Fermare il Suv si può, tocca a noi!



Fermare il Suv si può, tocca a noi!
Come il TAV, Fiat, padroni, sindacati di stato…

I No Tav di “torino e cintura sarà dura” saranno al corteo di venerdì 28
gennaio in occasione dello sciopero generale.
Di seguito il volantino che diffonderanno in piazza.

Nel movimento NO TAV, con la sua esperienza ormai più che ventennale di
lotta, aleggia un pensiero: riguarda la lotta operaia.
Questa idea appoggia su un forte sentimento di solidarietà
Il pensiero dice: “Siamo d’accordo a rifiutare - anche di produrre - ciò
che è inutile o dannoso?” “Qualcuno pensa ancora di aggrapparsi alla
catena (di montaggio), pur di conservare il posto, producendo inquinamento
e devastazione?”
È un’evoluzione critica del pensiero dei produttori che non vogliono più
essere complici dei loro padroni pronti a tutto pur di estrarre profitto,
nell’epoca della globalizzazione dell’inquinamento.
Per formulare questo pensiero, ci rendiamo conto che bisogna riprendere in
mano la propria sorte.
È indispensabile smettere di delegare agli specialisti della politica e
del sindacalismo le decisioni che riguardano la nostra vita.
Questo richiede però forte responsabilità ed impegno da parte di ciascuno
di noi.
Gli operai Fiat non possono non aver notato il voltafaccia dei partiti e
dei sindacati storici che si sono riempiti la bocca per decenni col mito
operaio, finché essi costituivano un consistente elettorato. E questo
avviene proprio nel momento decisivo per le lotte di tutti i lavoratori.
Gli operai Fiat sono stati mollati in balia dei padroni e dei loro media
da cui hanno sentenziato anche alcuni “compagni” o “ex compagni” a favore
dell’interesse degli sfruttatori. E così il sindaco uscente Chiamparino e
l’aspirante sindaco Fassino, entrambi provenienti dal ex partito storico
degli operai ci hanno spiegato che bisogna votare SI come voleva
Marchionne, facendo il coro con Berlusconi.
Un autentico linciaggio.
È giunta l’ora di passare a forme di lotta autogestite senza delegare a
sindacati di stato, quali CISL e UIL  e anche CGIL che già ci hanno
venduti e che ci venderanno per mantenere i loro privilegi.
Le decisioni devono essere prese in momenti assembleari lasciando la più
ampia libertà di espressione e di  attuazione delle iniziative di lotta.
È impellente decidere insieme i percorsi per uscire da una logica di
mercato, che ci sottraggano dallo sviluppo a tutti i
costi. Sviluppo che è soltanto sviluppo dei profitti a scapito delle
nostre vite e dell’ambiente.
Non possiamo e non vogliamo perdere tempo  per discutere riconversioni
industriali che garantiscano il flusso di profitto verso l’alto:
impegniamoci a discutere come riprenderci il maltolto, noi che siamo in
basso.
Questo pensiero aleggia sotto la bandiera No Tav.
Un movimento popolare che ha vinto le sue battaglie in questo modo: con
l’autogestione e l’azione diretta. Anche da noi i momenti critici sono
arrivati quando abbiamo delegato qualcuno a rappresentarci. Allora sono
iniziate divisioni e voltafaccia.
Ma il movimento No Tav, su questa strada ripida ha saputo sempre riprendersi.
Prima che sia troppo tardi è indispensabile unire le forze ed i percorsi
di liberazione. Solo così avremo la possibilità di riprenderci tutto ciò
che ci è stato sottratto per tutta la vita da un sistema basato
sull’ingiustizia sociale e sul privilegio che stanno distruggendo il
pianeta: dalla salute all’ambiente, dalle ricchezze al piacere di vivere.

No Tav di “Torino e cintura sarà dura”