rassegna stampa: PIANTARE I SEMI DEL CAMBIAMENTO.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - domenica 04 novembre 2007

PIANTARE I SEMI DEL CAMBIAMENTO.
Può darsi che non abbiate un giardino e che vi manchi qualsiasi nozione o
possibilità di farlo, o magari non volete provarci da soli, quindi la
proposta di unirvi tutti insieme nella vostra comunità locale per produrre
una parte del vostro cibo vi sembrerà un'idea geniale.
Ancora meglio se seguendo la coltivazione biologica, perché vi interessa sia
mangiare del cibo sano che proteggere l'ambiente.

Questa idea geniale è diventata una realtà per molte persone delle contee di
confine di Leitrim, Sligo, Donegal e Fermanagh in Irlanda e in Irlanda del
Nord. Il progetto "Building peace through our shared environment" del centro
biologico The Organic Centre ha visto la partecipazione di 200 persone ai
progetti sugli orti comunitari e di 800 studenti della scuola primaria a un
programma scolastico di giardinaggio.
Il progetto lavora con una grande varietà di gruppi emarginati e di persone
provenienti da entrambi i lati del confine e appartenenti alle due
principali tradizioni del progetto di costruzione di pace attraverso
numerosissime attività ambientali, spezzando le barriere tra le diverse
comunità nel tentativo di portare avanti il processo di pace e
riconciliazione.
Il Programma per la Pace e la Riconciliazione dell'Ue è costituito da
quattro parti principali, ognuna delle quali è stata determinante per lo
sviluppo di questi orti comunitari.

Basta partecipare a una sessione settimanale di giardinaggio per rimanere
immediatamente trascinati dall'energia, dalla determinazione e
dall'atteggiamento positivo dei partecipanti e del giardiniere responsabile
del progetto. Molti di questi orti comunitari sono partiti da un piccolo
appezzamento di terra, spesso situato su un suolo ostile e con condizioni
metereologiche sfavorevoli. Lavorare e crescere tutti insieme sotto la guida
del giardiniere responsabile del progetto ha aiutato i gruppi a superare gli
ostacoli iniziali e a trasformare gli appezzamenti di terra in orti floridi
e ridenti.

La volontà di aiutarsi reciprocamente è evidente, e molti gruppi hanno
organizzato incontri e attività al di fuori delle sessioni di giardinaggio.
La difficile sfida di trasformare un suolo quasi impossibile da lavorare e
del terreno in pessime condizioni in un orto produttivo e fruttuoso ha
portato alla consapevolezza che è possibile, attraverso il lavoro collettivo
e con un intento comune, trasformare ciò che è apparentemente negativo in
qualcosa di positivo da cui tutti possono trarre beneficio. E i partecipanti
si sono anche resi conto che questo processo è molto lungo - non accade
nell'arco di una notte!
Nell'apprendere come nel corso degli anni siano cambiati i sistemi di
coltivazione, i partecipanti hanno imparato molto sul passato. Da quando
hanno cominciato a praticare il giardinaggio, hanno infatti instaurato un
legame con le generazioni più vecchie, con i loro genitori o i nonni, e
hanno avviato delle discussioni sui loro metodi di coltivazione. Si sono
resi conto del fatto che per tradizione l'agricoltura è sempre stata
biologica - prima che entrassero in gioco i sistemi industriali di
produzione alimentare e la loro dipendenza dai fertilizzanti artificiali,
dagli erbicidi e dai pesticidi.
Gran parte di queste discussioni avvengono in modo spontaneo, durante le
pause per il tè oppure quando si chiacchiera lavorando tutti insieme.
Attraverso il giardinaggio si possono imparare molte nozioni diverse, come
l'importanza che ha la diversità per un orto - in presenza di un unico tipo
di pianta, l'intero sistema è sottoposto molto di più all'attacco e alla
distruzione da parte di infestanti e malattie. Inoltre, un habitat sano
richiede una differenziazione dello spazio per delle interazioni sane tra
gli infestanti e i loro predatori.

Un altro concetto importante è l'equità: un orto contiene molti tipi di
piante, ognuna delle quali richiede un tipo di cura diverso dalle altre. Non
tutte le piante possono essere trattate allo stesso modo, e al fine di
produrre cibo, bisogna andare incontro ai singoli bisogni. Ogni pianta vi
ricompenserà a modo proprio.
Questi concetti richiamano alla questione della società multiculturale, dove
persone appartenenti a gruppi etnici, religiosi o politici diversi devono
accettare dei compromessi e lavorare insieme per costruire una società
giusta. Gli orti comunitari creano uno spazio condiviso per un gruppo
differenziato di persone che è anche una risorsa per la comunità più ampia.
I partecipanti commentano spesso che attraverso il progetto hanno sviluppato
un senso di appartenenza comune. Imparando a rispettare gli altri esseri
viventi, interiorizzano a loro volta una sorta di rispetto per il prossimo,
guardando al di là delle differenze.

Il giardinaggio, come la "crescita" della pace, è un processo lungo che non
reca risultati immediati. Richiede del tempo. Accettare il passaggio delle
stagioni e lasciare che la natura compia il suo corso annuale nell'orto
serve a far capire ai partecipanti che i cambiamenti non avvengono da un
giorno all'altro.

Qualunque sia l'approccio iniziale dei partecipanti nei confronti dei
principi di agricoltura biologica, il fatto di metterli in pratica e di
assistere ai risultati delle loro fatiche ha un impatto profondo sulla loro
percezione. La produzione di cibo sano senza l'utilizzo di prodotti chimici
e di fertilizzanti artificiali non si limita più ad essere una semplice
questione filosofica, diventa la normalità.
I cambiamenti di atteggiamento sono diventati più evidenti durante le
sessioni di cucina, che costituiscono una parte importante del progetto.
Dopo aver coltivato verdure con le quali non erano familiari, i partecipanti
le cucinano e le mangiano insieme. Il fatto di discutere ricette, assaggiare
verdure poco comuni e assaporare dei gusti nuovi crea un forte impatto e
apre la mente alle persone. Durante questo processo, si affievoliscono e
vengono abbandonati gli atteggiamenti negativi nei confronti dei cibi
stranieri, e soprattutto della gente straniera!

Un esempio:
Durante il primo laboratorio "Cross Community" dell'Organic Centre, accadde
un episodio determinante: un gruppo scolastico rideva e chiacchierava mentre
aspettava in una stanza l'arrivo di un altro gruppo scolastico. All'ingresso
dell'altro gruppo, la stanza piombò all'istante nel silenzio e si sentì
nell'aria una forte tensione mentre i bambini si squadravano reciprocamante.
Forse questo avvenne perché si trovavano all'interno di uno spazio chiuso,
ma una volta fuori e coinvolti in attività a contatto con la natura,
l'interazione e le risate rimpiazzarono subito le sensazioni negative.
L'impegno in attività comuni aveva spezzato le barriere erette dai loro
preconcetti, e tutti quanti avevano cominciato a vedersi come delle persone
impegnate in un fine comune. Una bambina commentò: "Non sono terribili come
pensavo. Sono simpatici!" E tutti espressero il desiderio di visitare il
giardino dell'altra scuola per poterlo paragonare al proprio. Queste
sessioni hanno sicuramente sviluppato una maggiore consapevolezza di essere
tutti quanti delle persone che condividono la stessa terra e la stessa
natura.

I processi di concimazione e riciclaggio sono una parte così integrante
delle sessioni di giardinaggio da diventare quasi una seconda natura per i
partecipanti. Gli studenti del programma scolastico di giardinaggio sono
letteralmente affascinati dal sistema di concimazione istituito nelle loro
scuole - dalla nozione di trasformare del materiale di scarto in
meraviglioso suolo fertile utilizzato per fornire alle piante il cibo
necessario per dare a sua volta cibo ai bambini. Scrutano continuamente sul
fondo del bidone per vedere la terra scura e fertile e paragonarla ai
materiali presenti in cima al bidone. Grazie a ciò hanno ora un rapporto più
positivo con i rifiuti, oltre che delle conoscenze pratiche su come
gestirli.

Un altro aspetto positivo della partecipazione a un progetto di giardinaggio
comunitario è la sua neutralità politica: giardinaggio e agricoltura
trascendono ogni fede e ideologia. Non sono né cattolici né protestanti né
buddisti; non sono né giusti né sbagliati. Si limitano a produrre del cibo,
e su questo non si può discutere.

Questa neutralità permette alle persone di riunirsi per un proposito di
base. Il giardinaggio comunitario rafforza gli individui, crea una comunità
più compatta, abbellisce le aree locali, produce cibo fresco e nutriente e
fornisce grandi opportunità ricreative, spirituali e terapeutiche. Il fatto
di coltivare insieme del cibo può essere un processo curativo.
Le doti che rendono bravo un giardiniere biologico sono le stesse che
valorizzano i membri della comunità - le persone che si prendono cura della
terra e vogliono renderla fertile: saper nutrire i semi, la pazienza e
l'umiltà; accettare i fallimenti; prevenire le malattie invece di curarle;
essere ponderati e inventivi e rispettare tutte le forme di vita.

In molte parti del mondo, soprattutto in zone di guerra o in aree difficili,
la produzione del cibo è una necessità ed è spesso una questione di vita o
di morte. In Irlanda del Nord, abbiamo la fortuna di avere in atto un
accordo di pace formale e di poter considerare la coltivazione delle nostre
verdure non come una questione di sopravvivenza, ma come un processo di
apprendimento di nuove capacità, che danno un piccolo contributo economico.
Tuttavia, con i prezzi del petrolio alle stelle e il riscaldamento globale,
queste capacità possono diventare ancora più importanti per ridurre le "food
miles" e le emissioni di diossido di carbonio. Sarà sicuramente più facile
affrontare le sfide del riscaldamento globale se si è in armonia reciproca,
e i progetti sugli orti comunitari possono contribuire al raggiungimento di
questo fine. (Traduzione di Luisa Balocco - fonte Slowfood.it)

Per saperne di più www.theorganiccentre.ie
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LE ORGANIZZAZIONI DI AGRICOLTORI RICHIEDONO LA SOSPENSIONE DEL TRATTATO
SULLE SEMENTI.
domenica 04 novembre 2007
I governi non riescono a coprire le obbligazioni minime previste dal
trattato. Affermazione della conferenza delle Nazioni Unite.


Le organizzazioni degli agricoltori invitate a partecipare alla riunione
delle Nazioni Unite sul Trattato che governa lo scambio di sementi per la
ricerca e il miglioramento genetico delle piante ieri hanno detto ai governi
riuniti che il Trattato dovrebbe essere sospeso. Parlando a nome di 30
organizzazioni di agricoltori e della societá civile Ibrahima Coulibaly,
appartenente a ROPPA (Organizzazione Regionale Agricoltori dell'Africa
Occidentale), ha detto: "il Trattato, ospitato a Roma dalla FAO
(Organizzazione dell'Agricoltura e dell'Alimentazione) deve bloccare lo
scambio di germoplasma per l'agricoltura, il materiale base per realizzare
il miglioramento genetico. La sospensione dovrebbe avere effetto fin quando
i governi continuano a non rispettare le obbligazioni minime del Trattato,
inclusi gli accordi sul finanziamento minimo necessario".

La seconda riunione dell'Organo di Governo del Trattato Internazionale sulle
risorse fitogenetiche per l'agricoltura e l'alimentazione ("la legge dei
semi") é iniziata Lunedí e dovrebbe durare fino a Venerdí, peró é stata
bloccata, di fatto nel quasi totale silenzio, perché i 115 governi membri
non sono riusciti a trovare i 4,9 milioni di dollari necessari per mantenere
il Segretariato in funzionamento e garantire i meccanismi minimi di
monitoraggio che dovrebbero assicurare la condivisione equitativa dei
benefici derivanti dagli scambi di sementi per la sperimentazione. I governi
sono stati anche incapaci di impegnarsi nel finanziamento della
conservazione in-situ ("nella fattoria") in vista della costruzione di
competenze nel Sud globale.

"Il caso piú grave di biopirateria istituzionalizzata mai visto", ha
affermato Andrew Mushita della Rete per lo Sviluppo e la Conservazione
Comunitaria della Biodiversitá (una rete di conservazione diffusa in 21
paesi). "Agli effetti pratici i governi stanno permettendo alle compagnie
multinazionali di sementi di imporre un regime con forza di legge che
obbliga allo scambio delle sementi degli agricoltori senza un beneficio per
gli agricoltori stessi" ha dichiarato ieri Mushita rivolto ai governi.

Un altro rappresentante della societá civile presente alla riunione,
Wilhelmina Pelegrina di SEARICE, una organizzazione che ha sede nelle
Filippine, ha dichiarato: "Ci aspettiamo anche che il Gruppo Consulente
sulla Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) sospenda i suoi scambi di
germoplasma". Quet'anno undici istituti del CGIAR hanno distribuito 100000
campioni di sementi nello spirito del Trattato. "Ci auguriamo che la
sospensione del Trattato sia temporanea e che i governi tornino alla ragione
rapidamente", ha affermato Pelegrina.

Le negoziazioni per il Trattato iniziarono negli anni novanta perché i
ricercatori scientifici e le multinazionali che migliorano le sementi
vedevano gravemente ridotto il loro accesso al materiale genetico.
Scienziati e agricolturi, specialmente in Africa, Asia e America Latina,
rispondevano negativamente ai ricercatori del Nord perché le compagnie
private prendevano le varietá degli agricoltori, le patentavano e ne
traevano profitti. il declino nello scambio di sementi stava minacciando la
sicurezza alimentare globale e i governi decisero di agire. Il trattato,
dopo sette anni di aspre negoziazioni, include provvedimenti per il rispetto
dei diritti degli agricoltori e dovrebbe garantire un flusso equo di
benefici finaziari verso i paesi in via di sviluppo. Privato dei fondi per
le funzioni amministrative di base, gli agricoltori e i paesi in via di
sviluppo non possono avere fiducia nella equitá del sistema.

Secondo Pat Mooney del gruppo ETC, con base in Canada, presente alla
riunione, "Il settore delle industrie di sementi realizza globalmente
vendite annuali di 23 miliardi di dollari. A partire dagli anni settanta le
imprese di pesticidi iniziarono ad aquisire le imprese di sementi. Oggi"dice
Mooney "le prime dieci compagnie di sementi controllano il 57% del commercio
di sementi. Lo scorso anno l'86% della superficie agricola mondiale
destinata a produrre colture geneticamente modificate (OGM) era coltivata
con sementi prodotte da una sola impresa biotecnologica: la Monsanto".
Questi giganti multinazionali della genetica sembrano essere i maggiori
beneficiari dell'attuale disputa sul Trattato.

"Non sono tutti i governi", afferma Guy Kastler, ViaCampesina Europa, "i
veri biopirati in questa riunione sono Francia, Germania e Australia. Questi
governi rendono impossibile l'adempimento degli obblighi del trattato da
parte della comunitá internazionale. sebbene le loro imprese di sementi
siano state ampiamente beneficiate dal Trattato questi tre paesi non hanno
apportato uno spicciolo alle operazioni del trattato e ne stanno bloccando
attivamente le negoziazioni in questa sede".

Rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e della societá
civile, che partecipano a spese proprie alla riunione sebbene siano stati
invitati dalla FAO, sedevano increduli vedendo come i governi si rifiutavano
di discutere il programma di lavoro proposto per il Trattato. Nessun
commento veniva speso da parte dei governi sulle questioni piú contenziose.

Gli agricoltori sono gravati con l'enorme onere della conservazione e del
miglioramento delle piante. Il dato é stato confermato Martedí quando il
rappresentante della UPOV, l'Unione per la Protezione delle nuove Varietá
Agricole (l'organo intergovernamentale con sede a Ginevra che supervisiona
la proprietá intellettuale per quanto riguarda le piante). Ha detto che i
miglioratori genetici hanno "registrato" solo 70000 varietá in anni recenti.
Gli agricoltori migliorano e adattano un milione di varietá ogni anno.

"Se le negoziazioni alla FAO collassano" ha affermato Maria Elza Gomez
appartenente a una piccola organizzazione di agricoltori Brasiliana, "la
questione potrebbe essere rimandata alla Convenzione delle Nazioni Unite
sulla Diversitá Biologica, il cui comitato scientifico si incontrerá nella
sede romana della FAO a Febbraio 2008. I governi e la FAO potrebbero perdere
il controllo del Trattato se questo venisse trasferito a un altro organo
delle Nazioni Unite. Sarebbe un grave errore: il controllo sui semi, primo
anello della catena alimentare, rimarrebbe in mano di un gruppo di esperti
che non sanno nulla d'agricoltura".

Per maggiori informazioni:

Guy Kastler, Via Campesina/Europe, + (33) 60-394-5721
Maryam Rahmanian, CENESTA, +39 (340) 821-9456
Pat Mooney, ETC Group, +1 (613) 261-0688
Ditdit Pelegrina, SEARICE, +63 917 793 8618
Antonio Onorati, Crocevia, +39 (340) 821-9456
Andrew Mushita, Community Technology Development Trust, +39 (338) 645-2819
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N. B.:  se volete essere cancellati da questa lista scrivete a

altragricoltura at altragricolturanordest.it
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