Sull'assassinio di Abdul



Dell'asassinio di Abdul in molti avrebbero fatto meglio a tacere.
Se avessero avuto ancora un minimo di rispetto e di dignità avrebbero taciuto.
E invece no.
Incuranti del sangue versato e impermeabili al dolore inferto, vomitano il loro odio appena celato. Politicanti che hanno costruito tutta la loro carriera sulla paura, giornalisti sempre pronti ad offrire la loro penna ai potenti, giudici zelanti, si affannano a precisare e a ribadire che "no il razzismo non c'entra con questa brutta storia". Non importa se gli assassini lo hanno chiamato "negro di merda", il razzismo non c'entra! Gli assassini sono pregiudicati bianchi, ma questo viene quasi nascosto dai media; se fossero stati dei pregiudicati neri?
Il razzismo non c'entra!
Ma se non è solo razzismo è qualcosa di mille volte peggio: è attacamento alla roba, alla proprietà. "Se tocchi anche solo una piccola parte di quello che possiedo ti uccido perchè la sola cosa che conta è possedere roba, sempre di più; ho annullato e sacrificato tutta la mia vita al lavoro e ad accumulare merci e nessuno mi può derubare" E' questo delirio popolare e populista, solo in parte dovuto alla destra, diffuso molto di più di quanto siamo disposti ad ammettere la ragione ultima di quasta morte, come quelle altre morti che quotidianamente avvengono per il lavoro nero, il nuovo schiavismo. La macchina che costruisce "ricchezza", basata sullo sfruttamneto dei più deboli, migranti o no, non può fermarsi, gli incidenti di percorso vanno al più presto dimenticati, facciamo in modo di non dimenticare; di riprendere a ragionare.
CIRCOLO ANARCHICO PONTE DELLA GHISOLFA
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