rassegna stampa: SEMENTI DA SALVARE



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 17/01/05
SEMENTI DA SALVARE
Chi coltiva (o vuole coltivare) varietà di piante antiche e fuori commercio
può rivolgersi all'Associazione civiltà contadina
Nei cataloghi italiani di sementi, ancora nel 1988, si trovavano quelle per
il melone «Banana», lungo 50 centimetri con pelle giallognola, buonissimo di
sapore e a forma - appunto - di grossa banana.
Scomparso da allora dai nostri mercati, questo frutto è sopravvissuto in
Canada - grazie ai semi portati nel 1920 da un emigrato italiano - ed è ora
a disposizione degli agricoltori di tutto il mondo. Un altro «desaparecido»
vegetale, però non più recuperato, è il sedano violetto, così descritto in
un catalogo della ditta Sgaravatti del 1934, l'ultimo anno in cui esso
appare: «Produce grosse coste carnose, tenere, violette, assai gustose».
Ma la storia veramente più gustosa - fuor di metafora - è quella del «Jimmy
Nardello's Pepper ».
Giuseppe Nardello, partito da Ruoti, piccolo villaggio della Basilicata,
sbarcò nel 1887 negli Stati Uniti portando con sé un sacchetto di semi dei
«suoi» peperoni, per ricordare così il «sapore» del paese natale. Nel 1983,
un suo discendente, Jimmy Nardello, ormai anziano, chiamò l'associazione
americana Seed Savers Exchange, che si occupa del salvataggio di varietà e
razze coltivate in via di estinzione e le donò i semi di questo ortaggio a
lui così caro, semi che oggi fanno parte delle 1.200 razze di peperoni
conservati dall'associazione.
La Convenzione mondiale sulla biodiversità, lanciata nel summit
sull'ambiente di Rio de Janeiro nel 1992, oltre ad avere come scopo la
salvaguardia dell'infinita varietà di specie animali e vegetali selvatiche,
dovrebbe preservare anche quella creata, nei millenni, dal lavoro di
selezione di milioni di coltivatori di tutto il mondo.
Un'opera umile e misconosciuta che ha portato a ottenere dalle piccolissime
spighe di mais delle altitudini andine, coltivate dagli Incas, le stupende
pannocchie di oggi.
E dalle graminacee selvatiche del Medio Oriente utilizzate dai primi
agricoltori del Neolitico, le spighe di frumento che biondeggiano nei nostri
campi.
Come ricorda Alberto Olivucci, nel suo libro «Salva i semi», chi conserva
varietà di piante antiche e fuori commercio dovrebbe mettersi assolutamente
in contatto con i seed savers, oggi rappresentati in Italia
dall'Associazione civiltà contadina di Cesena (info at civiltacontadina.it).
Corriere della sera
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