rassegna stampa: POMODORO CINESE SPACCIATO PER MADE ITALY, 160 MLN DI KG/ANSA



Vi giriamo la newsletter a cura del gruppo parlamentare dei Verdi del Senato
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Informazioni parlamentari su agricoltura, alimentazione, pesca
newsletter a cura del gruppo parlamentare dei Verdi del Senato 

        Cresce l'importazione di concentrato di pomodoro cinese che poi
finisce sulle nostre tavole nelle salse presentate come "italiane". Su
questo tema vi inviamo i dati diffusi oggi dalla Coldiretti e il comunicato
concernente l'interrogazione parlamentare presentata dal nostro Gruppo


POMODORO CINESE SPACCIATO PER MADE ITALY, 160 MLN DI KG/ANSA
COLDIRETTI A NAPOLI MOSTRA PROVA FUSTI CHE SBARCANO NEI PORTI
   (ANSA) - ROMA, 21 NOV - Oltre 160 milioni di chili di
concentrato di pomodoro cinese da 'spacciare' come Made in Italy
sono sbarcati nei porti italiani nel 2007. La denuncia viene
dalla Coldiretti che a Napoli nel corso del Meeting dei
Presidenti ha mostrato la prova dei fusti, di oltre 200 chili di
peso, con i quali arriva il pomodoro dalla Cina per essere
rilavorato e confezionato come italiano poiché nei contenitori
al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di
confezionamento e non quello di coltivazione del pomodoro.
Nonostante gli allarmi sulla sicurezza dei prodotti cinesi nel
2007 - sottolinea la Coldiretti - sono quasi triplicate le
importazioni di pomodoro concentrato dalla Cina (+163 per cento)
per un quantitativo che equivale a circa un quarto dell'intera
produzione di pomodoro coltivata in Italia. Si tratta - precisa
la Coldiretti - di una situazione preoccupante con l'arrivo
dalla Cina di un equivalente di 1,1 miliardi di chili di
pomodoro fresco all'interno di quasi 800mila fusti di triplo
concentrato da ognuno dei quali è possibile ottenere oltre
cinquemila confezioni di sugo pronto o 1400 confezioni di
passata o più di mille tubetti di triplo concentrato etichettati
come Made in Italy. Il pomodoro - sostiene la Coldiretti - è il
condimento maggiormente acquistato dagli italiani che, secondo i
dati Ismea Ac Nielsen, spendono per i consumi casalinghi ben 442
milioni di euro per acquistare oltre 545 mila tonnellate di
pomodori in scatola o in bottiglia. Ogni famiglia - precisa la
Coldiretti - durante l'anno acquista almeno 31 kg di pomodori
trasformati e, a essere preferiti, sono stati nell'ordine i
pelati (14 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o il pomodoro a
pezzi (5 Kg) e per ultimo i concentrati e gli altri derivati (1
Kg). Di fronte a questa situazione grazie alla mobilitazione
della Coldiretti dal primo gennaio 2008 cadranno tutte le
deroghe è sarà finalmente obbligatorio indicare in etichetta
l'origine del pomodoro utilizzato nella passata, secondo quanto
previsto dal Decreto del 17 febbraio del Ministero delle
Politiche Agricole.''Si tratta di un passo in avanti
straordinario che occorre immediatamente estendere a tutti i
derivati del pomodoro e agli altri alimenti anche per favorire i
controlli e permettere l'immediato ritiro dal mercato dei
prodotti eventualmente pericolosi'' - ha affermato il presidente
della Coldiretti Sergio Marini.
   La Cina ha iniziato la produzione di pomodoro nel 1990 e oggi
rappresenta il terzo bacino di produzione dopo Stati Uniti e
Italia, con circa la metà del concentrato che è esportato
proprio nel Belpaese. (ANSA).


COMUNICATO  STAMPA

POMODORO: De Petris (Verdi) “Indispensabili controlli sanitari a tappeto”


        21/11/07 – “E’urgente che le autorità sanitarie preposte alla
dogana effettuino controlli approfonditi sulla sicurezza alimentare del
concentrato di pomodoro cinese e sulla presenza di eventuali additivi o
prodotti chimici vietati. Non è più tollerabile che siano ‘taroccati’ come
‘made in italy’ prodotti di tutt’altra origine e di scadente qualità.”
        Loredana De Petris, senatrice dei Verdi e capogruppo in Commissione
Agricoltura, ha presentato oggi una interrogazione parlamentare urgente in
merito ai dati ed ai nuovi elementi forniti dalla Coldiretti sul commercio
di pomodoro concentrato proveniente dalla Cina.
        “La salsa di pomodoro – dichiara la senatrice – è uno dei prodotti
più utilizzati sulle tavole delle famiglie italiane e più rappresentativi
della nostra cucina nel mondo. I controlli alla dogana devono intanto
garantire che non finiscano nei nostri piatti prodotti realizzati secondo
standard sanitari ben diversi da quelli vigenti nell’Unione europea.”
        “Solo l’etichettatura di origine di tutti i derivati del pomodoro –
conclude l’esponente dei Verdi – può fornire ai consumatori quegli elementi
di trasparenza che consentano di scegliere con consapevolezza e di tutelare
i produttori di qualità.”
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