I: Assemblea naz forum donne







                                                             

Car@ tutt @  il caldo in questi giorni ha imballato il server e non solo,
cosicchè gli errori si moltiplicano, infatti abbiamo mandato in rete la
bozza dell'articolo/resoconto dell'assemblea e non l'articolo finito. Ci
scusiamo per il disguido.

Ciao

Linda  e Giada



L'assemblea del Forum delle donne. Prima occasione di confronto e
discussione dopo il voto del 9 aprile

di Linda Santilli

(Liberazione - 14 luglio 2006)



A Roma il 9 luglio, nella sala Lucio Libertini, si è svolta l’assemblea
nazionale del Forum delle donne. Un appuntamento che come sempre ha visto
coinvolte donne iscritte al partito, non iscritte, amiche e compagne del
movimento e delle istituzioni provenienti da tutt’Italia, impegnate in una
utile e approfondita discussione, la prima dopo il voto del 9 aprile. Per
centrare nuovamente le tematiche prioritarie su cui organizzare il lavoro
politico, ma anche per fare il punto su partito, innovazione, ripresa del
movimento delle donne, Sinistra europea, nuova fase politica del paese,
cioè costituzione del governo di centro sinistra.

Questa è la griglia fitta degli argomenti che Imma Barbarossa consegna alla
discussione, sottolineando come “la scelta di entrare nell’Unione per
mandare a casa Berlusconi portasse in sé già dal suo inizio la
consapevolezza che dare un segnale forte  di cambiamento una volta vinte le
lezioni non sarebbe stato né facile né scontato”.

Ci tornano in molte su questo punto, aggiungendo timori e preoccupazioni
sul rischio che il governo  si riveli, nelle sue scelte pratiche, distante
dalle coordinate che ci ispirano, ma, come sottolinea con forza Elettra
Deiana, “tra la tentazione ad assumere un atteggiamento di fuga a partire
da una purezza  ideologica presunta e quella di illudersi di poter
invertire radicalmente la tendenza politica e culturale del paese, c’è una
terza via”. La terza via è l’autonomia, cioè quella risorsa fondamentale
della politica delle donne che ha segnato percorsi di cambiamento nei
luoghi in cui si è prodotta. Autonomia di giudizio, di analisi, di
costruzione di percorsi conflittuali e di lotta dentro i movimenti sui
terreni caldi, per continuare ad agire il conflitto da femministe.

Ed infatti l’intreccio delle questioni affrontate in questo incontro sono
legate da un filo conduttore spesso che porta dentro di sé, in un gioco di
rimandi tra i vari interventi,  parole come autonomia appunto, ma anche
responsabilità.

Come si ricostruiscono percorsi per mantenere in piedi questo governo che
rappresenta lo sforzo fatto nel paese per sconfiggere il berlusconismo?
Direttamente e indirettamente è questo uno degli  interrogativi su cui ci
si ferma a riflettere tentando di dare risposte: “riprendendo in mano lo
strumento politico dell’inchiesta e dell’autoinchiesta per conoscere la
realtà in cui viviamo potenziando le relazioni” dice Eliana Como;  “facendo
un lavoro politico di sinergia tra partito movimenti e istituzioni, forum
delle donne, coordinamento delle parlamentari neoelette, realtà femminili
di movimento” aggiungono altre, tra cui Isabella Peretti.

C’è bisogno di parola pubblica delle donne in questo difficile snodo della
vita politica così pesantemente segnato dalla pretesa maschile di
riprendere a pontificare e a normare sul corpo femminile. Parole e azioni
di donne sui grossi temi del presente, dall’autodeterminazione, la legge
40, la questione sociale, la pace, il lavoro. Ed è sulla legge 40 e le
possibili iniziative parlamentari che interviene Erminia Emprin in apertura
dei lavori con una ricca relazione, ripresa poi da tante. “La legge 40 è
una legge simbolo del berlusconismo” afferma di rimando Angela Azzaro
ricordando che se c’è un elemento che ha caratterizzato la politica delle
destre in questi anni è stato proprio il familismo, con al centro
l’obiettivo di colpire i corpi e di normarli.

E’ da qui dunque che bisogna ripartire, nell’autonomia femminile, dalla
potenzialità critica e scardinante dello sguardo delle donne, per agire il
conflitto come sempre e più di sempre. Per aprire infine una grossa
campagna nel paese che rilanci questi temi con radicalità. Organizzare
iniziative, assemblee, moltiplicare le occasioni per potenziare reti tra
donne. In questo dibattito sul che fare dibattito si inserisce la proposta
di Elena Del Grosso di riprendere il percorso dei Tavoli di bioetica. “I
Tavoli, dice,  possono essere oggi un ulteriore strumento per contrastare
il tentativo in atto di far scendere il silenzio su questa legge che è da
abrogare”.

Autodeterminazione, corpi e legge, laicità, che saranno tra l’altro i temi
del prossimo campeggio nazionale di Scuola di politica organizzato dal
Forum, (le schede di iscrizione con i rispettivi materiali su come,
quando, dove iscriversi vengono intanto distribuiti all’ingresso della
sala), ma non solo. L’andamento della discussione va a toccare altre
questioni, tra cui la necessità, più volte richiamata, di avviare una
azione che aiuti a far emergere il lato della condizione materiale delle
donne, nel rapporto con il nuovo governo. Quali politiche dunque sul
lavoro, sul sociale?

Se è vero che sotto attacco in questi anni sono stati i corpi, in primo
luogo i corpi femminili, nello   stesso orizzonte si iscrive la grossa
tematica della precarietà. Che cosa è la precarietà se non un attacco ai
corpi e ai loro desideri? “E quanto anche in questo caso il berlusconismo
ha sedimentato nel profondo, mutato, trasformato nella cultura e nei
comportamenti diffusi  in termini di individualismo, solitudine,
polverizzazione delle reti sociali e di solidarietà?” chiede in un
intervento appassionato Patrizia Bortolini che ci tiene a ribadire tra
l’altro come Milano, di tutto questo, sia città simbolo. Ed infatti è a
Milano che si è deciso di far partire il “Laboratorio su donne e precarietà
della vita e del lavoro”.  Un laboratorio che  in autunno si vuol
costituire   anche a Roma e a Napoli e che starà dentro il percorso di
movimento lanciato nell’assemblea “Stop precarietà ora”dell’8 luglio che
porterà alla manifestazione nazionale di ottobre.

Che senso ha questo laboratorio? “Esso nasce dall’esigenza di dotarci di
una strumento di analisi” prosegue Bortolini, “analisi  per comprendere le
metamorfosi in atto, a partire dal tema della femminilizzazione del lavoro,
il rapporto tra produzione e riproduzione, la riproduzione biologica come
bene comune primordiale”.  “Ma in questa nuova fase politica abbiamo
bisogno di intervenire, scendere in piazza se servirà, e formulare proposte
radicali” aggiunge Eliana Como.

La discussione si infittisce di argomenti, sollecitazioni, resoconti dai
territori, soprattutto dal sud, dalla Campania, dalla Sicilia, dalla
Sardegna. Alcune tornano sulle riflessioni iniziali di Barbarossa a
proposito della Sinistra europea, “uno spazio prezioso e pieno di
potenzialità che rischia però di essere segnato da vecchie logiche maschili
escludenti e dove la presenza della soggettività politica delle donne trova
ostacoli”. Tante riprendono in particolare il filo della discussione
lanciato da Elettra Deiana e ancora Patrizia Bortolini sull’innovazione nel
partito. L’innovazione nei contenuti, nell’elaborazione, nelle forme della
politica. “Un patrimonio tutto nostro” aveva detto in mattinata Deiana
“come Forum innanzitutto, e come Prc, che va recuperato e rilanciato con
radicalità”.

Ma non solo. Le compagne sarde denunciano il loro stato di disagio nel
partito come già avevano fatto altre nel corso della giornata, da Giovanna
Capelli a Loredana Fraleone ad altre ancora. “Il rischio è una perdita di
senso” dice Giustina Comodi fissando l’attenzione su un aspetto importante
che riguarda precisamente la nostra organizzazione: il prendersi cura,
delle relazioni,   del lavoro di militanza,  degli uomini e delle donne che
continuano a dedicare energie tempo e passione per la rifondazione
comunista e per un altro mondo possibile.

Nessun altro mondo sarà possibile però senza il protagonismo delle donne,
senza i loro gesti e le loro parole differenti. Con questa rinnovata
consapevolezza si chiude l’assemblea,  per riprendere i lavori in autunno
ed affrontare le prossime tappe.








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