Torino. Punto info contro la repressione e processi ad antifascisti e antirazzisti



Torino. Punto info contro la repressione e processi ad antifascisti e
antirazzisti

Giovedì 24 maggio - ore 9,30 aula 86 - va in scena la seconda puntata del
processo agli antirazzisti torinesi. Siamo ancora all’udienza preliminare,
quella in cui il giudice decide sul rinvio a giudizio. (l’udienza è a
porte chiuse).

Venerdì 25 maggio
ore 17
punto info contro la repressione in via Po 16

Lunedì 28 maggio prima udienza del processo contro quattro anarchici
accusati di “furto” per aver staccato manifesti fascisti. Ore 9 aula 55
ingresso 22

La procura torinese negli ultimi anni si è assunta il compito di regolare
i conti con l’opposizione politica e sociale nel nostro paese. Pur
sconfitta più volte nel tentativo di costruire impalcature associative
intorno alle lotte sociali e, in particolare, agli anarchici, negli ultimi
anni ha moltiplicato i procedimenti contro l’opposizione politica e
sociale nel capoluogo subalpino.
Banali scritte sui muri, contestazioni pubbliche, manifestazioni
spontanee, persino i manifesti finiscono sui tavoli della Procura che
imbastisce processi su processi.
La Procura Torinese – sotto la guida del Democratico Caselli – è uno dei
tasselli di un’operazione disciplinare in grande stile che il governo
bipartisan guidato da Mario Monti, sta facendo nel Piemonte occidentale.
Torino e le sue valli sono il laboratorio nel quale sperimentare le
politiche di repressione e controllo sociale per gli anni a venire.
La presenza di un ampio e variegato movimento anarchico, il moltiplicarsi
delle iniziative di lotta che mettono insieme resistenza e autogestione,
radicalità e radicamento sono una sfida che lo Stato non può permettersi
di perdere.
Il governo risponde alle lotte sociali con la militarizzazione dei
territori, la Procura con carcere e processi.
Non a caso il Democratico Fassino e il leghista Cota, divisi su tutto,
specie sulla spartizione delle risorse pubbliche, vanno a braccetto nel
sostenere le operazioni repressive della Procura.
Non è più tempo di compromessi socialdemocratici: non ci sono le risorse
e, soprattutto, c’è la chiara volontà di spezzare la resistenza degli
anarchici, degli antirazzisti e dei No Tav, perché altrimenti il tappo
sulla pentola a pressione rischia di saltare in tutto il paese.
Il governo annuncia da mesi nuove leggi per meglio imbrigliare chi lotta
e, in particolare, gli anarchici: qualcuna andrà in porto altre no. Ma sin
da ora basta la torsione delle leggi attuali per aprire processi e
spalancare le porte del carcere.
I meccanismi disciplinari si moltiplicano sul territorio di giorno in
giorno. Da tre anni i militari vengono usati per l’ordine pubblico. Quando
la guerra esterna diviene “operazione di polizia internazionale”, l’ordine
pubblico si declina nella categoria della guerra e gli specialisti del
settore li ritroviamo per le strade, nei CIE, a far la scorta ai padroni.

Porre un argine all’inasprirsi delle politiche disciplinari è possibile.
Se le lotte crescono e si diffondono, coinvolgendo in prima persona sempre
più persone, governo e magistratura saranno obbligati a fare dietrofront.
Occorre spezzare la morsa mediatica che sta criminalizzando ogni forma di
opposizione sociale, irriducibile alle compatibilità istituzionali.
Oggi i media creano il nemico che governo e magistratura, ciascuno nel
proprio ambito, perseguono militarizzando le città e moltiplicando i
procedimenti penali.
Ma non solo. Serve una campagna ampia, forte, di sostegno ai compagni
vittime della repressione. Il sostegno a chi lotta e viene perseguito è in
se gesto politico, perché segnala il fallimento di ogni operazione
politico/mediatica che mira a separare i compagni più attivi dai movimenti
in cui sono radicati.

Federazione Anarchica Torinese –FAI
Corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì alle 21  338 6594361 –
fai_to at inrete.it

http://anarresinfo.noblogs.org