rassegna stampa: OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 16/11/05
OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI
"Prima delle elezioni dite in in modo chiaro e inequivocabile all’opinione
pubblica come intendete comportarvi in materia di OGM".

On. Silvio Berlusconi
Presidente Casa delle Libertà

On. Romano Prodi
Presidente dell’Unione
Ai Segretari nazionali di tutti i partiti politici

Caro Presidente,
Le scrivo per sottoporLe una questione della massima importanza.
Il Consiglio dei Diritti Genetici (CDG, www.consigliodirittigenetici.org) –
Authority culturale e scientifica indipendente, composta da scienziati e
umanisti italiani e internazionali, laici e cattolici – ha organizzato in
Italia il II Congresso Internazionale sulle biotecnologie, che si è concluso
il 12 novembre scorso.
Ai tre giorni di lavori hanno partecipato studiosi fra i più esperti e
autorevoli nel campo delle bioscienze e delle loro applicazioni: il biologo
Barry Commoner (Queens College, City University of New York, USA), l’
epidemiologo Paolo Vineis (Imperial College of London, UK), il microbiologo
Ignacio Chapela (University of California, USA), l’agronomo Jean Pierre
Berlan (Institut National de la Recerche Agronomique, Montpellier, FR), il
genetista Marcello Buiatti (Università di Firenze), solo per citarne alcuni.
A proposito degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) è emerso in modo
unanime quanto segue:

- le evidenze scientifiche mostrano che il gene non basta da solo a
costruire un carattere ereditario, poiché l’informazione genetica non
proviene dal solo DNA ma è determinata dalla sua insostituibile
collaborazione con le proteine enzimatiche;

- il fatto che un singolo gene possa produrre una molteplicità di proteine
rimette in discussione le basi scientifiche dell’industria biotech;

- l’ingegneria genetica, che modifica artificialmente i meccanismi biologici
fini delle piante e degli animali, produce risultati non certi, in quanto
dipendenti da una molteplicità di variabili spesso non controllabili;

- la stessa salubrità degli alimenti geneticamente modificati è stata messa
in dubbio da indagini sperimentali recenti: animali di laboratorio che hanno
consumato un mais geneticamente modificato (Mon 863) hanno sviluppato reni
più piccoli del normale, una diversa composizione del sangue e altre gravi
anomalie morfologiche e funzionali, come documentato da uno studio condotto
dalla stessa multinazionale produttrice della variante di mais;

- inserire combinazioni di geni che riflettono criteri puramente
ingegneristici in piante destinate al rilascio in campo aperto comporta
rischi rilevanti, soprattutto nel lungo periodo. Sotto questo profilo l’
inquinamento genetico può divenire la forma più insidiosa e potenzialmente
irreversibile di alterazione degli ecosistemi.

Sulla base di queste acquisizioni scientifiche, il CDG chiede che i due
Poli – e ciascuna delle forze politiche che li compongono – dicano in modo
chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica, in vista del rinnovo del
Parlamento Nazionale, se, in materia di OGM, intendono o meno attenersi al
principio di prudenza e precauzione.
Ovvero: niente OGM se la scienza non ne dimostra ragionevolmente l’innocuità
per gli esseri umani e per l’ambiente.
Il che significa più scienza, non meno; più ricerca, non meno.
La scienza è davvero tale solo se usa prudenza e precauzione, se “vede
 prima” le conseguenze che determina e “pre-viene” quelle negative.
Altrimenti è avventura.
È diritto dei cittadini conoscere – prima delle elezioni – il vostro
orientamento nel merito di una questione pubblica così rilevante ed è,
credo, vostro dovere comunicarglielo.
Nel Paese esiste in proposito una vasta consapevolezza, come è testimoniato
dal fatto che ben quattordici Regioni e tremila Comuni si sono dichiarati
OGM-free.
Risulterebbe dunque incomprensibile il silenzio degli schieramenti e delle
rispettive forze politiche.
A vostra disposizione per ulteriori chiarimenti scientifici, resto in attesa
di un cortese cenno di riscontro

Mario Capanna
presidente Consiglio Diritti Genetici
Roma, 14 novembre 2005
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OGM, LO SHOW DELLE PANNOCCHIE
Lastra a Signa: di fronte ad Alemanno efficace dimostrazione del presidente
toscano sui rischi degli OGM. Martini mostra tre mais modificati: "Ministro,
che disastro".
Le pannocchie di Martini sono tre.
Una dopo l´altra il presidente della Regione Toscana le sfila da una busta
di boutique sotto il naso del ministro dell´agricoltura Gianni Alemanno, che
gli è seduto accanto al tavolo del secondo Congresso internazionale «Scienza
e società» organizzato dal Consiglio dei diritti genetici a Villa Caruso
Bellosguardo a Lastra a Signa.
La prima pannocchia, o come la chiama Claudio Martini la «pianta di mais
marcatore», evoca anche nel colore la sgradevolezza dell´organismo
geneticamente modificato: è completamente e insolitamente scura, violacea,
così diversa dalle belle pannocchie dei campi toscani.
La seconda pannocchia ha un aspetto più familiare ma è ancor meno
rassicurante: gialla di fondo, appare contaminata da punti scuri.
Nella terza la «contaminazione» appare ancora più netta.

Le tre pannocchie di Martini sono l´esito di una sperimentazione fatta
dall´Arsia, che ha interrato una pianta di mais marcatore, geneticamente
modificata dunque, vicino alle culture tradizionali della Valdichiana.
Ecco il risultato: nel raggio di cinquanta metri il marcatore ha contaminato
e avviato a trasformazione le produzioni tipiche.

Trasformazione che equivale a violacea omologazione.
A Villa Caruso Bellosguardo - disertata da Giuliano Amato ma non da ventidue
agricoltori friulani arrivati in pullman e magliette bianche da Pordenone
per consegnare ad Alemanno una lettera che chiede disco verde alla
sperimentazione degli Ogm - la spettacolare dimostrazione delle tre
pannocchie è il modo efficace, scelto da Martini, per motivare la scelta
Ogm-free di trenta regioni, presto quaranta e forse cinquanta, capitanate
dalla Toscana, che bandiscono dai loro territori le colture transgeniche.

«Come in tutti i settori produttivi, anche in agricoltura la nostra regione
si caratterizza per un tessuto produttivo costituito da tante piccole
aziende con sei ettari di terreno - spiega Martini - Consentire ad una
soltanto di sperimentare organismi geneticamente modificati significa
esporre quelle confinanti alla contaminazione. E in regioni come la nostra
non è possibile pensare alla creazione di aree di rispetto. In un sistema di
piccole imprese come il nostro salterebbe il sistema agricolo: ci sarebbero
più aree di rispetto che aree coltivate. Per questo chiediamo che la
coesistenza tra colture diverse sia oggetto di valutazione su aree vaste,
regionali».

Alemanno annuisce.
E´ necessario battersi ancora - dice - «affinché nelle linee guida della Ue
sia riconosciuta la scelta Ogm-free non solo in casi specifici e
subregionali, ma anche a dimensioni di territorio più ampie». Tra il
presidente e il ministro c´è sintonia. Tanto che su certe questioni Alemanno
è durissimo.
Ad esempio nell´attacco portato all´Agenzia europea per la sicurezza
alimentare, insediata a Parma dall´Unione europea con solenni
strombazzature.

«Dà pareri sulla sperimentazione degli organismi modificati limitandosi ad
esaminare la documentazione prodotta dalle stesse aziende che la chiedono -
accusa Alemanno - E´ evidente che così i pareri sono favorevoli e l´Unione
concede le autorizzazioni».

Dopo Giuseppe De Rita, Martini e Alemanno, il presidente del Consiglio dei
diritti genetici Mario Capanna tira le conclusioni del congresso: «Tre
giorni di lavori hanno confermato i rischi, scriverò a Prodi e Berlusconi
perché su questa materia si attengano ai principi di prudenza e precauzione.
Che sia garantita l´indipendenza genetica».

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ALEMANNO, NON LASCEREMO SOLE LE REGIONI OFM-FREE

"Lo Stato deve rispettare la competenza regionale prioritaria"

Firenze, 12 nov. (Apcom) - "E' un problema diretto fra Regioni ed Ue, perché
lo Stato italiano deve rispettare comunque le scelte regionali da questo
punto di vista".
Lo ha detto Gianni Alemanno, ministro per le Politiche agricole, a proposito
della questione delle regioni italiane ed europee Ogm-free.
"La competenza regionale - ha spiegato Alemanno - in Italia è prioritaria
rispetto a quella statale per questo tipo di scelte".
Il ministro, che ha parlato a margine del convegno organizzato dal Consiglio
dei diritti genetici, ha ricordato che "l'Unione Europea ha fatto una forte
critica, ed ha aperto una procedura d'infrazione rispetto a queste regioni
Ogm-free: il primo caso è stato quello della Carinzia, in Austria, e si
tratterà di vedere in Corte di giustizia questo dato".

A proposito della corretta governance dell'innovazione biotecnologica, tema
della giornata di oggi del convegno, Alemanno ha affermato che "il principio
è quello di libertà, è fare in modo che le scelte di uno non influenzino le
scelte dell'altro: ecco perché è necessaria una forte legge sulla
coesistenza, che garantisca la libertà di scelta del produttore e del
consumatore, senza rischi di contaminazione diffusa, mettendo insieme il
principio di coesistenza con quello di precauzione. Credo che sia la strada
che possiamo percorrere - ha concluso - ferme restando le mie personali
perplessità sugli Ogm".


ALEMANNO: IL GOVERNO PRESENTERA' NORME A  SOSTEGNO DELLE REGIONI OGM-FREE

In Conferenza Stato-Regioni linee guida su coesistenza

Roma, 12 nov. (Apcom) - "Nelle prossime settimane il Governo porterà in
Conferenza Stato-Regioni le linee guida sulla coesistenza in cui è previsto
il sostegno alle regioni che si sono dichiarate Ogm-free".
E' quanto ha dichiarato Il Ministro delle Politiche agricole e forestali,
Gianni Alemanno sulla vicenda Ogm-free.
"Pur essendo, per questa materia, la competenza regionale, - ha spiegato
Alemanno in una nota - il nostro Ministero non vuole affatto scaricare tutto
l'onere di queste scelte sulle regioni, ma intende garantire con la legge
nazionale e con la moratoria attualmente in vigore, il principio di
precauzione contro ogni forma di contaminazione diffusa e incontrollabile."

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MARTINI: PIU' COMPETITIVI SE OGM FREE

ASCA) - Lastra a Signa (Fi), 12 nov - ''La Toscana ha fatto  della battaglia
agli Ogm un caposaldo della propria politica  agricola. L'abbiamo fatto non
per ragioni ideologiche, ma  perche' ci fa crescere economicamente e per il
rispetto del  principio di precauzione e prevenzione''.

Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Claudio  Martini,
intervenendo oggi, insieme a Giuseppe De Rita e al  ministro
dell'agricoltura Gianni Alemanno, alla sessione  conclusiva del secondo
'Congresso del Consiglio dei Diritti  genetici' a Lastra a Signa (Firenze).
Nella riflessione sul  tema della 'governance dell'innovazione
biotecnologica',
Martini ha introdotto il tema dell'esperienza toscana,  contrassegnata da un
forte impegno per una caratterizzazione  qualitativa delle proprie
produzioni agricole. ''La Toscana  si batte per la difesa della
biodiversita' e contro  l'omologazione delle coltivazioni - ha detto -. E'
un modello  di agricoltura che viene dalla nostra storia, dal nostro
patrimonio genetico.
Disperdere questa ricchezza, inquinare con gli ogm le  sementi, i frutti, le
tipologie zootecniche che sono parte  della nostra eredita' genetica,
vorrebbe dire recare un danno  irrimediabile alla produzione toscana e a
quella che e'  l'immagine stessa delle nostra regione. Piu' qualificheremo
come uniche e irripetibili le nostre produzioni, piu' avremo  chance per
competere nel mercato globale. L'omologazione ci  condanna alla sconfitta''.
Martini ha anche ricordato i  risultati ottenuti con questa strategia: ''Nel
2004 - ha  fatto notare - l'agricoltura toscana ha registrato un aumento
del 4% dell'occupazione, una crescita delle esportazioni del  7% e quasi del
20% della produzione agricola vendibile''.

Nel corso  dell'incontro, Martini ha anche mostrato una pannocchia di  mais
geneticamente marcato, con chicchi di color viola,  prodotto nel Centro di
sperimentazione Arsia di Cesa in  Valdichiana (Ar) e due pannocchie
autoctone che rivelavano  una forte contaminazione (con meta' chicchi di
colore giallo  e meta' viola) coltivate nei campi vicini, a 50 metri di
distanza da quelle marcate. Una dimostrazione, ha rilevato  Martini, di come
''gli Ogm possano distruggere il nostro  patrimionio genetico. Un rischio
tanto piu' forte quanto piu'  piccole sono le aziende agricole''.
Martini ha poi posto al ministro Alemanno quattro richieste:  ''continuare
sulla strada del confronto e del dialogo con le  Regioni in materia di Ogm,
facendo pressione sulla  Commissione perche' venga tenuta in considerazione
la  volonta' dei cittadini europei che al 70% sono contrari agli  Ogm;
appoggiare la richiesta della Regione Toscana di essere  ascoltata, a nome
della rete delle Regioni europee Ogm-free,  dal gruppo europeo in materia di
coesistenza; rafforzare a  livello nazionale gli strumenti normativi per la
tutela e la  valorizzazione della biodiversita'; mantenere a livello
regionale i prossimi programmi di sviluppo rurale''.

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LASTRA A SIGNA (Firenze) — «In agricoltura occorre scegliere fra due
estremi: o la ricerca dei prezzi più bassi o la massima qualità. E l’Italia
non può vincere sul fronte del risparmio, deve puntare su prodotti unici».
Il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno ha sintetizzato così i
motivi del suo scetticismo sull’uso di Ogm in agricoltura, intervenendo ieri
a Lastra a Signa, in provincia di Firenze, al congresso internazionale su
"Scienza e società, la frontiera dell'invisibile".
Un evento organizzato dal Consiglio dei diritti genetici, presieduto da
Mario Capanna.
«Spesso, anche in sede europea, si dà priorità all’aspetto sanitario del
fenomeno Ogm — ha proseguito il ministro —. Ma sapere che un Ogm non sia
tossico o immediatamente dannoso per la salute non basta. Occorre valutarne
l’impatto ambientale, l’effetto sulla biodiversità, le conseguenze nel lungo
periodo».
E partendo dalla necessità di un approccio diverso alla questione Ogm, il
ministro ha sottolineato la centralità delle regioni.
«Nella questione Ogm devono essere tutelati i diritti dei popoli, prima che
degli individui — ha affermato — . Per questo è essenziale che l’Europa
riconosca alle regioni, e non solo ad aree subregionali e speciali, la
possibilità di bandire l’uso di Ogm dal proprio territorio. La legge
italiana è ispirata al principio di precauzione e a quello di coesistenza
fra tipi diversi di colture: sta all’Unione europea dare alle regioni la
possibilità di scegliere fra la coesistenza e il divieto di usare Ogm».

Principi, quelli affermati dal ministro Alemanno, che hanno trovato
pienamente d’accordo il presidente della Regione Toscana Claudio Martini.
Proprio la Toscana, d’altronde, è una delle trenta regioni europee che si
sono dichiarate Ogm free, ovvero libere da Ogm, (altre 10 lo faranno a
breve) e che aspettano dall’Europa una convalida ufficiale a questa
posizione.
«Non entro nella questione sanitaria, che pure spinge molti, in assenza di
certezze, a opporsi agli Ogm - ha detto Martini - . Ma esiste un rischio per
la biodiversità, l’unico elemento che, al di là degli aspetti culturali, è
in grado di farci vincere nel mercato globale».
A dimostrazione di questa tesi, il governatore della Toscana ha mostrato i
risultati di un esperimento effettuato dall'agenzia regionale per l’
agricoltura. E’ stato seminato del mais "marcatore", con pannocchie di
colore violaceo, ed è stata valutata la sua capacità di infestare le
coltivazioni vicine. «Nel raggio di cinquanta metri - ha detto Martini -
sono comparse pannocchie con molti chicchi violacei. Per coltivare Ogm
dovremmo quindi creare ampie zone di rispetto fra un’azienda e l’altra. E
visto che le aziende toscane hanno dimensioni ridotte, questo provocherebbe
un enorme spreco di spazio».
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