04/10 Imola: IOŠDONNAŠIMMIGRATAŠ



Vi allego la scheda dello spettacolo del Teatro Reon che faremo a Imola
nell'ambitodelle iniziative sulla pace.
MARTEDI' 4 OTTOBRE ALLE ORE 20,30  ALLA SALA TEATRO DEL CIRCOLI - Via
Orsini, 13 Imola.
       Lo spettacolo è gratuito.
Vedete di far girare l'informazione, grazie.



Presenta

Con il Patrocinio dell'U.N.E.S.CO.
Regione Emilia Romagna - Provincia di Bologna - Comune di Bologna
Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna - Città di Kharkov (Ukraine)
Centre Culturel d'Egypt (Paris) - Centre Franco Italien de Nantes
Citè Universitaire International de Paris, Maison d'Italie -
 Associazione Orlando Centro di Documentazione delle Donne (Bologna)-
C.I.D.E.S. (Centro Internazionale dell'Economia Sociale) (Bologna)
Istituto Italiano di Cultura (Paris)

IOŠDONNAŠIMMIGRATAŠ
Volere Dire Scrivere
Testo di Valentina Mmaka
progetto teatrale regia e drammaturgia  Fulvio Ianneo
in collaborazione con Anna Amadori
con
Sonia Aimiuwu - Imane Khalil Combes - Tetyana Mikhina
costumi Elisabetta Muner
foto      Livio Senigalliesi
suono  Mustafà Cencic
elaborazione immagini Mariateresa Ventrella
org. e Promozione Antonella Maria Pesce








Arrivate da differenti paesi tre donne immigrate intrecciano i loro destini
in una esibizione corale quasi gioiosa della propria esistenza. La loro
condizione di sradicamento coltiva conflitti e desideri per i luoghi di
origine e di approdo, elabora strategie di sopravvivenza, risposte allo
spaesamento e all'essere differenti. Mostrarsi, cantare, danzare,
raccontare cio che si è diventati e che si era diventa un riscatto:
finalmente esistere. Mostrarsi al mondo per ciò che si é, adottando una
lingua e un pensiero nuovo per loro vuol dire sopravvivere. L'italiano e il
francese sono le lingue in cui nasce questa versione dello spettacolo:
lingue che finiscono per illuminare lati scuri, entrare nei pensieri e
manipolarli, dove emergono parole, scarti di una sottile e inquieta
lucidità che investe la vita delle migranti in cerca di una felicità
possibile. Ma è soprattutto l'atto di mutazione che prelude al desiderio di
un ritorno

Valentina Mmaka: "Sono cresciuta in Sudafrica dalla nascita, in un contesto
sociale, quello sudafricano, in cui il solo fatto di essere nati lì
significava essere discriminati. Anche se appartenevo, per origini
familiari, alla categoria dei colonizzatori fautori della segregazione
razziale, e la storia mi "confinava" in un ghetto eccellente di privilegi,
io ero un'africana. Un'africana bianca, ma pur sempre un'africana. [Š] Ho
continuato a vivere in Africa, anche oggi. Anch'io ho vissuto la turbinosa
esperienza dell'immigrato, ma paradossalmente l'ho vissuta nel mio paese
d'origine, l'Italia"

Fulvio Ianneo Dopo un lungo percorso di esperienze artistiche e
professionali fonda insieme ad Anna Amadori, Teatro Reon che, oltre ad un
importante attività di produzione di spettacoli nell'ambito della
drammaturgia contemporanea, realizza un'ampia gamma di progetti culturali
nel campo della didattica, della formazione e dell'intervento
sociale,(adolescenza, multiculturalità, carcere), coordinando progetti di
rete in Italia e in Europa. La drammaturgia dell'esperienza, l'arte come
percezione e conoscenza e il teatro come memoria popolare sono gli elementi
che connotano il lavoro di questo artista