FIRMATO ACCORDO DI PACE TRA GOVERNO E RIBELLI DOPO OLTRE VENT'ANNI



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      FIRMATO ACCORDO DI PACE TRA GOVERNO E RIBELLI DOPO OLTRE VENT'ANNI / 2
     Peace/Justice, Brief
    
    
      L'accordo, firmato in una cerimonia al 'Nyayo National Stadium' della capitale del Kenya, conclude un estenuante negoziato avviato nell'ottobre 2002 sotto la forte pressione della comunità internazionale. Il nord - a maggioranza araba e musulmana - potrà mantenere in vigore la Sharìa (legge islamica) mentre il sud - a prevalenza animista e cristiana - avrà diritto a un periodo di sei anni di autonomia, con proprio governo ed esercito, al termine dei quali ci sarà un referendum per l'indipendenza. Un'intesa è stata definita anche per la spartizione dei proventi petroliferi al 50% tra le due parti, per la formazione di una nuova forza armata e per la partecipazione dei ribelli dello Spla all'esecutivo di Khartoum. Secondo alcune fonti lo stesso Garang - leader della ribellione indipendentista, che secondo alcuni avrebbe gestito in modo troppo personale questi anni di lotta armata - potrebbe assumere già da febbraio la carica di vicepresidente del Sudan. La pace firmata oggi tuttavia non comprende un accordo sul Darfur, la regione occidentale del Paese dove dal marzo 2003 milizie arabe locali - chiamate 'Janjaweed' - sono accusate di violenze e vessazioni con l'appoggio dei soldati governativi contro la popolazione civile nera, mentre almeno tre gruppi armati locali combattono contro l'esercito. La firma di oggi a Nairobi dovrebbe porre fine al conflitto iniziato nel 1983, quando lo Spla prese le armi contro il governo di Khartoum per rivendicare maggiore autonomia dai centri di potere arabi del nord. In realtà, al di là delle effettive differenze religiose e culturali tra le due parti, uno dei motivi di contrasto in oltre vent'anni di guerra è sempre stato rappresentato dagli enormi giacimenti petroliferi, che si trovano soprattutto nel sud Sudan. Secondo le stime più diffuse, due milioni di persone sono morte a causa della guerra - soprattutto per fame e malattie - e 4 milioni di civili sono sfollati in altre zone del Paese. Sembra che molti dei profughi interni si stiano preparando per tornare nel Sud.
      [CO]