Premio Balducci a RAWA. il Programma ufficiale, la lettera di P. Di Piazza




 

PROGRAMMA della giornata del 25 aprile 2009 - Consegna del Premio “Onore e Dignità - E. Balducci”

 

E di seguito potete leggere un messaggio di Pierluigi Di Piazza e le motivazioni per la consegna del premio a RAWA.

 

 

Sabato 25 aprile 2009, ore 17.00 - Zugliano - Centro E. Balducci - sala mons. L. Petris

 

Interventi:

 

·         Pierluigi Di Piazza - Responsabile del Centro E. Balducci

 

·         Mary Bricker Jenkins - The Poor People’s Economic Human Rights Campaign (PPEHRC), (USA)

 

·         Guadalupe Rodriguez - Salva la Selva, (Germania)

 

·         Stanley Mwaura Nderitu - Necofa, (Kenya)

 

·         Carlos Alberto Ruiz - Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotà, (Colombia)

 

·         Consegna del riconoscimento a Maryam Rawi rappresentante delle donne afgane dell’Associazione Rawa

 

·         Libertad Sanchez Gil - Asociación por la Recuperación de la Memoria Histórica de Mérida y Comarca presenta ufficialmente la costituzione del “Comitato della me­moria delle vittime” .

 

Messaggio di Pierluigi di Piazza

 “RICONOSCIMENTO E ONORE E.BALDUCCI” all’impegno coraggioso per la giustizia, la pace, la salvaguardia dell’ambiente vitale.

Durante il convegno del settembre 2008, in collaborazione con la Rete di Alternative e con la partecipazione di una settantina di persone provenienti da diversi luoghi del Pianeta in rappresentanza di altrettante comunità è emersa la proposta di riconoscere e onorare anno dopo anno una persona, o un gruppo, o una comunità o un’associazione o un’istituzione che a livello mondiale, nell’ambito della rete di resistenze e solidarietà viva, presente, in relazione, si segnala per il coraggio dell’impegno di denuncia, di proposta, di iniziative e di scelte operative che possono diventare riferimento, esemplarità, incoraggiamento e sostegno.

La consegna del riconoscimento si svolgerà ogni anno al Centro Balducci di Zugliano (Udine- Italia), non in modo formale, ma come incontro di riconoscimento, di conoscenza, di riflessione, di rilancio dell’impegno; anche di festa intesa come espressione di sintonie, reciprocità, sostegno reciproco.

È stata scelta la data del 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal fascismo, coinvolgimento nel cammino di necessarie, continue liberazioni da ingiustizie, oppressioni, guerre, discriminazioni, razzismi in diversi luoghi del Pianeta.  È anche il ricordo della data della morte, il 25 aprile 1992, di p. Ernesto Balducci uomo di pace, per riprendere il significato delle sue parole scolpite sulla pietra della sua tomba: ”Gli uomini del futuro o saranno uomini di pace o non saranno”, perché si distruggeranno, perché non saranno degni di essere considerati umani, se non costruttori di pace”.

Il riconoscimento viene assegnato su indicazione, a maggioranza, dei componenti il Comitato della rete internazionale formato da: Comisión Intereclesial de Justicia y Paz de Bogotà, (Colombia) Salva la Selva, (Germania), Madres de Plaza de Mayo, Linea Fundadora, (Argentina) NECOFA, (Kenya), HIJOS  (Argentina)  RAWA ( Afghanistan)  National Federation of Dalit Women( India) The Poor People's Economic Human Rights Campaign (PPEHRC)  USA, WAFDI Iraqui Al- Amal Association, Kirkuk, (Iraq) e il Centro Balducci, Italia.

Consiste in una targa con il nome e della motivazione, contrassegnata da un simbolo creato dall’artista Francesco Altan. 

Per il 2009 il riconoscimento sarà consegnato all’organizzazione RAWA, un’associazione di donne dell’Afghanistan impegnata da anni in modo coraggioso e perseverante contro la guerra, per i diritti umani, uguali per tutte le persone, a cominciare dalle donne, in concrete azioni di solidarietà. Maryam RAWI verrà al Centro Balducci per ricevere a nome di RAWA il riconoscimento.

 Per evidenziare la dimensione planetaria saranno presenti alcune altre persone: Stanley Mwaura Nderitu, Necofa (Kenya), Guadalupe Rodriguez, Salva la Selva (Germania), Mary Bricker Jenckins, PPEHRC (Usa) Carlo Alberto Ruiz, Justicia y Paz (Colombia). “Il riconoscimento e onore E. Balducci” si pone come segno importante ed eloquente di una società  e di un mondo interdipendenti, pluralisti, multietnici, plurireligiosi; segno di una Regione Friuli Venezia Giulia aperta al mondo, abitata dal mondo.

 

La motivazione per la consegna del Premio a RAWA

RAWA (Revolutionary Association of Women of Afghanistan), l'Associazione Rivoluzionaria delle Donne d'Afghanistan, nacque nel 1977 a Kabul, in Afghanistan, come organizzazione socio-politica indipendente di donne afghane in lotta per i diritti umani e la giustizia sociale in Afghanistan. Fu fondata da un gruppo di donne intellettuali afghane guidate da Meena, assassinata nel 1987 a Quetta, in Pakistan, dagli agenti afghani dell'allora KGB, in connivenza con i fondamentalisti di Gulbuddin Hekmatyar. L'obiettivo di RAWA era coinvolgere un crescente numero di donne afghane in attività politiche e sociali volte ad ottenere diritti umani per le donne e contribuire alla lotta per la ricostituzione in Afghanistan di un governo basato su valori democratici e secolari. Nonostante l'opprimente atmosfera politica, RAWA fu ben presto coinvolta in molteplici attività in ambito socio-politico, comprendenti sia istruzione, sanità ed economia, che attività politica. Dopo l'occupazione sovietica dell'Afghanistan nel dicembre 1979, RAWA fu direttamente coinvolta nella resistenza e chiese fin dall'inizio democrazia e secolarizzazione. Nonostante gli orrori e 'oppressione politica, l'interesse per RAWA e la sua influenza crebbero e un numero crescente di attiviste di RAWA fu inviato a lavorare tra le donne rifugiate in Pakistan con attività di assistenza sanitaria, con corsi di alfabetizzazione e l’avviamento professionale. Le manifestazioni contro gli invasori sovietici e i loro alleati e, più tardi, contro i fondamentalisti, e le denunce dei loro tradimenti e dei loro crimini hanno caratterizzato le attività politiche di RAWA, con conseguenti minacce di morte per le attiviste.  Con lo scopo di diffondere le proprie opinioni e i propri obiettivi e di dare alle donne afghane consapevolezza sociale e politica riguardo ai loro diritti e alle loro potenzialità, RAWA pubblica dal 1981 una rivista bilingue (persiano/pashtu), Payam-e-Zan (Messaggio delle donne). Per coloro che non parlano persiano o pashtu sono disponibili supplementi in urdu e in inglese. Dopo il rovesciamento del regime fantoccio installato dai Sovietici nel 1992, l'obiettivo principale della lotta politica di RAWA è rivolto in generale contro la politica e le atrocità dei fondamentalisti e dei talebani nei confronti del popolo afghano e, più in particolare, contro il loro atteggiamento maschilista nei riguardi delle donne. A parte le sfide politiche che RAWA deve affrontare il lavoro sociale e di conforto soprattutto alle donne e ai bambini, profondamente traumatizzati è enorme. Le attività sono purtroppo ridotte per mancanza di fondi.

 

Rawa vive profondi contenuti che comunica e insegna, soprattutto ai bambini/e e ai giovani: il rispetto di ogni essere umano, indipendentemente dalla lingua, religione, razza, colore; il rispetto di ogni fede religiosa  e delle persone che in essa si riconoscono; il rispetto di tutti i gruppi etnici esistenti in Afghanistan, della loro lingua e cultura;

della loro pari dignità; la conoscenza di altre comunità del Pianeta e la stima per tutti coloro che hanno dato la loro vita per la giustizia e la libertà, considerandoli di esempio; riconoscimento e rispetto della pari dignità della donna, in alternativa ai gruppi fondamentalisti che trattano le donne come esseri inferiori; il rispetto per tutte le persone portatrici di infermità fisica, mentale, emozionale e la promozione di buone relazioni con loro; il rispetto e la promozione dei diritti dei bambini/bambine e della loro crescita armonica. E ancora l’attenzione, la premura e la cura per la Madre Terra e tutti gli esseri viventi; l’impegno a liberarci dell’aggressività e della violenza, evitando anche tutte le situazioni che invece le sostengono e le diffondono. E ancora il rispetto al valore della vita, in concreto: l’onestà, la decenza, la semplicità, l’unità, l’amore, la pazienza, la responsabilità, il rispetto e l’aiuto agli altri, l’apertura e la comprensione delle loro idee; la serenità di tutti. E ancora: il rispetto per la propria famiglia e per quella degli latri, la dignità e la saggezza delle persone anziane appartenenti alla grande famiglia umana a cui tutti apparteniamo. Concorre sempre al bene comune con la partecipazione, il dialogo, il tributo della diversità: liberandosi dai pregiudizi, nel rispetto della libertà e della diversità di persone e gruppi, rapportando sempre giustizia e libertà. E promuove costantemente la pace, liberandosi dalle forze militari e dai fondamentalisti che ne fanno uso, a partire dall’Afghanistan, con riferimento a tutti i conflitti del Pianeta.

 

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