> di giustizia che noi ci aspetteremo.
>
> La storia e la giustizia faranno il loro corso. I parenti dei martiri di
> Stazzema hanno avuto giustizia. Ora. Tremendamente in ritardo,
sicuramente,
> ma nel frattempo hanno continuato a vivere e a non odiare.
>
> E nel silenzio sulla guerra e nel parlare delle "identità" comune di
esseri
> umani che cerco di insegnare la pace. Io che non conosco la guerra e la
> divisione. Devo insegnare e testimoniare la tolleranza. Vorrei portare il
> meglio della nostra cultura democratica. aiutatemi a crederci.
>
> Fate in modo ce ogni data non diventi motivo di odio e divisione. O
> d'incomprensione e rabbia.
>
> paola
>
>
> --
> Mailing list Balcani dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/balcani/maillist.html
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
>