Re: Hirsi Ali s'appella ai dissidenti dell'islam e rivendica il diritto di offendere



Sono contrario a quanto dichiarato dalla deputata:

a) Il presupposto del suo ragionare è sbagliato in
partenza: non esiste la democrazia citata dalla
deputata: oggi in tutto il cosidetto occidente esiste
una farsa della democrazia, dove i media sotto tutti
sotto los tretto controllo di chi ha i mezzi
finanziari per possederli. Esiste una libertà
condizionata al fatto che non "disturbi il
manovratore", ed è vigilata attraverso la
manipolazione costante delle coscienze, mediante
appunto i mass media.
b) le vignette quindi sono il frutto di una
pianificata campagna atta a rinfocolare conflitti
utilissimi per mantenere alto il prezzo del petrolio,
ricattare i governi islamici moderati per mantenerli
nella sfera USA, limitare la capacità di penetrazione
commerciale europea e la sua competitività
allontanandola dallo scacchiere mediorientale: se
permane il conflitto solo Usa ed Israele compaiono
come prim'attori!
c) aumentare la pressione contro la Chiesa cattolica
per impedire la sua autonoma e crescente influenza
sulle coscienze;

Post scriptum: codesta deputata farebbe meglio a
pensare alla "democrazia" di casa sua: un paese che
vanta record nel campo della prostituzione,
pornografia, pedofili, drogati, pervertiti, ecc.

--- associazione Amici di Lazzaro
<associazioneamicidilazzaro at yahoo.it> ha scritto: 



> Hirsi Ali s'appella ai dissidenti dell'islam e
> rivendica il diritto di 
> offendere
> www.ilfoglio.it
> 
> 
> Pubblichiamo il discorso che la deputata
> olandese, Ayaan Hirsi Ali, l'amicacollega
> del regista assassinato Theo van
> Gogh, ha tenuto il 9 febbraio a Berlino.
> 
> Sono qui per difendere il diritto di offendere.
> Sono convinta che quella vulnerabile
> impresa chiamata democrazia non possa
> essere realizzata senza la libertà d'espressione,
> in particolare sui media. I giornalisti
> occidentali non possono rinunciare a
> questa libertà, che in altre aree del pianeta
> è negata. Il Jyllands Posten ha fatto una scelta
> giusta pubblicando le vignette su Maometto
> ed è stato altrettanto giusto ripubblicarle
> su altri giornali di tutta Europa.
> Ripercorriamo la storia di questa vicenda.
> L'autore di un libro per bambini sul profeta
> Maometto non riusciva a trovare un illustratore,
> perché tutti si autocensuravano per
> paura di subire la violenta vendetta dei musulmani,
> secondo i quali nessuno ha il permesso
> di raffigurare il profeta. I giornalisti
> del Jyllands Posten decisero di indagare più
> a fondo, ritenendo giustamente che una simile
> autocensura aveva conseguenze di
> grande portata per la democrazia. Come
> giornalisti, avevano il dovere di pubblicare
> le vignette su Maometto. (.) Sono convinta
> che il primo ministro danese Anders Fogh
> Rasmussen abbia agito giustamente quando
> ha rifiutato di incontrare i rappresentanti
> dei regimi tirannici che gli chiedevano di limitare
> la libertà di stampa. (.) E' un esempio
> per gli altri leader europei. Vorrei che il
> mio primo ministro avesse lo stesso fegato di
> Rasmussen. Vergogna a tutte le aziende europee
> con filiali in medio oriente che hanno
> detto "non siamo danesi" e "non vendiamo
> prodotti danesi". Questa è pura codardia. Il
> cioccolato della Nestlé non avrà più lo stesso
> gusto, vero? Gli stati membri dell'Unione
> europea dovrebbero risarcire il danno che
> le aziende danesi hanno subito per colpa
> del boicottaggio. La libertà di parola non si
> ottiene gratis. Vale la pena spendere qualche
> milione di euro per difenderla (.).
> La condanna di Rushdie
> Quale vantaggio ha portato la pubblicazione
> delle vignette? Ecco: ha dimostrato che
> esiste una diffusa paura tra autori, registi,
> vignettisti
> e giornalisti che vorrebbero descrivere,
> analizzare o criticare gli aspetti intolleranti
> dell'islam che si sono diffusi a macchia
> d'olio in tutta l'Europa. Ha rivelato la
> presenza in Europa di una significativa minoranza
> che non comprende e che non è disposta
> ad accettare i principi e i meccanismi
> della democrazia liberale. Queste persone,
> molte delle quali hanno la cittadinanza europea,
> hanno fatto numerosi proclami in favore
> della censura, del boicottaggio, della
> violenza e di leggi per proibire l'"islamofobia".
> Le vignette hanno dimostrato che vi sono
> paesi pronti a violare le regole della diplomazia
> per ragioni di opportunità politica.
> Governi dispotici e malvagi come quello dell'Arabia
> Saudita inscenano falsi movimenti
> "popolari" per boicottare il latte e lo yogurt
> danesi, mentre cercano di reprimere senza
> pietà qualsiasi movimento popolare che richieda
> il diritto di voto. Oggi sono qui per difendere
> il diritto di offendere, nel rispetto
> dei limiti imposti dalla legge. Perché Berlino?
> Perché proprio io?
> Berlino è una città con una storia caratterizzata
> da numerose sfide ideologiche sferrate
> contro la società aperta. Questa è la
> città dove un muro ha tenuto un intero popolo
> chiuso dentro i confini dello stato comunista
> (.). Qui i dissidenti fuggiti dall'est hanno
> potuto scrivere romanzi, girare film, disegnare
> vignette e usare la propria creatività
> per convincere una parte del mondo occidentale
> che il comunismo era tutt'altra cosa
> che il paradiso sulla terra. (.) Quella battaglia
> è stata vinta. Oggi la società aperta è minacciata
> dall'islamismo fondato da Maometto,
> un uomo vissuto nel settimo secolo della
> nostra era e considerato un profeta. Molti
> musulmani sono persone del tutto pacifiche
> e niente affatto fanatiche. Per quel che mi
> riguarda,
> hanno tutto il diritto di essere fedeli
> alle proprie convinzioni. Ma all'interno
> dell'islam c'è un movimento estremista che
> rifiuta le libertà democratiche e vuole
> distruggerle.
> Gli islamisti cercano di convincere
> gli altri musulmani che il loro stile di vita
> è il più giusto. Ma quando cercano di
> esporre i difetti negli insegnamenti di Maometto
> gli oppositori dell'islamismo sono accusati
> di essere offensivi, blasfemi, irresponsabili
> o addirittura islamofobi e razzisti. (.)
> Si tratta di un conflitto di idee che trascende
> i confini e le razze.
> Perché io? Sono una dissidente, come i
> berlinesi che abitavano nella parte orientale
> della città e che fuggirono in occidente.
> Anch'io sono fuggita in occidente. Sono nata
> in Somalia e sono cresciuta in Arabia Saudita
> e in Kenya. Per molto tempo sono rimasta
> fedele ai principi guida stabiliti dal profeta.
> Come le migliaia di persone che hanno dimostrato
> contro le vignette danesi, ritenevo
> che Maometto fosse perfetto, la sola fonte e,
> anzi, il solo criterio di giudizio fra il bene e
> il male. Nel 1989, quando condannò a morte
> Salman Rushdie per avere offeso il profeta,
> ritenni che Khomeini avesse fatto bene. Ora
> non più. Penso che il profeta abbia sbagliato
> nel porre se stesso e le proprie idee al di
> sopra di ogni critica. Penso che il profeta abbia
> sbagliato nel subordinare le donne agli
> uomini. Penso che il profeta abbia sbagliato
> nel decretare che gli omosessuali devono essere
> uccisi. Il profeta ha sbagliato a dire che
> gli apostati devono essere uccisi, che le
> adultere devono essere lapidate e che le mani
> dei ladri devono essere tagliate. Ha sbagliato
> a dire che coloro che muoiono per la
> causa di Allah saranno ricompensati con il
> paradiso. Ha sbagliato a dire che una società
> giusta poteva essere costruita soltanto
> a partire dalle sue idee. Il profeta ha detto e
> fatto cose molto buone. Ha incoraggiato gli
> altri alla carità. Ma bisogna riconoscere che
> era anche irrispettoso e insensibile nei confronti
> di coloro che non erano d'accordo con
> lui. Penso che sia giusto girare film e pubblicare
> vignette critiche su Maometto (.).
> Non bisogna sottomettersi
> Non intendo offendere il sentimento religioso,
> ma neppure sottomettermi alla tirannia.
> Esigere che le persone che non accettano
> gli insegnamenti di Maometto si astengano
> dal raffigurarlo non è una richiesta di rispetto,
> ma un ordine di sottomissione. Non
> sono l'unica dissidente dell'islam. Qui in occidente
> ci sono molte persone come me. (.)
> Altre sono a Teheran, Doha, Riad, Amman,
> Il Cairo, Khartum, Mogadiscio, Lahore e Kabul.
> (.) Ci rifiutiamo di lasciarci trascinare
> in una frenesia di violenza collettiva. Come
> numero siamo ancora troppo pochi e troppo
> dispersi per costitutire alcunché di collettivo.
> (.) Gli avversari useranno la forza per
> chiuderci la bocca. Ricorreranno a ogni tipo
> di manipolazioni e diranno di essere stati
> mortalmente offesi. Diranno che noi siamo
> deboli di mente e che non bisogna prenderci
> sul serio. Anche i difensori del comunismo
> hanno usato questi metodi. Berlino è la
> città dell'ottimismo: qui il comunismo è fallito
> e il muro è stato abbattuto. (.) Sono ottimista
> e confido che un giorno sarà abbattuto
> anche quel muro virtuale che separa i
> sostenitori della libertà da coloro che soccombono
> alla seduzione e alla apparente sicurezza
> delle idee totalitaristiche.
> (traduzione di Aldo Piccato) 
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