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AGICES – Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale

Comunicato stampa - <http://www.agices.org/>www.agices.org



Diritti, lavoro, solidarietà: il commercio equo funziona!

AGICES presenta a Gubbio il suo Rapporto 2007



Roma, 16 ott – Gruppi che crescono, un coinvolgimento in ascesa dei
consumatori e dei cittadini italiani in un movimento che da oltre vent’anni
lavora in Italia per aprire nuove possibilità di vita e inclusione sociale
a più di 10 milioni di piccoli produttori in tutto il mondo e alle loro
comunità. E che è riuscito a contribuire alla costruzione di una nuova
economia, solidale e sostenibile, anche nel nostro Paese. Uno spazio di
nuova occupazione, oltre che di azione diretta e volontaria, nel quale le
donne, ad esempio, svolgono un ruolo sempre più importante.

   La fotografia del Commercio Equo italiano scattata dal Rapporto 2007
dell’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale (AGICES),
l’organizzazione di categoria dell’equosolidale italiano, racconta in 13
capitoli e una trentina di pagine chi sono e che cosa fanno i Soci AGICES,
non soltanto in termini di che importazioni e da quali organizzazioni del
Sud del mondo, ma anche il loro rapporto costante con le organizzazioni del
Sud, l’importanza del lavoro educativo e formativo svolto, l’identikit dei
produttori sostenuti. Il Rapporto si conclude, infatti, con tre schede, che
approfondiscono le relazioni solidali in atto con i Paesi di Asia, America
Latina e Africa.

   “Siamo orgogliosi per la strada che abbiamo fatto insieme, tra realtà
anche molto diverse tra loro, dandoci uno spazio comune fondato sulla
partecipazione e la socializzazione delle pratiche eque e solidali” –
spiega Gaga Pignatelli, la presidente di AGICES -. Ma il Rapporto è anche
un’occasione per individuare le aree geografiche, ad esempio l’Africa,
nelle quali è necessario che il movimento intensifichi la sua tessitura di
legami solidali, e gli spazi nuovi, nell’ambito delle economie solidali,
nei quali le nostre attività stanno aprendo nuove prospettive di
partecipazione e di impegno”.



1. AGICES oggi

    Dai 64 Soci iniziali che hanno dato vita all’Assemblea Generale
Italiana del Commercio Equo e Solidale, AGICES oggi può contare su 115
organizzazioni iscritte tra le quali figurano, tra gli altri,
centrali/importatori, consorzi e Botteghe del Mondo.

83 Soci AGICES operano al Nord, 22 al Centro e 10 al Sud.

Sul territorio i Soci AGICES animavano nel 2005 ben 264 Botteghe del Mondo.



2. Un’economia ‘not for profit’

   Il Commercio Equo e Solidale italiano fotografato da AGICES è animato da
una costellazione di organizzazioni che mettono il profitto a servizio di
un’idea diversa di società. Sono associazioni, ma soprattutto cooperative,
tra le quali cominciano a diffondersi anche quelle che inseriscono al
lavoro persone svantaggiate e che sempre più spesso costituiscono
un’occasione di occupazione diversa per giovani del Sud.



3. La rete dei sostenitori del movimento italiano

   Il movimento equosolidale italiano può contare su una vastissima rete di
simpatizzanti e di sostenitori.   Sono solo 2, infatti, le organizzazioni
equosolidali di “secondo livello” in Italia – consorzi, in particolare –
eppure il movimento nel suo complesso è animato da oltre 20mila persone che
hanno scelto di diventare socie di organizzazioni del Commercio Equo e
Solidale socie AGICES, e 648 persone giuridiche che hanno fatto lo stesso.
Questi ultimi sono Comuni, Ong, parrocchie, sindacati, altre associazioni
legate al Sud del mondo e organizzazioni dell'economia solidale e della
finanza etica.

   Forte anche la presenza di volontari: solo quelli stabilmente e
formalmente inseriti nelle strutture dei Soci AGICES superano le 4mila
unità, dunque si può stimare che essi, in realtà, considerato il forte
turnover dei più giovani, possano essere oggi più di 6mila.



4. Il Commercio Equo, un’ opportunità di lavoro

   Tante ragazze e ragazzi italiani oggi scelgono il C ommercio Equo e
Solidale come proprio ambito di lavoro. L’80% delle organizzazioni Socie di
AGICES può contare al proprio interno, in particolare per le attività
commerciali e di vendita, su lavoratori con contratti formalizzati, con una
netta prevalenza delle donne.

   A livello italiano il 62% dei lavoratori del Commercio Equo e Solidale,
infatti, sono donne, percentuale che al Sud raggiunge addirittura il 64%, e
si attesta al 57% al Centro e al 62% al Nord.



5. Importazioni e acquisti solidali

   I Soci AGICES hanno garantito un volume di importazioni dirette dai
produttori del Sud del mondo per 17 milioni 159mila 798 euro, hanno
acquistato prodotti equosolidali da altre organizzazioni per 19 milioni 824
mila 140 euro.

   Oltre 2 milioni 121mila euro di prodotti li hanno acquistati da altre
organizzazioni delle economie solidali (biologico, cooperative sociali,
progetti di solidarietà vari) e 2 milioni 371mila euro li hanno spesi per
altri acquisti.



6. Le vendite del  Commercio Equo e Solidale

   Le organizzazioni del Commercio Equo iscritte ad AGICES hanno venduto al
dettaglio nel 2005 prodotti per oltre 18milioni 852mila euro.

Ben 36 milioni 372mila euro di prodotti sono stati venduti a soggetti
dell’economia solidale, cifra nella quale sono ricompresse le vendite delle
centrali alle Botteghe.

Ai canali commerciali convenzionali sono stati venduti 10 milioni 825 mila
euro di prodotti.

Bisogna notare, però, che queste cifre sono addirittura sottostimate perché
non vi è ricompressa parte delle vendite dei prodotti freschi, che oggi
costituiscono parte importante del fatturato dei grandi importatori.



7. Un rapporto costante con le organizzazioni del Sud

Nel biennio 2004-2005 le visite ai produttori equosolidali del Sud da parte
delle organizzazioni del Commercio Equo e Solidale italiano sono state 306,
nelle quali sono stati investiti oltre 626mila euro.

Un rapporto diretto che dice molto sulla qualità sociale e relazionale
degli scambi all’interno del movimento: una garanzia per i consumatori
italiani, ma anche per gli stessi produttori.



8. Una comunità che educa e informa

Le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale che si riconoscono nel
percorso dell’AGICES hanno contribuito fortemente a far crescere una
coscienza condivisa sull’importanza di un’economia diversa per dare un
volto nuovo alla globalizzazione economica e commerciale.

Esse, infatti, tra il 2004 e il 2005 hanno speso oltre un milione e mezzo
di euro dei propri fondi in quasi 3500 attività, azioni, campagne ed eventi
di educazione, di formazione, di informazione oltre che di promozione del
movimento.



9. Il mondo dei produttori

   Grazie ad un progetto di ricerca co-promosso da AGICES insieme al Centro
Ricerche sulla Cooperazione dell’Università Cattolica di Milano e
all’Università Bicocca di Milano, finanziato dal Ministero Affari Esteri
Italiano, siamo riusciti a costruire l’identikit aggiornato dell’universo
dei produttori del Sud del mondo che vengono sostenuti dal lavoro delle
organizzazioni equosolidali aderenti ad AGICES.

   Le organizzazioni equosolidali italiane, secondo questa ricerca, hanno
rapporti commerciali con 284 organizzazioni di produttori censite in 48
Paesi in Asia, Africa, America Latina (di cui 1 in Oceania e 2 Albania).

   I primi 10 produttori si assicurano il 32%del mercato, i primi 20 ne
coprono il 48% e tra i primi 50 si concentra il 74% dei canali d’entrata
dal Sud al nostro mercato. Anche rispetto ai Paesi di provenienza di
prodotti e progetti, i primi 5 Paesi (India, Thailandia, Sri Lanka,
Bangladesh e Ecuador) si sono aggiudicati il 39% del mercato, i primi 10 il
63,4%, i primi 20 il 90%.

   Le organizzazioni equosolidali associate ad AGICES collaborano con 11
Paesi dell’area asiatica e possiamo censire 320 tra i loro produttori
riconducibili a questa area, tra le più floride e solide per rapporti
commerciali più giusti con l’Italia.

   Esse lavorano con 17 Paesi dell’America Latina e possiamo contare 125
tra i loro produttori riconducibili a questa area, con un volume di
importazioni che nel 2005 ha sfiorato i 5 milioni di euro.

   La zona più recente e ancora debole nelle relazioni equosolidali delle
organizzazioni italiane associate ad AGICES è proprio l’Africa, soprattutto
per le difficoltà infrastrutturali e di collegamento. Le realtà italiane
collaborano con 87 produttori di appena 20 Paesi dell’area.