comunicato stampa su Arvedi e inquinamento



Ricevo ed inoltro

>----Messaggio originale----
>Da: laltralombardia at laltralombardia.it
>Data: 19/06/2012 16.46
>A: <mariel.m at libero.it>
>Ogg: 
>
>Comunicato stampa
>Milano, 19 giugno 2012
>
>Oggetto: la fabbrica Arvedi (Cremona), come tutte le altre, funziona per fare 
profitto con lo sfruttamento dei lavoratori e costituisce un problema per 
l'ambiente.
>
>La questione dell'emissione di diossina, micropolveri e microparticelle nella 
fabbrica del sig.Arvedi ha avuto, fra gli altri risultati, quello di far 
sorgere una sorta di pensiero unico e totalitario in difesa del titolare 
dell'azienda. Questo pseudo-pensiero criminalizza tutti quelli che, anche 
timidamente, vogliono far emergere le problematiche negative conseguenti 
l'emissione di diossina e altro, anche se dentro i limiti di legge, e la 
questione dell'inquinamento acustico. Temi questi più volte sollevati dai 
cittadini delle aree limitrofe e oggetto di un esposto da parte di alcune 
associazioni ambientaliste e mai presi in considerazione né dall'azienda, né 
tanto meno dal Comune e dalla Provincia di Cremona e neppure da CGIL (FIOM 
sempre più subordinata e silente), CISL E UIL che si preoccupano più 
dell'immagine della ditta che non della salute degli operai e dei cittadini. Si 
è creata una sorta di timore riverenziale attorno al ruolo di Arvedi, titolare 
dell'acciaieria, ma anche con interessi nella stampa locale, finanziatore del 
museo del violino, proprietario di una squadra di calcio e sponsor di parecchie 
iniziative. Insomma attorno all'acciaieria Arvedi si respira un clima 
insopportabile di paternalismo apparentemente bonario, ma sostanzialmente 
autoritario e ricattatorio. NOI VOGLIAMO CONTRIBUIRE A SPEZZARE QUESTO CLIMA, 
nonostante vi sia la copertura e l'avallo delle maggiori organizzazioni 
sindacali.
>Ma ritorniamo al problema dell'emissione di diossina e altre sostanze: 
secondo l'azienda, le istituzioni locali e CGIL,CISL e UIL il problema non 
sussisterebbe perché le rilevazioni fatte dall'ARPA di Cremona avrebbero 
registrato una quantità di emissione dentro i limiti di legge, comunque le 
emissioni ci sono. Ma questi signori sanno, come sostengono alcune associazioni 
ambientaliste, che le diossine, le microparticelle e le micropolveri  con gli 
anni possono influire negativamente sull'organismo, anche se assunte in piccole 
quantità? Questi signori sanno che la UE ha posto come limite oggettivo 
accettabile la soglia di 0,1 ng/m3, mentre la rilevazione recente dà un dato 
superiore (0,16), QUINDI FRA 4 ANNI SARA' FUORI LEGGE RISPETTO ALLE NORME 
DELL'UE? Questi signori sono al corrente dei danni che può provocare un 
costante inquinamento acustico sul piano dell'equilibrio psico-fisico? 
Basterebbe ascoltare i cittadini di Spinadesco e Cavatigozzi, che da anni 
subiscono questo supplizio. Secondo l'Arpa e il suo capo Beati, l'acciaieria 
non sarebbe assolutamente inquinante e di questa affermazione ne fa 
un'ideologia, basta recuperare alcune sue generiche affermazioni sul tema. Ma a 
nessun partito o sindacato viene in mente di ricordare che cos'è l'ARPA, da chi 
sono nominati i suoi dirigenti (direttamente da Formigoni), delle gravi 
responsabilità che l'ARPA di Cremona ha avuto nel contribuire a concedere 
l'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone, che il numero 
2 a livello regionale
>(Rotondaro) di questo organismo è stato in galera per corruzione e altro? Per 
non dimenticare sul piano più generale tutto ciò che è accaduto in termini di 
malaffare durante “il regime di Formigoni” riguardo le questioni ambientali. 
Quindi l'ARPA non è un organismo autonomo in questo contesto e le sue deduzioni 
hanno valenza relativa. Per valutare obiettivamente la reale situazione di 
inquinamento all'acciaieria Arvedi occorre un organismo terzo e veramente 
indipendente, che compia analisi, studi e controlli reali. Tale struttura 
dovrebbe essere composta da tecnici, scienziati ed esperti non invischiati in 
trame affaristiche locali e non. Aggiungiamo un altro fatto che a noi sembra 
quantomeno curioso: periodicamente i rilevamenti (come previsto dall'AIA – 
Autorizzazione Integrata Ambientale) li fa la ditta Arvedi, almeno 2 volte 
l'anno e “naturalmente” non è mai stato evidenziato nulla di irregolare.
>In sostanza un problema Arvedi esiste e non solo per noi, come dimostrano le 
seguenti dichiarazioni di Angiolini, Balestreri e Talamazzi, medici dell’ISDE – 
Medici per l’Ambiente – Sezione di Cremona: “E' normale che i limiti di legge 
per le emissioni al camino vengano rispettate. Il contrario sarebbe appunto 
"inammissibile". Diossine, furani e metalli pesanti sono sostanze che si 
accumulano nella catena alimentare ed hanno un’emivita molto lunga, cioè, una 
volta assorbite, impiegano molto tempo (anni) per essere eliminate….. Il 
rispetto dell’attuale limite di legge non garantisce la protezione della salute 
umana, ma rappresenta un compromesso fra esigenze produttive e tutela della 
salute stessa. Anche per molte altre sostanze i limiti sono stati abbassati nel 
corso degli anni (es. : arsenico, benzene, ecc)….. E’ vivacemente dibattuto il 
limite da adottare per le diossine emesse da acciaierie: 0,5 ng/m3 per Regione 
Lombardia; 0,1 per la C. E. (che considera le acciaierie di seconda fusione al 
pari degli inceneritori), limite che entrerà in vigore in Italia nel 2015. I 
cittadini parlano giustamente del limite "europeo" di 0,1 e non di quello 
adottato da Regione Lombardia. Come vediamo un paio di rilievi del 2009 
(secondo tabella pubblicata dal quotidiano La Provincia di Cremona) superano 
comunque gli 0,1 ng/m3 (0,16), e quindi non sono "ben al di sotto" del limite 
di legge. Invece di criminalizzare i cittadini, le Istituzioni a nostro avviso, 
dovrebbero comprendere i timori della popolazione e tutelarla con indagini 
autonome (reti di monitoraggio, matrici alimentari, indicatori di bio-accumulo, 
ecc.), come già avvenuto a Brescia e Trento, dove si effettuano dosaggi sugli 
ortaggi, sulle polveri depositate nel perimetro degli stabilimenti, nei 
sedimenti fluviali, nella fauna ittica, ecc.. Due rilievi all'anno al camino 
non sono sufficienti per caratterizzare l'impatto ambientale e sanitario di 
questo tipo di emissioni. L'affermazione dei sindacati sulla salute dei 
lavoratori non ha validità scientifica in assenza di indagini epidemiologiche 
appropriate, di cui andrebbero resi noti i risultati in forma anonima. 
Riteniamo pertanto che l'informazione dei lavoratori e dei cittadini non sia 
stata diffusa correttamente e che ciò sia la causa principale delle 
incomprensioni e delle tensioni in atto”.
>Non saranno certo le minacce e i ricatti a fermare la denuncia politica e 
culturale contro la pericolosità dell'acciaieria. Né tanto meno i ricatti fatti 
dall'azienda che minaccia di chiudere se non cessano le polemiche che offuscano 
la sua immagine. Noi sappiamo che questo è un pretesto per nascondere le 
difficoltà di Arvedi sul piano della concorrenza internazionale. Infatti Cina e 
India stanno immettendo sul mercato europeo tipi di acciai molto concorrenziali 
sul piano della qualità e dei prezzi. Questa è la verità che nessuno osa 
buttare in faccia “al padrone” e che sindacati, tutti i partiti e i politici 
non prendono neppure in considerazione, impegnati come sono (chissà perché...) 
a tenere “bordone” ad Arvedi e a fare dichiarazioni agghiaccianti sulla 
necessità di chiudere questa polemica. SAPPIANO che  checché ne pensi qualche 
parlamentare della zona, NON CI PUO' ESSERE SCAMBIO TRA SALUTE E LAVORO, 
SAREBBE UN RICATTO CRIMINALE e chi lo dovesse accettare sarebbe complice di un 
crimine!
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