[Resistenza] A Bologna si sta allestendo il Tribunale speciale per processare i comunisti!



Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
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Direzione Nazionale
 
Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
CP 380, 80133 Napoli – Italia
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Sindacato Lavoratori in Lotta - per il sindacato di classe (SLL)
Info: c/so Garibaldi 46 – Tel. 081.287829 – Fax. 081.5637815
e-mail: sllna at libero.it - website: www.sll-na.net
 
 
 
A Bologna si sta allestendo il Tribunale speciale per processare i comunisti!
 
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Dopo ben 4 udienze preliminari (il 25 maggio, quando il GUP non si era neanche presentato in aula, il 13 luglio, il 15  e il 21 settembre) il GUP Alberto Gamberini ha emesso la sua sentenza: i comunisti sono sovversivi e vanno processati! Che la sentenza fosse già decisa (da lui, da altri?) si è capito dal fare assente e distratto con il quale il GUP ha gestito le udienze, ha ascoltato le eccezioni e le discussioni degli avvocati.
Quella di ieri è stata anche una giornata di lotta e solidarietà. Durante l’udienza abbiamo tenuto in contemporanea due presidi. Il primo in piazza Nettuno, dove una decina di compagni e compagne del P.CARC, dell’SLL, dell’ASP e simpatizzati hanno fatto conoscere e denunciato la persecuzione in atto (sono stati diffusi oltre 1.000 volantini) e raccolto la solidarietà di centinaia di persone (sono state raccolte oltre 100 firme all’Appello “No alla persecuzione dei comunisti” [leggilo su www.carc.it] e numerose sottoscrizioni economiche). Il secondo presidio si è tenuto all’entrata del Tribunale di Bologna dove diversi compagni hanno intonato slogan e canzoni di lotta facendo sentire la nostra voce fino dentro l’aula di Tribunale. Quella parte di magistratura e delle forze della repressione assoggettate alla borghesia che vuole processarci e metterci fuori legge ha cercato di identificare i compagni di questo presidio (tanto rumore dava fastidio alla celebrazione del rituale processuale, i comunisti e proletari secondo lorsignori dovrebbero solo tacere e subire!) che hanno risposto prontamente ed energicamente. Digos e polizia si sono “vendicati” a conclusione del presidio pedinando 5 compagni di Milano e fermandoli per identificarli (come se non li conoscessero già a sufficienza!) sulla tangenziale in uscita da Bologna.
 
Si apre un processo politico. L’8 febbraio 2012 si apre presso la Corte d’Assise di Bologna la prima udienza del processo per associazione sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270 bis c.p.) contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del (nuovo)Partito comunista italiano, del Partito dei CARC e dell’Associazione Solidarietà Proletaria, ovvero della carovana del (n)PCI.
E’ un processo politico, il primo contro la carovana del (n)PCI da quando, a partire dal 1999, le procure di Bologna, Roma, Napoli e Milano hanno iniziato a palleggiarsi le inchieste per associazione sovversiva contro la nostra area politica. Il Tribunale di Bologna, su mandato del potere politico e dei servizi segreti, conduce quindi una vera crociata contro di noi che dura da più 8 anni e che fino al 2008 ha avuto alla sua testa il PM Paolo Giovagnoli. Una persecuzione giudiziaria politica condotta con illimitate disponibilità di risorse, uomini e mezzi: se avessero usato solo un decimo di queste risorse per inquisire e processare gli affaristi, gli speculatori e i criminali che sguazzano e trafficano nel Comune di Bologna impedendo loro di reiterare i loro traffici, sicuramente la situazione economica e finanziaria del Comune non sarebbe così disastrosa!
E’ una persecuzione condotta con particolare accanimento, violando sfacciatamente leggi e procedure (uso di infiltrati, pedinamenti e intercettazioni illegali, computer e altra attrezzatura informatica tenuta sequestrata per anni, creazione di organismi politici-militari ad hoc come il “Gruppo bilaterale italo-francese su terrorismo e minacce gravi” di cui il PM Giovagnoli è stato tra i principali promotori), calpestando i diritti di opinione e di organizzazione sanciti dalla Costituzione, procurando gravi danni economici (spese legali, perdita di lavoro, sequestri di beni) ai singoli compagni, alle loro famiglie e alle loro organizzazioni politiche e sindacali.
 
Sempre a Bologna, il 31 gennaio e 21 febbraio 2012 inizierà il processo a carico di Angelo D’Arcangeli (membro della Direzione Nazionale del Partito dei CARC), Vincenzo Cinque (dirigente del Sindacato Lavoratori in Lotta), Romano Rosalba (del Partito dei CARC) e Fabrizio Di Mauro, processati per “violazione della privacy” con l’accusa di aver creato il sito “Caccia Allo Sbirro” [http://cacciaallosbirro.awardspace.info/] in cui vengono resi noti i volti di agenti delle forze dell'ordine che spiano, controllano, schedano, minacciano, ricattano, montano provocazioni, infiltrano, picchiano, massacrano.
Nel tribunale di Bologna si è insediato in questi anni un pool di magistrati speciali per perseguire i cosiddetti “reati politici” (attività  e lotte di comunisti, studenti, antifascisti, precari, occupanti di case e spazi sociali): magistrati che sono veri e propri ausiliari della polizia politica. Magistrati che fanno carriera per i servigi resi alla classe politica e alla destra reazionaria che governa il nostro paese. Personaggi che si distinguono per il loro servilismo e collaborazione con i poteri forti (per questo si onorano di definirsi “servitori dello Stato”) e la loro arroganza e violenza contro i lavoratori, le masse popolari, i comunisti e gli oppositori politici. Personaggi che appartengono alla schiera di quelle forze selezionate e addestrate da governo e istituzioni per picchiare, arrestare, torturare e processare i lavoratori che lottano per il posto di lavoro (vedi il pestaggio dei lavoratori della IRISBUS-FIAT di ieri a Roma), gli immigrati che a Lampedusa si rivoltano alle condizioni infami a cui sono costretti, gli studenti, i disoccupati, i pensionati e tutti quelli che reagiscono, si ribellano e lottano per “non pagare la crisi dei padroni”.
 
Questi due processi si inseriscono in un progetto più articolato fatto di ben 42 procedimenti giudiziari in corso nei confronti di circa 180 perone (in diversi casi le stesse persone sono coinvolte in più procedimenti): uomini, donne, giovani, lavoratori, studenti, precari che a vario titolo fanno parte della carovana del (n)PCI, delle organizzazioni che la compongono (P.CARC, ASP, SLL). Accuse che vanno dall’associazione sovversiva all’adunata sediziosa, alla resistenza a pubblico ufficiale, alla “violenza privata” (le autorità giudiziarie chiamano così i picchetti per impedire la chiusura e lo smantellamento di un ospedale!), alla manifestazione non autorizzata… insomma tutto ciò che ha a che vedere con l’impegno in prima persona nelle lotte politiche e sociali degli ultimi anni e con la più generale lotta per cambiare questo sistema economico e sociale (il sistema della crisi, dei privilegi per pochi parassiti, dell’impunità per stragisti, speculatori finanziari e trafficanti, torturatori e criminali) e per costruire un nuovo sistema gestito dai lavoratori e dalle loro organizzazioni, in cui l’intesa, la pianificazione e la decisione collettiva prendono il posto del denaro. Gli uomini decidono apertamente ed esplicitamente cosa produrre e che uso fare di quello che producono. Questo sarà la società comunista del nostro futuro. Il socialismo è il periodo dell’apprendistato durante il quale, per tappe e per tentativi, impareremo a fare a meno del capitale, della produzione per lo scambio (quindi di merci) e del denaro, impareremo a governarci da soli senza bisogno di autorità che non siano di volta in volta nominate e in ogni momento revocabili da chi le ha elette, la società umana diventerà a livello mondiale “l’associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti” e le attività tipiche della specie umana, quelle che la distinguono da ogni altra specie animale, diventano l’occupazione principale di ogni suo esponente (dal comunicato del (nuovo)Partito comunista italiano - n. 24, 22.07.11).
 
Affrontiamo questa nuova battaglia a testa alta, inserendola nella lotta di questi mesi per costruire l’unica vera alternativa al marasma creato dalla crisi finanziaria in corso: la costituzione di un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari che oggi concretamente si traduce nella costituzione di un governo d’emergenza popolare che elimini subito almeno gli effetti peggiori della crisi, sbarri la strada a razzismo e guerra e avvii la rinascita del nostro paese. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: siamo sovversivi perché siamo convinti che sovvertire questo ordinamento sociale e sostituirlo con un sistema in cui il metro di misura del progresso sociale non siano l’aumento del PIL, l’andamento degli indici della Borsa e i profitti di padroni e speculatori, ma il miglioramento delle condizioni di vita delle masse popolari, la partecipazione alla gestione della società e l’accesso alle attività specificamente umane della progettazione, della cultura, della ricerca, dell’arte, delle relazioni sociali, il miglioramento dell’ambiente è un'aspirazione non solo nostra ma anche della parte più cosciente e combattiva delle masse popolari. Costruire un nuovo ordine economico e sociale è un bisogno sempre più impellente del grosso della popolazione in Italia e nel resto del mondo: per impedire che un numero crescente di uomini, donne e bambini siano condannati a vivere di stenti, a morire per fame, freddo, malattie, emigrazione e fatica nei paesi oppressi e anche in quelli sviluppati, per farla finita con l’inquinamento e il saccheggio del pianeta che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dell’umanità, per prevenire e fermare le guerre sempre più devastanti e mondiali verso cui ci sta trascinando la “competizione globale” dei capitalisti.
 
Useremo anche il processo di Bologna per mettere sotto accusa gli unici e veri terroristi: quelli che siedono al governo della Repubblica Pontificia, in Vaticano, nelle istituzioni finanziarie internazionali (FMI, BM, BCE, UE), nei consigli di amministrazione delle grandi aziende capitaliste, delle banche e delle società finanziarie, ai vertici dei servizi segreti, dei Carabinieri e della Polizia, ai vertici delle istituzioni nazionali e internazionali del sistema imperialista mondiale! I risultati della loro opera li abbiamo sotto gli occhi: nel Canale di Sicilia, a Lampedusa, all'Aquila, alla Thyssen Krupp, alla Irisbus e a Termini Imerese, in Val di Susa, in Libia, in Afghanistan, in Iraq e in Palestina!
 
Non ci presteremo a collaborare con l'ipocrita messinscena della “legge uguale per tutti”.  Dove sta la legalità in un paese in cui al governo e nelle istituzioni siedono criminali dichiarati (stragisti, speculatori, affaristi, puttanieri, ecc.), in cui il capo del governo si compra parlamentari, ragazzine, lacchè, ville, al di fuori e contro ogni legge, in cui Tanzi e altri ladri d'alto bordo continuano tranquillamente la loro “dolce vita”, in cui una cricca di speculatori e affaristi guadagna milioni chiudendo aziende, licenziando lavoratori (Marchionne & C ), in cui i torturatori e i massacratori di Genova vengono premiati? Non può esistere legalità in una situazione in cui esiste una piccola parte di ricchi e straricchi che comprano tutto e tutti (parlamento, leggi, istituzioni, giudici, poliziotti, giornalisti, avvocati, ecc.), per far valere i loro interessi e i loro privilegi, mentre la stragrande maggioranza della popolazione deve subire e tacere e se qualcuno si permette di alzare la voce o si organizza e lotta (anche solo per difendere un diritto o una conquista acquisita) viene isolato e ferocemente represso. Non può esistere legalità senza uguaglianza economica, culturale e sociale. Per questo l’attuale legalità é la legalità al servizio della classe degli sfruttatori per sottomettere meglio le classi popolari. Altro che legge uguale  per tutti!
 
La lotta continua! Difendiamo e chiamiamo a difendere i diritti e le libertà politiche conquistate con la Resistenza. Quanto più sarà efficace la mobilitazione contro la loro eliminazione, tanto più sarà ricca, organizzata e gravida di conquiste la mobilitazione per estendere e generalizzare diritti e tutele per tutte le masse popolari. Fino a cambiare l’ordinamento sociale della guerra, dell’arbitrio e dello sfruttamento, fino a fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni comuniste, antimperialiste, anarchiche, progressiste, ai sinceri democratici, agli organismi e movimenti di lotta a respingere la campagna in atto di persecuzione e messa fuori legge del comunismo e dei comunisti.
 
Usiamo anche la lotta contro la repressione e lo sviluppo della solidarietà con i compagni, i lavoratori e i giovani colpiti dalla repressione per rafforzare il processo di costituzione di un governo d’emergenza popolare che abolisca il debito pubblico, attui su larga scala la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”, dia forma e forza di legge nazionale ai provvedimenti che caso per caso le organizzazioni operaie e popolari indicano, anche se vanno contro gli interessi e le abitudini del padronato, i diktat delle istituzioni del sistema imperialista mondiale, le esigenze del loro mercato.
 
Facciamo della manifestazione nazionale del 15 ottobre a Roma una dimostrazione di forza delle masse popolari per condurre con successo la lotta contro il governo Berlusconi, i vertici della Repubblica Pontificia, i caporioni dell’Unione Europea e delle altre istituzioni della comunità internazionale degli speculatori fino a costituire un Governo di Blocco Popolare!
 
Usiamo anche la repressione, i processi e le intimidazioni per rafforzare la nostra determinazione per costruire  il nuovo mondo possibile e necessario, il socialismo!
 
Avanti verso la costituzione di un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari, il Governo di Blocco Popolare!

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