COMUNICATO STAMPA: Francia: il virus H5N1 entra nell'allev amento industriale. Questo è quello che tutti temavamo.



Padova, 25/02/2006
COMUNICATO STAMPA

In Francia 11.000 TACCHINI di un allevamento industriale sono stati
contagiati
dal virus H5N1. Questo era quello che tutti temevano.

E' stato proprio il virus H5N1 "altamente patogeno" a provocare la morte dei
tacchini in un allevamento dell'Ain (dipartimento della Francia
centrorientale). Lo ha confermato  il ministro dell'Agricoltura francese
Dominique Bussereau, confermando l'allarme lanciato ieri, che aveva già
comunque portato all'abbattimento degli 11.000 volatili presenti
nell'allevamento.
Il virus H5N1, come si temeva, è entratto dal portone grande della filiera
avicola industriale europea colpendo gli animali piu sensibili: i tacchini.
Si sapeva fra i professionisti del settore, infatti, che i tacchini  sono
da sempre il ricettacolo piu appetibile per il virus influenzale avicolo,
lo era già stato nel 1999  e poi nel 2002 nel Veneto, nel 2003 in Olanda.
Persa la verginità il comparto, adesso bisogna attendere per capire  se  la
filiera avicola francese, molto piu attrezzata dal punto di vista della
biosicurezza della maggior parte di quella italiana, reggerà.
Se cosi disgraziatamente non fosse è prevedibile che l'H5N1 seguendo la
filiera avicola industriale potrà dilagare in  tutta europa.
Senza fare allarmismi restiamo dell'idea che bisognava già da ottobre dello
scorso anno varare un piano di biosicurezza serio anche in italia,
allegerendo
il numero di capi negli allevamenti e puntando a una ridistribuzione del
carico
di animali nel territorio nazionale in modo più gestibile dal punto di vista
della biosicurezza di quanto la filiera avicola italiana possa attualmente
garantire.
In questo momento in cui le lobbyes del settore avicolo nazionale  esprimono
la massima pressione sul governo, sulle regioni e sui consumatori a difesa
del comparto
e che sono materialmente  riuscite a portare casa dei risultati concreti
dire che bisogna ulteriormente elevare i livelli di sicurezza è sicuramente
poco simpatico.
Ma è  perfettamente inutile nascondersi dietro a fragili speranze come
quelle alimentate in questi giorni, cioè che il peggio è passato, che la
filiera industriale è sicura, che l'allarmismo dei consumatori è frutto solo
di una sbagliata comunicazìone mediatica e di una ancor peggiore e dissenata
gestione
politica da parte del ministero della sanità, dovuta in particolare
all'attuale
ministro Storace (speriamo ancora per poco).
La campagna negativa verso il settore avicolo e in particolare contro i
polli "Broiler"
certo c'è stata ed è stata sbagliata, ma è pur vero che esiste un livello
vero e indiscutibile di
potenziale pericolo di Pandemia.
Ciò non vuol dire che ci sarà, ma che il pericolo c'è ed è  giustamente
temuto dalle persone di buon senso di tutto il mondo.
La paura di questo virus  è giustificata ancor più nella misura in cui
travalica le difese delle filiere industriali avicole e viene a contato con
gli animali allevati che per modo, quantità, specie, rappresentano un
potenziale
non solo di espansione e quindi di svilluppo del virus con danni materiali
enormi,
ma ancor peggio crea le condizioni ideali per la temutissima sua evoluzione
verso un nuovo ceppo capace di contagiare le altre specie animali fra cui
potenzialmente anche gli uomini.

Non è fuori luogo quindi riaffermare con la massima serenità tre punti.

Il primo:  il  virus H5N1, non solo è efficace e quindi molto temibile dal
punto di vista patogeno, ma ha la caratteristica di essere persistente nel
tempo e quindi una volta raggiunta una zona resta presente per anni.
In Europa e in Italia quindi, purtroppo, ne parleremmo ancora per anni.

Il secondo: è un errore grave sopravvalutare il pericolo pandemico ma è
criminale sottovalutarlo non solo dal punto di vista epidemiologico, ma
anche delle conseguenze economiche che avrà nel comparto avicolo e della
tenuta
futura  delle attuali filiere.

Il terzo: è vero che le  bugie hanno le gambe corte. Il caso francese ha
messo
la parola fine alla panzana  che sono gli allevamenti rurali o biologici il
vero
potenziale pericolo di infezione del virus H5N1. Questa infatti è la pietosa
bugia
messa in piedi ad arte dai lobbisti industriali avicoli di tutta europa che
a titolo
precauzionale avevano fatto rinchiudere gli allevamenti biologici in quasi
tutta europa.

Queste evidenze rilanciano con forza la nostra idea di mettere in piedi e in
fretta un piano nazionale e regionale, di rilancio della filiera avicola
Italiana ed Europea, che da subito, senza ulteriori deroghe, recepisca
intanto
la nuova direttiva dell'U.E. sul benessere animale e che in nome della
biosicurezza
ponga fine alle spaventose concentrazioni di animali nei capannoni,
riducendone il numero per metro quadro negli allevamenti e nel numero  di
animali per ettaro,  mirando ad avere, in un futuro prossimo, allevamenti
estensivi
che premiando ed esaltantando la biodiversità delle razze costituiscano una
delle garanzie
di vera prevenzione contro i Virus.

Questi punti non possono più essere ignorati dai decisori politici nazionali
e regionali,
in particolar modo del veneto e della Lombardia;  la loro applicazione non
può essere
ulteriormente rimandata dalla pur comprensibile volontà di non danneggiare
il sopravvivere
delle grandi aziende della filiera avicola, sia italiana che europea, che
ormai con il capello
in mano e con il ricatto degli operai lasciati sul lastrico continua a
scassinare, inutilmente,
le casse delle regioni, dello stato e della Comunità Europea.

Il bisogno di una programma serio e innovativo, per il rilancio di un
settore
importante come quello avicolo, non potrà certo essere soddisfatto da un
governo morente come quello di Berlusconi, ma è sicuarmente la prima grossa
questione  che il nuovo governo sarà chiamato ad affrontare perchè il virus
H5N1 ha tutta l'aria di non perdonare gli impreparati.

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