rassegna stampa: CARNE, CONTRO LA CRISI ARRIVANO I GRUPPI D'ACQUISTO



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
-----------------------------------
 tratto da "Green Planet" - 27 Lug 2005
CARNE, CONTRO LA CRISI ARRIVANO I GRUPPI D'ACQUISTO
Pacchi famiglia di carne a marchio doc inviati in tutta Italia

Un percorso di qualità è il sentiero su cui corre Tirrenia Carni srl, l’
azienda sanvincenzina attiva nel settore della macellazione dal 1967. Undici
addetti e un fatturato di oltre 4 milioni di euro, che cresce anche grazie
al canale dei gruppi di acquisto solidale. «Si tratta di famiglie che
scelgono di fare la spesa in modo congiunto - spiega Lorenza Masera titolare
dell’impresa - e concepiscono in modo diverso sia il consumo che la
distribuzione dei prodotti, puntando sulla tipicità e su criteri di scelta
etici. Mettendosi insieme le famiglie riescono a raggiungere una massa
critica sufficiente per ordinare direttamente da noi la carne che forniamo
già suddivisa in pacchi famiglia da 2 a 5 Kg». Allo stabilimento Tirrenia
Carni, arrivano ogni settimana dai 50 ai 60 bovini, provenienti da
allevamenti di Livorno, Grosseto e Pisa. Qui, dopo la macellazione ha luogo
il ciclo completo di preparazione delle carni, che finiscono poi sui banchi
dei dettaglianti o nelle cucine dei ristoranti.

Un impianto moderno, specializzato nella lavorazione del bovino, che con il
riconoscimento del bollo CEE fa di Tirrenia Carni una delle aziende nel
novero del 15% di macelli attivi in Italia che rispondono alla normativa
europea per i requisiti igienico sanitari della struttura di macellazione.
Un requisito di qualità che si affianca alla scelta di promuovere la
tracciabilità delle carni, oltre alle linee di prodotti biologici e Igp,
come la razza Chianina.

«Due settori che rappresentano rispettivamente il 3% e il 10% sul totale dei
capi macellati, limitati dalla variabile prezzo, che ne frena il consumo,
soprattutto adesso che la crisi mucca pazza è alle spalle e si avverte il
peso della recessione economica» sostiene Lorenza, al timone al fianco del
padre Luigi, e non nasconde una punta di orgoglio per il suo essere donna in
un settore tradizionalmente maschile. Un comparto la macellazione che negli
ultimi cinque anni ha visto mutare radicalmente il modo di produrre per l’
agguerrita concorrenza delle carni di provenienza sudamericana, la “mucca
pazza”, e i nuovi orientamenti della politica agricola comunitaria.
«Facciamo anche la macellazione per conto terzi, e serviamo la grande
distribuzione - spiega l’imprenditrice - ma non riusciamo a essere
competitivi sul prezzo per l’incidenza dei costi di smaltimento degli
scarti, la colonna vertebrale e le interiora dell’animale, in media
superiori del 300% rispetto a quelli che si praticano nel Nord Italia, dove
sono attivi diversi impianti di trattamento. Una voce di costo che
oltretutto è decuplicata negli ultimi anni, perciò, stiamo puntando sull’
offerta di servizi aggiuntivi e sul valore della tracciabilità, che possono
favorire sbocchi di sicuro interesse anche sui mercati esteri».

Uno scenario in rapida evoluzione: nei primi mesi dell’anno sono sparite una
trentina di stalle e altre potrebbero chiudere i battenti per mancanza di
ricambio generazionale o per l’assottigliarsi dei guadagni. «Non si può non
tenere conto di questi cambiamenti - conclude Lorenza Masera - e con la
chiusura degli allevamenti si riducono la quantità di prodotto disponibile e
la possibilità di nuovi sbocchi di mercato. La macellazione è un’attività
particolare in cui fasi intermedie, come la commercializzazione del
bestiame, sono sparite per ridurre i costi di produzione, ma la catena della
macellazione è insostituibile».
Il Tirreno, 27 luglio 2005
----------------------------
N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com



-- 
No virus found in this outgoing message.
Checked by AVG Anti-Virus.
Version: 7.0.338 / Virus Database: 267.9.6/59 - Release Date: 27/07/05