Re: La globalizzazione è diventata una guerra contro la natura e contro i poveri



Ciao,

Va il relato di un'indagine contro Monsanto. È in Portoghese, chedo scuse,
ma, sotto il traduttore elettronico può essere comprensibile. Si fa
attenzione sule sue technique propagandistiche illecite.
Grazie per il messagio.

Priscila Scimidt
São Paulo Brasile
www.franciscoperotti.adv.br

http://www.amavida.org.br/diversos/monsanto.pdf

----- Original Message ----- 
From: "Gagliardii Angelica" <angelicagagliardi at libero.it>
To: <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Sunday, October 23, 2005 6:50 AM
Subject: La globalizzazione è diventata una guerra contro la natura e contro
i poveri


>
>
>
>
> > di Vandana Shiva
> >
> > Sono stata di recente a Bhatinda in Punjab per via di una
> > epidemia di suicidi tra i contadini. Il Punjab è sempre
> > stata tra le regioni agricole più fiorenti dell'India. Oggi
> > i contadini sono indebitati e disperati. Ampie distese di
> > territorio sono diventate desertiche. E, come fa notare un
> > vecchio contadino, persino gli alberi hanno smesso di dare
> > frutti perché l'eccessivo uso di insetticidi ha eliminato
> > gli impollinatori - api e farfalle.
> >
> > Il Punjab non è il solo ad aver sperimentato questo
> > disastro ecologico e sociale. L'anno scorso sono stata a
> > Warangal, nell' Andhra Pradesh, dove altri contadini si
> > sono suicidati. Agricoltori che coltivavano
> > tradizionalmente legumi e miglio e riso sono stati convinti
> > dalle società venditrici di sementi a comprare semi ibridi
> > di cotone proposti come "oro bianco", che avrebbero dovuto
> > renderli milionari. Invece sono diventati poveri.
> >
> > I semi indigeni sono stati soppiantati dai nuovi ibridi che
> > non possono essere riprodotti e devono essere acquistati
> > ogni anno a costi elevati. Gli ibridi sono anche molto
> > vulnerabili agli attacchi degli insetti nocivi. A Warangal
> > la spesa per gli insetticidi è cresciuta del 2000% passando
> > da 2,5 milioni di dollari nel 1980 a 50 milioni di dollari
> > nel 1997. Adesso i contadini usano gli stessi insetticidi
> > per uccidere se stessi così da poter sfuggire per sempre da
> > enormi debiti.
> >
> > Le industrie stanno ora cercando di introdurre semi
> > geneticamente modificati, che aumenteranno ulteriormente i
> > costi e i rischi ecologici. Ecco perché dei contadini, come
> > Malla Reddy della Andhra Pradesh Farmers' Union, hanno
> > sradicato in Warangal il cotone Bollgard geneticamente
> > modificato della Monsanto.
> >
> > Il 27 marzo, il venticinquenne Betavati Ratan si è tolto la
> > vita perché non poteva restituire un debito contratto per
> > far trivellare un pozzo profondo nella sua azienda di due
> > acri. I pozzi sono adesso asciutti, come lo sono in Gujarat
> > e Rajasthan dove oltre 50 milioni di persone fronteggiano
> > una grave penuria di acqua.
> >
> > La siccità non è una "calamità naturale". E' provocata
> > dall'uomo. E' il risultato dell'estrazione dell'acqua in
> > terreni già scarsi in regioni aride per coltivare prodotti
> > da esportazione pagati in contanti, che richiedono molta
> > acqua, invece di prodotti meno esigenti in acqua che
> > sarebbero in grado di soddisfare i bisogni locali.
> >
> > Sono queste esperienze che mi hanno fatto riflettere sul
> > fatto che siamo in errore ad essere accomodanti nei
> > confronti della nuova economia globale. E' ora di fermarsi
> > e riflettere sull'impatto della globalizzazione nella vita
> > della gente comune. E' essenziale se vogliamo mantenere la
> > capacità di sopravvivere.
> >
> > Le dimostrazioni a Seattle e le proteste contro
> > l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) dell'anno
> > scorso obbligano tutti noi a rifletterci ancora. Per quanto
> > mi riguarda è tempo adesso di ripensare radicalmente ciò che
> > stiamo facendo. Quello che stiamo facendo verso i poveri in
> > nome della globalizzazione è crudele ed imperdonabile. In
> > particolare questo è evidente in India dove assistiamo a
> > disastri in pieno svolgimento provocati dalla
> > globalizzazione soprattutto nei cibi e in agricoltura.
> >
> > Chi sfama il mondo? La mia risposta è molto diversa da
> > quella data dalla maggioranza della gente.
> >
> > Ci sono donne e piccoli contadini che lavorano con la
> > biodiversità, che sono i principali fornitori di cibo nel
> > Terzo Mondo e, contrariamente all'opinione dominante, la
> > loro biodiversità basata sul sistema di piccole aziende è
> > molto più produttiva delle monocolture industriali.
> >
> > La ricca varietà e l'organizzazione sostenibile della
> > produzione di cibo sono stati distrutti in nome
> > dell'incremento produttivo di cibo. Peraltro, con la
> > distruzione della diversità, fertili risorse
> > dell'alimentazione sono andate perdute. Quando vengono
> > valutate in termini di prodotto per acro, e dalla
> > prospettiva della biodiversità, le così dette "ottime rese"
> > dell'agricoltura industriale non implicano maggior
> > produzione di cibo e alimentazione. La resa in genere si
> > riferisce alla produzione per area unitaria di un'unica
> > coltura. La quantità prodotta si riferisce invece alla
> > produzione totale di diversi raccolti e prodotti. Seminare
> > solo una coltura su tutta la superficie quale monocoltura
> > incrementerà, naturalmente, la sua resa individuale.
> > Seminare più colture mescolate porta ad avere una bassa
> > resa della singola coltura, ma una grande quantità totale
> > di cibo prodotto. Misurando il raccolto solo con il
> > criterio della resa - e non calcolando l'effettiva quantità
> > prodotta - si fa scomparire la produzione dei delle piccole
> > aziende, dei singoli contadini.
> >
> >
>
http://www.rfb.it/csa/links/archivio/globalizzazione-guerra-vandanashiva.htm
> >
> >
>
>
>
> --
> Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
> Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Se non riesci, scrivi a nicoletta at peacelink.org
> inserendo "cancella" nel Soggetto.
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
>
>
>