Re: Stati insulari del Pacifico discutono sul cambio climatico (4-6 agosto)



Caro Danilo,
 
Hai proprio centrato la definizione dell'essere umano, noi umani siamo come ciocchi di legno accatastati pronti da farsi ardere, altri sono come le pecore che si seguono senza sapere dove vanno.
 
C'è gente che si batte per un mondo migliore ma non trova consensi perchè le masse sono convinte di seguire il proprio destino in mano a provetti speculatori.
 
Segue una mia lettera inviata alla Presidente della Confindustria, ma non risponde, non trova il tempo da dedicare al cambiamento del sistema che ci sta dirigendo come ciocchi di legna da ardere.
 
Milano, 13 Luglio 2009.                (LETTERA RACCOMANDATA A/R.)

 

 Spett.le Confindustria

Viale dell’Astronautica, 30

00144 ROMA.

 

Alla cortese attenzione del Presidente Dott. Emma Mercegaglia.

 

 

Oggetto: Importante scoperta Scientifica a beneficio dell’Industria Nazionale.

 

 

Illustrissima Presidente Mercegaglia,

 

In data 4 Maggio 2009, ho inviato alla Sua cortese attenzione una proposta sommaria per lo sviluppo di una importante scoperta che reputavo potesse interessare al paese.

 

Sino ad oggi sono trascorsi due mesi e non ho avuto il piacere di una risposta, indistintamente: di approvazione o disinteresse, per essere libero di proporre il progetto altrove per il mondo verso nazioni interessate allo sviluppo reale del progresso.

 

Mi rendo conto che la crisi ha parzialmente arrenato il settore della produzione all’esportazione spaventanto il mondo industriale Italiano già in grave deterioramento a causa dei costi ecessivi della Politica, ma se continueremo a gettare nel cestino valide proposte per una ripresa, ben presto il paese si troverà in maggiori difficoltà economiche.

 

Le speranze riposte sui vari G8 – 14 – 20 ecc., a mio avviso sono soltanto un escamotage, come il fabbro disoccupato che di tanto in tanto batte il martello per dimostrare che è molto impegnato a lavorare.

 

Per discutere i problemi del mondo abbiamo la sede ONU che raccoglie tutte le rappresentanze del pianeta, senza creare Cartelli limitati per accentrare il potere e allontanare le speranze di socializzazione Globale.

 

Per la ripresa del paese, non è necessario attendere che il Governo o i Governi decidano come e quando rimboccarsi le maniche, per riprendere il giusto cammino reso frastagliato e corrotto dalle Politiche di Globalizzazione imposte dalle Democrazie eccessivamente libertarie e non conformi alle richieste dell’elettorato.

 

Restando nell’attesa di una risposta, Illustrissima Presidente, colgo l’occasione per rinnovarle i miei distinti ossequi.

 

Anthony Ceresa

 Da: Laboratorio Eudemonia <eulab at hyperlinker.com>
A: dirittiglobali at peacelink.it; conflitti at peacelink.it; nodo-bz at liste.retelilliput.org
Inviato: Martedì 4 agosto 2009, 21:14:27
Oggetto: Re: Stati insulari del Pacifico discutono sul cambio climatico (4-6 agosto)



>Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
>www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090804it.html
>
>Stati insulari del Pacifico discutono sul cambio climatico (4-6 agosto)
>L'innalzamento del livello del mare potrebbe sommergere le isole del
>Pacifico - Otto milioni di indigeni rischiano l'esodo



Ci si doveva pensare prima. Negli ultimi quarant'anni la popolazione del pianeta Terra è RADDOPPIATA.

Questo significa una cosa ben precisa. Noi umani siamo come ciocchi di legno. Più ci accatastiamo gli uni sugli altri più il fuoco della nostra economia arde vorace. Se negli ultimi decenni vi è stata una crescita economica così elevata da bruciare quasi tutte le risorse del pianeta non lo si è dovuto ad un fantomatico "capitalismo" che si è creato da solo, dal nulla.

L'ipercrescita economica è stata generata esattamente dall'ipercrescita demografica.
Il focaraccio economico si è alimentato dell'accatastamento demografico.

Entrambi i fenomeni hanno avuto la stessa intensità, la stessa velocità. Ed a nulla poteva servire, ed a nulla è servito, l'immaturo approccio ambiental/associazionista di cercare di spegnere i mille e mille focolai d'iperconsumo e d'inquinamento senza portare alla pubblica attenzione, affinché le popolazioni decidessero responsabilmente, l'origine riproduttiva di tutti i nostri mali.

Senza diffondere la consapevolezza demografica nulla di buono poteva succedere e nulla di buono è successo.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso, si potrebbe dire. Se non fosse che saranno i più deboli i primi a patire per l'irresponsabile condotta, causata innanzitutto dagli innumerevoli professori e professoresse accaparratori a vita di importanti ruoli pubblici, dagli statali, che mai in quarant'anni hanno alzato la mano in segno di allarme, anzi al contrario hanno quasi sempre incolpato di tutto il nemico "capitalismo".

Che i più deboli alfine sappiano: quelli che si mostrano "buoni" sono spesso peggiori di quelli che appaiono "cattivi".


Danilo D'Antonio


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