Rapporto di Amnesty sul Kosovo: "Le lezioni da ricordare"



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COMUNICATO STAMPA
CS12-2008

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SUL KOSOVO: 'LE LEZIONI DA RICORDARE'

Mentre l'Unione europea si prepara a prendere una decisione sul suo ruolo
in Kosovo, Amnesty International chiede che i crimini di guerra e contro
l'umanita' commessi durante il conflitto della fine degli anni '90 non
siano lasciati impuniti.

In occasione del lancio di un suo nuovo rapporto, l'organizzazione per i
diritti umani ha sollecitato le autorita' internazionali e kosovare a
concludere e rendere pubblico l'esame dei risultati ottenuti dagli organi
di giustizia locali e internazionali nella punizione dei responsabili dei
crimini di guerra, contro l'umanita' e interetnici e a mettere a
disposizione le sentenze e gli atti processuali relativi.

'A sette anni dall'inizio degli sforzi delle Nazioni Unite per ricostruire
il sistema giudiziario kosovaro, centinaia di casi di crimini di guerra,
contro l'umanita' (inclusi lo stupro e le sparizioni forzate) e
interetnici rimangono irrisolti. Centinaia di casi sono stati chiusi per
mancanza di prove, che non sono state acquisite in modo rapido ne'
efficace. I parenti di alcune delle persone scomparse sono stati ascoltati
piu' volte dalla polizia e dai pubblici ministeri internazionali ma, ad
oggi, non riscontriamo progressi nei procedimenti'- ha dichiarato Sian
Jones, ricercatore di Amnesty International sul Kosovo.

Una delegazione di Amnesty International, in visita in Kosovo nel novembre
e dicembre scorso, ha incontrato esponenti del Gruppo di programmazione
dell'Unione europea, della Missione delle Nazioni Unite Unmik (inclusi i
responsabili della polizia e del sistema giudiziario) e delle
Organizzazioni non governative locali e internazionali che monitorano
l'attivita' degli organi di giustizia internazionale. I delegati hanno
constatato che i processi continuano a subire ritardi a causa della
carenza di giudici e pubblici ministeri internazionali, dell'eccessiva
mole di lavoro arretrato, della mancanza di un sistema efficace di
protezione dei testimoni e di servizi a supporto delle vittime di stupro e
di altri crimini di natura sessuale.

Dopo il conflitto del 1999, in quella che all'epoca era una provincia
della Repubblica Federale di Jugoslavia, il sistema giudiziario civile e
penale ha subito un collasso. Sebbene la giurisdizione del Tribunale
penale per l'ex Jugoslavia sia stata estesa anche ai crimini commessi in
territorio kosovaro, e' stato subito chiaro che esso avrebbe trattato solo
un numero limitato di casi. Le Nazioni Unite, conseguentemente, hanno
elaborato il Programma giudici e pubblici ministeri internazionali, con
l'obiettivo di incorporare un piccolo gruppo di giudici e pubblici
ministeri internazionali nel sistema penale locale.

Nel suo rapporto Kosovo (Serbia): una sfida per rimediare al fallimento
della missione Onu sulla giustizia, Amnesty International analizza i
risultati del Programma alla luce di quanto prevedono le norme e gli
standard internazionali sul diritto a un equo processo e sul diritto delle
vittime a ottenere giustizia e una piena riparazione. Secondo Amnesty
International, l'esperienza del Kosovo e' una lezione da tenere presente
qualora si volessero in futuro sviluppare iniziative simili. Ha
innanzitutto mostrato la necessita' di integrare con una componente
internazionale un sistema giudiziario nazionale reso incapace di operare
dal collasso subito in seguito a un conflitto.

'Purtroppo, sette anni di Programma giudici e pubblici ministeri
internazionali hanno disatteso le aspettative. I giudici e i pubblici
ministeri locali non hanno ancora acquisito una competenza adeguata sui
casi di crimini internazionali. Vi sono ritardi nella riforma del sistema
giudiziario, indispensabile per poter trattare questa tipologia di
crimini. Infine, la mancata individuazione di un termine finale per il suo
 ripristino, non gli permette di affrancarsi dal supporto dei giudici e
pubblici ministeri internazionali' - ha commentato Said Jones.

A parere di Amnesty International, quella di 'internazionalizzare' i
tribunali locali mediante la coesistenza temporanea di personale
internazionale e locale nell'ambito del sistema giudiziario interno, e'
ancora oggi, e lo sara' per lungo tempo, l'unica soluzione per garantire
le attivita' investigative, la persecuzione dei crimini internazionali, la
riparazione per le vittime e il ristabilimento dello stato di diritto
attraverso la ricostruzione del sistema giudiziario.

Tuttavia, in ragione dei numerosi limiti che il Programma giudici e
pubblici ministeri internazionali ha presentato sin dall'inizio, l'esempio
del Kosovo, salvo considerevoli modifiche, non potra' essere di
riferimento per eventuali tribunali 'internazionalizzati' da realizzare in
futuro.

Per questo motivo, il rapporto diffuso oggi da Amnesty International
raccomanda una serie di riforme essenziali, la cui urgente adozione, da un
lato permettera' all'Unione europea di apportare al sistema giudiziario
del Kosovo quei benefici che dovrebbe fornire la presenza di personale
internazionale, e dall'altro agevolera' il compito dell'Onu nella
definizione di un eventuale sistema giudiziario di transizione.

A meno che queste raccomandazioni non siano attuate nel piu' breve tempo
possibile, la prospettiva di una pace duratura in Kosovo basata sul pieno
rispetto dei diritti umani sara' seriamente pregiudicata.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 gennaio 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it






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