comunicato stampa



NEL DPEF SI TORNA A PARLARE DI PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA.

Il Ministro dell'Economia Tremonti ha annunciato che il prossimo 18 giugno,
in sede di presentazione del Documento di programmazione
economico-finanziaria (Dpef), allegherà allo stesso un "Piano per lo
sviluppo" che, tra le altre cose, prevede un decreto o un disegno di legge
per la messa a gara della gestione di tutti i servizi pubblici locali. Il
solerte Ministro ha inoltre tenuto più volte a precisare come la
privatizzazione riguarderà anche l'acqua, dimostrando la precisa volontà di
attaccare il movimento che in questi anni si è prodotto con più forza e
radicamento territoriale. E, se qualcuno coltivasse qualche illusione di
possibilità parlamentare, ci ha pensato la ministro-ombra del PD,
Lanzillotta, a dichiarare il consenso bipartisan dell'intero Parlamento.

Siamo alle solite.

Il modello neoliberista, per continuare ad esistere, ha assoluto bisogno
della valorizzazione finanziaria e della messa sul mercato dei beni comuni,
in una logica di espropriazione totale dei diritti e di precarizzazione
completa della vita delle persone.

Perché si dispieghi l'orizzonte della solitudine competitiva - ciascuno
lasciato solo sul mercato in diretta competizione con l'altro- occorre
eliminare qualsiasi orizzonte di comune condivisone, qualsiasi spazio
pubblico, qualsiasi diritto sociale. Da qui l'attacco strumentale ai
"fannulloni" del lavoro pubblico, il tentativo di eliminare il contratto
nazionale e l'espressa volontà di precarizzare definitivamente il
lavoro. Da qui il disegno di privatizzazione totale dei beni comuni e dei
servizi pubblici locali per consegnarli ai poteri forti del grande capitale
finanziario. Lasciando al pubblico il solo ruolo di gendarme, e dispiegando
in funzione di esso le politiche securitarie, attraverso una attenta
seminagione dell'intolleranza sociale e del razzismo contro ogni diversità
e della trasformazione in problema di ordine pubblico di ogni
conflittualità sociale.

Occorre respingere con forza questa nuova ondata di privatizzazioni.

Perché la consegna al mercato dei beni comuni e dei servizi pubblici è
un'espropriazione di democrazia.

Perché tutte le lotte per la ripubblicizzazione dell'acqua, per una diversa
politica dei rifiuti che faccia a meno di discariche ed inceneritori, per
un nuovo piano energetico che dica basta alla proliferazione di centrali
fossili e nucleari e si basi sul risparmio energetico, per un diverso modo
di muoversi e di abitare i territori urbani sarebbero vanificate dalla
definitiva consegna al mercato di questi beni.

Perché il mercato non conserva, avendo tutto l'interesse a dissipare.

Perché il mercato non universalizza, avendo tutto l'interesse a dividere.

Credo sia giunto il momento, così come è stato per la lotta alla direttiva
Bolkestein e per il contrasto al precedente DDL Lanzillotta, di costruire
da subito una nuova alleanza contro la privatizzazione dei beni comuni e
dei servizi pubblici che metta insieme tutte le forze e le realtà che in
questi anni, dentro i territori e attraverso esperienze di partecipazione
dal basso, hanno indicato la strada di un altro modello sociale e di un
altro mondo possibile.

Italo Di Sabato - dip. naz.le Movimenti Prc/Se

.


<http://www.italodisabato.org/>www.italodisabato.org