Torino.‭ S‬triscione a casa Baldacci



Torino.‭ S‬triscione a casa Baldacci

Sabato‭ ‬23‭ ‬febbraio.‭ ‬Nel primo
pomeriggio un gruppo di antirazzisti‭ ‬ha fatto visita alla
casa del colonnello e medico Antonio Baldacci,‭ ‬responsabile
per la Croce Rossa militare del CIE di Torino.‭ ‬Davanti alla
villetta di via Zandonai‭ ‬8‭ ‬a Chieri è stato
steso uno striscione con la scritta.‭ “‬Baldacci ti ricordi di
Fatih‭? ‬Croce Rossa assassina!‭”‬.

Fatih era un immigrato tunisino senza documenti rinchiuso nel CIE‭
(‬allora CPT‭) ‬di Torino.‭ ‬Nella notte
del‭ ‬23‭ ‬maggio‭ ‬2008‭
‬stava male.‭ ‬Per tutta la notte i suoi compagni di
detenzione chiesero inutilmente aiuto.‭
‬Dichiareranno ad un giornalista‭ “‬gridavamo come cani
al canile,‭ ‬senza che nessuno ci ascoltasse‭”‬.
La mattina dopo Fatih era morto.‭
‬Non venne eseguita nessuna autopsia.‭
‬Non sappiamo di cosa sia morto Fatih.‭ ‬Sappiamo però
che in una struttura detentiva gestita dalla Croce Rossa nessuno lo ha
assistito,‭ ‬nessuno gli ha garantito alcuna cura.‭
‬Due giorni dopo il colonnello e medico Antonio Baldacci
dichiarerà‭ “‬gli immigrati mentono sempre,‭
‬mentono su ogni cosa‭”‬.‭
‬Parole che non meritano commento,‭ ‬perché ricordano
sin troppo bene quelle degli aguzzini di ogni dove.

Il‭ ‬2‭ ‬giugno 2008 un gruppo di antirazzisti si
recò alla casa di Baldacci per un‭
“‬cacerolazo‭”‬.‭ ‬Si batterono le pentole
davanti alla sua casa,‭ ‬si distribuirono volantini,‭
‬si appesero striscioni.
Una normale protesta di persone indignate per una morte senza senso.

Oggi quella protesta di fronte alla casa del colonnello e medico Antonio
Baldacci è entrata nel fascicolo del processo contro‭
‬67‭ ‬antirazzisti,‭ ‬che‭
‬lottarono e lottano contro‭ ‬le deportazioni,‭
‬la schiavitù del lavoro migrante,‭ ‬la militarizzazione
delle strade.‭

Nel CIE di Torino le lotte,‭ ‬le fughe,‭ ‬la gente
che si taglia per sfuggire all'espulsione sono pane quotidiano,‭
‬come quotidiana è la resistenza di chi crede che,‭
‬nell’Italia dei CIE,‭ ‬delle deportazioni,‭
‬dei morti in mare,‭ ‬ribellarsi sia un’urgenza che ci
riguarda tutti.
Per questa ragione non accetteremo che le lotte di quegli anni vengano
rinchiuse in un aula di tribunale:‭ ‬porteremo le nostre
ragioni nelle strade di questa città,‭ ‬porteremo il CIE nel
salotto di Torino.‭

La prima tranche del processo va in scena mercoledì‭
‬27‭ ‬febbraio ore 9 in aula‭ ‬46‭
‬del tribunale di Torino.

Sabato‭ ‬2‭ ‬marzo‭ “‬Il CIE nel
salotto della città‭” ‬presidio itinerante per il centro
cittadino.‭ ‬Appuntamento alle‭ ‬15‭
‬in piazza Castello 

Antirazzisti contro la repressione‭
‬Ti ricordi di Fatih‭?

‬http://anarresinfo.noblogs.org‭