rassegna stampa: IL VINO CONTIENE PESTICIDI. E' UN PROBLEMA ANCHE PER IL BIOLOGICO



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da Green Planet - 31/03/2008

IL VINO CONTIENE PESTICIDI. E' UN PROBLEMA ANCHE PER IL BIOLOGICO.

Il grido di allarme giunge proprio alla vigilia di VinItaly; il problema non
riguarderebbe in modo diretto la produzione del nostro paese e toccherebbe
solo in modo marginale il settore biologico.

Le bottiglie di vino che si possono tranquillamente acquistare contengono
quantità di pesticidi dannose per la salute umana. Pesticide Action Network
Europe (PAN), un ong inglese, ha "scoperto sostanziali elementi di
prova"dopo aver analizzato 40 bottiglie campione ( 10 francesi, 10 tedesche,
7 austriache, 3 italiane, 1 portoghese, sudafricano, australiano e cileno.
Tra queste, 6 etichette di vino biologico, 3 vini biologici erano francesi e
3 austriaci. Dei 6 vini bio analizzati solo uno conteneva tracce di
pesticidi, con livelli bassi, dovute molto probabilmente ad una forma di
contaminazione dovuto all'utilizzo di sostanze chimiche in appezzamenti
limitrofi.

Il riscontro di queste analisi segue la diffusione di uno studio, pubblicato
dal ministero dell'Agricoltura francese, in cui si evidenziano come ben 15
sostanze tossiche utilizzate come pesticidi siano sistematicamente
trasferite dall'uva al vino durante il processo di vinificazione. L'uva
rappresenta il prodotto alimentare in commercio tra i più contaminati e
riceve un altissimo dosaggio di pesticidi sintetici, superiore a qualsiasi
altra coltivazione.

"La presenza di pesticidi nei vini europei è un problema sempre più
diffuso," ha dichiarato Elliott Cannel di Pan. "Molti viticoltori stanno
abbandonando metodi tradizionali di controllo a favore di pericolosi
pesticidi sintetici. Questa tendenza ha un impatto diretto sulla qualità dei
vini europei.

Circa la metà della frutta e della verdura venduta in Europa è contaminata
da pesticidi e un prodotto ogni venti contiene concentrazioni di sostanze
tossiche superiore ai limiti legali. La maggioranza dei vini analizzati
appartiene ad una fascia di prodotto a prezzo medio/basso, mentre tre
etichette rappresentano il top della produzione ( e costano oltre *200). I
vini sono stati acquistati in Europa, in Germania ( da Greenpeace), in
Austria (da Friends of the Earth Austria) e in Francia ( da MDRGF, Mouvement
pour le Droit et le Respect des Générations Futures).

Le bottiglie hanno offerto una gamma di 148 residui di pesticidi. Le 34
bottiglie di vino convenzionale contenevano almeno 1 pesticida, con un media
superiore ai 4. In un caso addirittura 10. Ne sono stati individuati 24
differenti, cinque classificati come carcinogenic, mutagenic, reprotoxic or
endocrine disrupting dalla Ue.

Il problema dei pesticidi e della loro diffusione, quindi, riguarda
l'ortofrutta ma resiste anche nella produzione alimentare e nella sua
espressione più sublime, quale è il vino. E' inoltre un problema talmente
diffuso che - l'ennesimo conferma arriva da queste analisi - rovina anche
quelle coltivazioni che i prodotti di sintesi di sicuro non vogliono
utilizzare. Il problema dei pesticidi attiene modalità produttive che stanno
rivelando in modo radicale una spaccatura, nei coltivatori, tra chi non è
contrario e chi lo è e verso quali bacini di consumo orientarsi. E' un
dibattito aperto e non è estraneo a quello sugli ogm, proprio per le
modalità di persuasione di quel pensiero favorevole alle manipolazioni
genetiche nel settore alimentare. L'esperienza dimostra come il disimpegno
legislativo, la mancanza di norme e i cosiddetti "buchi" nella
giurisprudenza abbiano spesso favorito la diffusione dell'industria in
ambiti che fino a quel momento si sviluppavano con modalità di tutt'altro
livello. Come dire che l'interesse dell'industria per nuovi settori di
sviluppo ha spesso coinciso con momenti di distrazione o sorprendente
apertura delle maglie del controllo del sistema politico.

Il 4 aprile prossimo, all'interno di Vinitaly 2008, si terrà un convegno
molto importante per il vino e il settore biologico. Il convegno,
organizzato da AIAB, porterà all'attenzione del settore vitivinicolo
tradizionale ( o convenzionale) gli sforzi e i risultati del progetto
Orwine, sul disciplinare europeo del vino biologico. Un momento utile, per
il settore e "per fare sistema", cioè per superare il solito problema
italiano della frantumazione di ogni posizione comune, unitaria e forte.
Come spiega nel comunicato Cristina Micheloni, coordinatrice generale del
progetto europeo Orwine:"Presentarsi uniti il prossimo mese, quando
inizieranno le discussioni in ambito comunitario sulle nuove regole, è
indispensabile se vogliamo contare qualcosa nella formulazione del
regolamento per il vino biologico".

Se il settore a Verona si presentasse unito e forte, sarebbe già un gran
risultato per il biologico. (FB)
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 N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at altragricolturanordest.it

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