Re: Fwd: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%



QUI NON C'è NIENTE DA CAPIRE. SEMMAI DA PREVENIRE. MA PREVENIRE SIGNIFICA ANCHE CAPIRE CHI è INTERESSATO A CHE LE VIOLENZE AVVENGANO!! E ringraziamo che non c'è stato il morto, perchè in questi casi, generalmente, come insegnano tanti avvenimenti in Italia quanto in altri paesi europei, CI DEVE SCAPPARE IL MORTO. COSI' LA POPOLAZIONE SE LO RICORDA MEGLIO! Come si faceva fino a fine '800 a Roma, quando i padri portavano i figli a vedere le ghigliottinature. GV.

Da: Davide Bertok <davide at bertok.it>
A: dirittiglobali at peacelink.it
Inviato: Giovedì 20 Ottobre 2011 17:39
Oggetto: Re: Fwd: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%

E allora??
Mica l'appello dice che non è facile capirlo, semplicemente dice che ci
sono stati dei violenti. Punto. E a partire da questo cosa fare per il
futuro.
Il contenuto dell'appello è ben altro rispetto alla sua domanda, quindi
magari consiglio di rileggerselo se non l'ha bene capito.
Ciao,
Davide

Il 19/10/2011 20.08, Giorgio Vitali ha scritto:
> MA è FACILISSIMO CAPIRE CHI HA FATTO LE VIOLENZE. E PERCHè!
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da:* Davide Bertok <davide at bertok.it>
> *A:* dirittiglobali at peacelink.it
> *Inviato:* Mercoledì 19 Ottobre 2011 18:41
> *Oggetto:* Fwd: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%
>
>
>
> -------- Messaggio originale --------
> Oggetto: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%
> Rispedito-Data: Wed, 19 Oct 2011 18:07:16 +0200
> Rispedito-Da: pace at peacelink.it <mailto:pace at peacelink.it>
> Data: Wed, 19 Oct 2011 17:57:22 +0200
> Mittente: manu <emanu1812 at gmail.com <mailto:emanu1812 at gmail.com>>
> Rispondi-a: pace at peacelink.it <mailto:pace at peacelink.it>
> A: pace at peacelink.it <mailto:pace at peacelink.it>
>
>
>
> *Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%*
>
> *
> *
>
> La protesta del 15 ottobre si è svolta in 82 paesi del mondo in modo
> nonviolento, allegro e forte, unendo persone di ogni età e condizione.
>
> Solo in Italia l’enorme manifestazione di Roma è degenerata in violenze
> inaudite, scatenate da un’infima minoranza (più o meno l’1% del totale
> di partecipanti): per l’ennesima volta un gruppetto di violenti ha
> imposto con cinismo e arroganza i propri metodi a una maggioranza che
> non li condivideva e si è nascosto dietro un corteo pacifico per
> “giocare alla guerra”, incurante delle conseguenze sulle persone e
> sulle ragioni della protesta.
>
> E’ vero, si poteva prevedere che finisse così, ma questo rafforza solo
> la convinzione che sia giunto il momento di fare chiarezza una volta per
> tutte: la violenza è ripugnante dal punto di vista etico e
> controproducente dal punto di vista dell’efficacia.
>
> E’ venuto il momento di finirla con un atteggiamento ambiguo e
> tollerante verso i violenti e di dire ad alta voce che chi attacca la
> polizia, incendia auto, negozi e cassonetti e considera la guerriglia
> urbana un sacro esercizio rivoluzionario è lontano anni luce dalla
> sensibilità, dalle scelte e dalle convinzioni della stragrande
> maggioranza dei manifestanti del 15 ottobre.
>
> Chi insiste nel suo disegno violento, intollerante e legato a schemi
> vecchi e superati va isolato con decisione.
>
> E chi invece aspira a costruire un sistema radicalmente diverso da
> quello attuale, che abbia l’essere umano come valore centrale e la
> nonviolenza come fondamento etico, metodologia d’azione sociale e stile
> di vista personale, dovrà ricorrere alla creatività e al coraggio già
> mostrati negli ultimi mesi a Madrid, Atene, Tel Aviv, New York e in
> tanti altri luoghi.
>
> Ora anche l’Italia dovrà fare la sua parte.
>
> Laboratori di auto-formazione, eventi culturali, di informazione e
> sensibilizzazione che diffondano i valori della nonviolenza sono solo
> alcune proposte iniziali, da arricchire con idee e contributi nuovi e
> diversi.
>
> Non esiste una ricetta facile e già pronta per quello che ci proponiamo:
> il cambiamento dipenderà dalle risposte che sapremo dare, sia
> individualmente che come insieme sociale.
>
> Mondo Senza Guerre e Senza Violenza
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