Cosa facciamo per la Conferenza sull'Afghanistan a Trieste?




Sull’argomento si possono contattare:

 

Francesca Novati; francesca.novati at yahoo.it

Arianna Damiani: ariannadamiani at gmail.com

Daniela Birsa: daniela.birsa at gmail.com

 


To: italiarawa at yahoogroups.com
From: francesca.novati at yahoo.it
Date: Tue, 12 May 2009 09:19:27 +0000
Subject: [italiarawa] MARTEDI 26 MAGGIO, INCONTRO PUBBLICO SUL G8 ESTERI DI TRIESTE

Martedì 26 maggio alle ore 20

presso il circolo KNULP via Madonna del mare 7/a, Trieste

Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afgane e A SUD ecologia e cooperazione onlus

Vi invitano ad una Tavola Rotonda sul G8 Esteri che si terrà a Trieste dal 25 al 27 giugno 2009

In occasione della consegna del premio Balducci (http://lists.peacelink.it/conflitti/2009/04/msg00012.html) consegnato lo scorso 25 aprile a RAWA, l'attivista afghana Maryam Rawi ha sottolineato nel suo discorso che "la quantità di stupri all'ordine del giorno testimonia il grado di discriminazione e violenza che esiste attualmente in Afghanistan. Le statistiche dimostrano che si è arrivati ad una percentuale altissima di suicidi, aumentati in maniera esponenziale negli ultimi tempi, quello che si legge sui quotidiani internazionali è una percentuale irrisoria rispetto a quello che accade quotidianamente in Afghanistan".
Ma la scarsa quantità di notizie pubblicate sulle testate nazionali non riguarda soltanto la condizione femminile, sono altresì taciute le quantità giornaliere di bombardamenti e azioni militari compiute dalle forze armate occidentali nella cosiddetta "lotta preventiva al fondamentalismo" e il numero reale delle vittime civili.
Eppure anche le poche notizie che riescono a sfondare il muro del silenzio basterebbero per suscitare oltre ad un sentimento di indignazione, una volontà di reazione alle fallimentari e dannose strategie "interventiste" attuate dal governo italiano in Afghanistan.
Citiamo solo alcuni degli ultimi atroci eventi:
- nel novembre 2008 estremisti islamici contrari all'alfabetizzazione della donna bloccano all'uscita della scuola un gruppo di studentesse gettando loro in faccia acido corrosivo.
- la conferma anche in appello (12 febbraio 2009) della condanna a 20 anni di prigione per Parwiz Kambakhsh, il giovane giornalista accusato di avere scaricato da Internet e stampato un articolo che metteva in discussione il ruolo tradizionalmente assegnato alle donne nell'Islam.
- la promulgazione della legge riguardante il diritto di famiglia all'interno della minoranza sciita degli Hazara che vieta alle donne di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima ricevuto il permesso dal consorte e che di fatto autorizza lo stupro coniugale. Un corteo di 300 donne, attiviste per i diritti umani, scese tra le strade di Kabul per protestare contro la legge è stato letteralmente preso a sassate.
Per giungere ai drammatici fatti dei primi di maggio: l'omicido della bambina da parte delle truppe italiane ad Heart e la strage di Bala Buluk nella quale hanno perso la vita, secondo i funzionari governativi dei villaggi colpiti più di 145 civili, mentre per le autorità militari USA e afghane si tratta di un numero imprecisato di morti seppelliti in fosse comuni.
E' evidente che nell'Afghanistan odierno si è scelto di mettere in secondo piano il lavoro per la ricostruzione di un sistema democratico e per la salvaguardia dei diritti umani, generando un'inevitabile escalation di violenza, di corruzione e di generale instabilità; a ciò si aggiunge che i Talebani, sfruttando l'atteggiamento ambiguo ed arrendevole assunto dal governo afghano e dei suoi alleati internazionali, si sono straordinariamente rafforzati.
In un'intervista datata 21 aprile 2009, il Ministro Frattini ad una domanda inerente le strategie che il governo italiano ha intenzione di attuare in Afghanistan, si è espresso in questi termini: "L'Italia sta facendo moltissimo in Afghanistan, nelle settimane scorse abbiamo annunciato un ulteriore incremento militare di truppe - 240 unità, più aerei e elicotteri - nell'ambito della missione Isaf della Nato oltre a rafforzare l'assistenza di ricostruzione e sviluppo nella regione di Herat. Con l'iniziativa "Afghanistan-Pakistan" riguardante le attività di cooperazione transfrontaliera e con la sessione di `outreach' dell'incontro dei ministri degli Esteri G8 a fine giugno a Trieste, pensiamo di apportare un contributo davvero significativo che ci viene del resto costantemente riconosciuto dal presidente Karzai».
Da queste parole si deduce facilmente che il governo persiste nel favorire una soluzione militare che esclude ogni ragionevole altra forma di sostegno e di intervento.
Per noi continua, invece, l'urgenza di un confronto per trovare insieme modalità "altre", azioni, messaggi da trasmettere all'opinione pubblica nei giorni del vertice.

 

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