Una questione di TRASPARENZA






Carissimi Super Democratici affermatori dei Diritti!


Perdonatemi se son sempre qui con Voi. Ma questo Forum non è forse come un porto tranquillo dove filare l'ancora e rimanere per un po' al riparo da un mare reso procelloso da forze antidemocratiche ed autoritarie? Non è un po' come un Club dove incontrarsi con amici dai quali si sa non verranno altro che sentimenti positivi anche quando ci si scambia qualche critica?

Se c'è un dispiacere che provo ora nasce dal fatto che Internet non è ancora in grado di trasportare materia, per la qual cosa mi è impossibile offrirvi un buon bicchiere di Passerina o Pecorino. L'Abruzzo fino a qualche tempo fa faceva dei vini pessimi, quasi imbevibili, non ne uscivi senza mal di testa. Evidentemente i viticultori hanno poi chiesto l'aiuto di buoni esperti, perché il vino che si può bere oggi supera in qualità perfino quello che si produce ad occidente dell'Appennino. Dovreste assaporare lo chardonnay della Provence di Teramó. Fresco, al tepore del sole della prima Primavera, in capo al molo sud di Giglio per respirare un po' d'aria pura, lascia il pensiero libero da redini e fa prendere il largo alla mente ...


Ma, scusandomi per l'ebbra divagazione, vi prego di concedermi ora di ricordare il valore della TRASPARENZA: sarebbe a dire la possibilità di poter conoscere agevolmente tutto quanto c'è di utile e necessario da sapere relativamente a determinati fatti, iniziative, questioni, etc. al fine di verificarne la bontà, la giustezza come pure la genuinità. Se l'importanza della TRASPARENZA è già stata riconosciuta in questioni ad esempio inerenti i cittadini/consumatori (si pensi alla TRASPARENZA bancaria) ed in taluni casi è perfino divenuta d'obbligo, ancor più importanza dobbiamo riconoscerle ora quando abbiamo a che fare con fatti, iniziative e questioni politiche, che riguardano quindi la Collettività, che decidono del destino, della vita, delle persone, degli esseri umani.

Vado subito al sodo facendo un esempio: sui giornali che amiamo leggere è più che giusto ed urgente appaia a fianco della firma dell'autore di un articolo la specificazione di chi sia e cosa faccia professionalmente. Ogni giorno sui giornali e riviste a noi cari si susseguono mille articoli e saggi a firma di dotti nomi dello spettacolo culturale italiano. Ebbene: a fianco di ogni firma va evidenziata chiaramente la risultante di quella DISCRIMINAZIONE SOCIOPOLITICA di vecchio stampo autoritario che gli statali hanno mantenuto fino ai nostri giorni. Precisamente: a fianco di ogni firma va specificato se l'autore è un cittadino od uno statale. Si tratta di una discriminazione che finora, senza Internet, senza l'apporto diretto di semplici cittadini, senza la democrazia diretta, ci era rimasta del tutto nascosta. Nonostante tale discriminazione abbia fatto soffrire ogni componente della società, a volte perfino coloro i quali operavano questa discriminazione: gli statali stessi.


Ormai siamo però in grado di accorgercene tutti: l'impositivo/repressivo sistema basato sugli statali è stato abilissimo a dividere il popolo in "quelli di sinistra" e "quelli di destra". La distinzione da compiersi ad un certo punto della nostra Storia sarebbe dovuta invece essere tra "cittadini" e "statali", tra democratici ed autoritari, tra persone libere ed oppressori. Ricordate i tempi della rivoluzione francese? Come si chiamavano tra loro i rivoluzionari? "Statali" o "cittadini"? Ve li immaginate i francesi in lotta contro il regime monarchico dirsi: "caro statale mi passeresti la coccarda?". Erano invece CITTADINI consapevoli della differenza tra uomini e donne liberi ed i loro oppressori. Da allora in poi avremmo dovuto essere tutti cittadini al pari con ogni altro cittadino, le qualità personali di ognuno avendoci potuto distinguere e concedere ruoli e premi adeguati al nostro rispettivo valore.

Invece la sorte ha voluto che gli statali abbiano mantenuto l'intero potere funzionale anche in epoca repubblicana, riuscendo a giungere, zitti zitti, chiatti chiatti, fino ai nostri giorni, senza che nessuno si accorgesse che in una Repubblica non possono esistere monarchi di alcun tipo, nè grandi nè piccoli.


Carissime persone democratiche, la Funzione Pubblica è il nostro Bene Comune più caro! Perché da essa dipende ogni altro bene comune, dall'acqua all'aria, dal territorio alle altre Istituzioni. Non tradiamo gli sforzi ed i sacrifici di coloro che sono perfino giunti a perdere la vita pur di affermare la Res Publica (termine ingiustamente desueto ma perfettamente equivalente al più in uso "bene comune") e la Democrazia, sua diretta conseguenza.

La TRASPARENZA è un diritto. Tramite l'esercizio di questo diritto potremo divenire una Repubblica di senso compiuto, una Democrazia a tutti gli effetti. Noi cittadini dobiamo però guadagnarci entrambe. Nulla si ottiene senza fatica. Ringraziamo cielo e terra che oggi, tramite Internet, possiamo evolvere in sacrosanta pace, affermando giorno dopo giorno una nuova cultura e comunicandola subito tra noi. Invochiamo dunque la TRASPARENZA: non vi sia intervento o scritto su giornale, rivista, libro, su sito web, mailing list o forum, in convegno, seminario o meeting, che non riporti a fianco della firma dell'Autore se sia un CITTADINO od uno STATALE, un essere moderno, libero e ragionevole oppure un arrogante prepotente, rimasuglio della storia.


Vi ringrazio e saluto caramente, levo il calice alla salute di tutti noi,

Danilo D'Antonio

Monti della Laga
Appennino Centrale

tel. 339 5014947
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