quarta corrispondenza dal corteo nazionale delle rdb



Quarta corrispondenza (0re 12.10)



Radio Città Aperta



Oggi mi alzo e sciopero! In tanti hanno seguito questo invito a manifestare
contro lo smantellamento della Pubblica Amministrazione. Il corteo partito
dopo le 11 da piazza della Repubblica si sta snodando per le strade di
Roma. Una partecipazione che Nazareno Festuccia delle RdB definisce enorme
e variegata. “All’interno del corteo di oggi si saldano i percorsi di lotta
dei lavoratori precari e dei lavori stabili, un percorso di lotta che deve
trovare la sua continuazione e la sua amplificazione  in una opposizione
sociale crescente alle politiche di questo governo, che coinvolga anche
altri settori del mondo del lavoro e della società. Oggi sono tanti i
lavoratori della sanità in piazza. Noi subiamo in pochi anni una seconda
riforma operata da questo governo che mira alla destrutturazione della
sanità pubblica. Occorre costruire con gli utenti e i lavoratori la difesa
delle strutture sanitarie nel territorio per evitare la proliferare degli
errori e delle morti che tra l’altro vengono strumentalizzati per
giustificare le scelte di privatizzazione. Noi lottiamo per un sistema
sanitario pubblico che rispetti le esigenze dei cittadini e non i criteri
dei manager.”

Una lavoratrice di Bologna ha denunciato ai nostri microfoni l’oscuramento
dello sciopero di oggi da parte dei mezzi di informazione, tra l’altro
contravvenendo alle normative che impongono a quotidiani e Tv di informare
correttamente e tempestivamente i cittadini sulle mobilitazioni sindacali.

“Si assunzioni, no esternalizzazioni” chiede uno striscione firmato dalle
Flsu-Cub  della scuola. “Sono cococo da ormai 11 anni, con contratti
precari che si rinnovano ogni anno nel mese di dicembre. Ora ho 51 anni e
non ne posso più di questa situazione. Il governo Prodi ha promesso fondi
per stabilizzare i lavoratori precari ma finora non abbiamo visto nessun
risultato concreto.”

All’interno del corteo è presente un enorme pupazzo di Prodi che porta un
pacco. Il riferimento è allo scippo del TFR a favore dei fondi pensione
privati, contro il quale da settimane è in corso una campagna delle RdB con
mobilitazioni territoriali.

Un altro striscione recita “Puglia deprecarizzata”. “Con la scusa che siamo
dei fannulloni vogliono regalare la pubblica amministrazione ai privati
come succede ad esempio nella sanità. Le poche risorse pubbliche stanziate
vengono regalate ai privati: il caso delle aziende che gestiscono
l’erogazione dell’acqua, del gas e dell’elettricità è eclatante.” La
denuncia è di un lavoratore proveniente dalla provincia di Bari che mette
in rilievo anche la violazione da parte del governo di una Legge sulla
rappresentanza che è già di per sé antidemocratica e restrittiva ma che non
viene rispettata escludendo dai tavoli di trattativa i sindacati di base.
Il governo si sceglie i sindacati confederali come interlocutori di comodo
escludendo le organizzazioni sindacali realmente rappresentative”.

In piazza presente anche il deputato Francesco Caruso eletto nelle liste
del PRC ma molto critico col Governo: “Sono convinto anch’io che la
manifestazione di oggi è un segnale importante contro Palazzo Chigi da
parte del mondo della disoccupazione e della precarietà che esige risposte
concrete sul fronte della garanzia di un reddito e di un lavoro degno. Se
il precariato è di per sé una aberrazione e rappresenta una forma estrema
di sfruttamento che lo promuova lo Stato è qualcosa di vergognoso. Questo
corteo, tra l’altro di enorme impatto a livello di partecipazione, deve
essere un trampolino di lancio per riaprire una vertenza nazionale per
rimettere all’ordine del giorno gli interessi delle classi popolari e non i
diktat del Fondo Monetario Internazionale che guidano l’azione dei ministri
di questo governo che ha disatteso ampiamente le aspettative dei
lavoratori. Reputo assurda l’esclusione delle RdB dai tavoli di trattativa
col governo perché si deve discutere con chi rappresenta realmente i
lavoratori e non con i sindacati conniventi e di comodo. Le differenze tra
un governo di destra che ci spara addosso e uno di centrosinistra che fa
finta di non sentire sono veramente minime. Occorre alzare il livello della
mobilitazione anche a livello locale al di fuori dei sindacati confederali
così come hanno fatto ad esempio i lavoratori LSU della Calabria che dopo
essersi autorganizzati ed aver adoperato forme di lotta radicali hanno
ottenuto qualche risultato”.

Presenti all’interno del lungo corteo anche gli immigrati aderenti alle RdB
che chiedono la chiusura definitiva dei CPT, definiti giustamente “prigioni
etniche”. “La proposta da parte del governo di rendere migliori le
condizioni di detenzione è semplicemente ridicola” afferma il coordinatore
nazionale delle Rdb immigrati che ricorda le tante iniziative locali –
cortei e presidi – realizzati in questi giorni in numerose città italiane.