[Resistenza] Intimidazioni, molestie, denunce, diffide e repressione… La solidarietà è un’arma!




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Milano,1 agosto 2013

Intimidazioni, molestie, denunce, diffide e repressione…
La solidarietà è un’arma!
 
Con Marta, donna No Tav.
Come donne abbiamo preparato un appello in solidarietà a Marta Camposano, donna pisana aggredita e molestata dalle forze dell'ordine venerdì 19 luglio in Val Susa e poi ancora umiliata, violata e denigrata da un sindacato di polizia, da giornalisti e da un senatore della Repubblica.
Ve lo inviamo chiedendo di sottoscriverlo sia personalmente che collettivamente per esigere giustizia e fare sentire a Marta che non è sola ad affrontare l'arroganza di chi pensa di poterla continuare a offendere con tutto il potere personale e mediatico di cui dispone.
Fatevi sentire, il silenzio è assordante. Marta ha bisogno di noi, adesso. Se non ora, quando?
Marta Calamia, Valeria Camilloni, Monica Moretto
 
 
Nella notte di venerdì 19 luglio, centinaia di uomini e donne No Tav cercano di avvicinarsi alle recinzioni che espropriano una parte della Val Susa: terra di boschi e lavande, terra che dovrebbe dare frutti, terra che uomini e donne hanno vissuto e rispettato. Terra di lotte partigiane, sentieri che hanno visto combattere, e vincere, contro i nazisti. Ma quella terra ora è deserto, ruspe che scavano e abbattono, recinti e check point, gas che avvelenano, con le popolazioni civili, i loro campi e le loro vigne.
Una terra strappata al presente in nome di un “progresso” che avvelena le vite delle donne e degli uomini, impegnato a distruggere i valori e la dignità delle comunità. Un salto indietro nella storia.
Venerdì 19 luglio uomini e donne No Tav si avvicinano nel buio per battere sulle reti e gridare: “mia nonna partigiana me l’ha insegnato, tagliare le reti non è reato”.
Qualcosa è accaduto, venerdì notte, in Val Susa. Centinaia di agenti, esercito armato e attrezzato per la guerra, hanno assalito quegli uomini e quelle donne armati di torce e limoni e bottiglie d’acqua. Hanno chiuso loro ogni via d’uscita e, novella Diaz, hanno operato una mattanza. I più giovani, come testimoniano gli anziani della valle, hanno cercato di proteggere una via d’uscita ai più deboli, consentendoli di arrampicarsi sulla montagna, fuori dai sentieri chiusi dalle “forze dell’ordine”. Hanno pagato un prezzo altissimo, 63 feriti, 2 fermati, 7 arrestati.
Una nostra amica, Marta, 33 anni, pisana, viene fermata, colpita alle spalle durante la fuga. La sua testimonianza racconta le manganellate alla schiena mentre è schiacciata per terra dagli scarponi di agenti di cui non riesce neanche a vedere il volto. La notte è satura di gas e lei non è protetta da maschere, a differenza degli agenti. La trascinano in due, uno le stringe il collo, dell’altro restano sul suo braccio le impronte livide della stretta. La trascinano mentre altri intervengono. Uno alza il manganello e le spacca la bocca (6 punti esterni, 2 interni), altri le palpeggiano il seno e il pube. E’ un coro di insulti, un gridare “puttana”. Sanguinante la portano dentro il cantiere, gli insulti e gli sputi continuano, ci sono i magistrati e anche una donna poliziotto che non porta conforto ma altri sputi e insulti e molestie verbali.
Un medico di polizia raccomanda il ricovero immediato in Pronto Soccorso. Passeranno quattro ore. Quattro ore di sangue sul volto e sputi e insulti al suo essere donna.
Dal Pronto Soccorso la rilasceranno indagata a piede libero. Non è il caso di farla vedere a un giudice.
Ma la Diaz di Marta non è finita. Non è bastato il pestaggio, non sono bastate le violazioni al suo corpo di donna, non sono stati sufficiente “lezione” gli insulti e gli sputi e il ritardo nei soccorsi.
Marta non è stata zitta. Ha alzato la faccia ferita, è andata davanti alla stampa e ha osato raccontare.
Lei, l’unica dei fermati di quella notte d’inferno che poteva parlare.
E allora la caccia alle streghe riparte. Come donne conosciamo i toni e i modi e la violenza profonda di chi ti umilia e viola e insulta un’altra volta. Ed ecco spuntare l’UGL, sindacato di destra, a chiedere per Marta punizioni esemplari. Ed ecco un senatore della Repubblica, Stefano Esposito, Partito Democratico, divertirsi a twittare che Marta è bugiarda, che le manganellate giuste che ha preso se l’è cercate con la sua “guerra allo Stato” e che certo nessuna molestia c’è stata. Una follia di machismo, una banale arcaica prepotenza sulle donne umiliate e su Marta violata che si permette ancora di ribadire, dalle frequenze di una radio nazionale.
Come donne non possiamo tacere. Non possiamo tollerare che la terra, gli uomini e le donne continuino ad essere violati. Non possiamo più sopportare che la vita e i bisogni di tutte e di tutti siano travolti dall’arroganza dei pochi che su questo possono lucrare. Un arroganza che si crede onnipotente, che pensa di poter travolgere i corpi e le vite delle donne e degli uomini, con la violenza delle armi, prima, con quella degli insulti e della denigrazione e delle menzogne, poi.
Per Marta e i feriti della Val Susa esigiamo giustizia.
Per le donne violate esigiamo rispetto. Se il carnefice è pagato dallo Stato ne esigiamo di più.
 
Donne della Pisa No Tav
 
 
 
Giù le mani da Giorgio Rollin
Comunicato dell’Associazione Sportiva Quartograd
 
Diffide e repressione non fermeranno la lotta per un mondo migliore
Diffidato il nostro compagno Giorgio Rollin, Presidente del Quartograd
Che il calcio popolare sia l’ennesimo rivolo della rivoluzione socialista
 
2 agosto ore 9 - Presidio sotto la Questura di Avellino
 
·         Firma la petizione online in solidarietà con Giorgio:

Il 22.7.2013 la sbirraglia della Tenenza di Quarto ha bussato alle porte dell’abitazione del nostro compagno, Giorgio Rollin, Segretario della Sezione di Quarto del Partito dei CARC, nonché Presidente della neonata Associazione Sportiva Quartograd, che da un anno a questa parte è saltata alla ribalsa sulle cronache locali e nazionali per gli ottimi risultati ottenuti dentro e fuori dal campo, per notificargli un avvio di procedimento redatto dalla D.ssa Bianca Della Valle, Dirigente della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Avellino che prevede il divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazione calcistiche per un periodo che va da uno a cinque anni.
I fatti indicati nell’atto si attribuiscono alla trasferta del 2 Giugno 2013 quando il Quartograd si recava a Lecce per un’amichevole con i fratelli dello Spartak e alle colluttazioni avvenute con gli agenti della Stradale di Grottaminarda (AV) – vettura targata H3521 - presso l’area di servizio di “Calaggio Est” sulla Napoli-Bari, in seguito all’estrazione della pistola da parte di un agente che poi l’ha puntata alla tempia di un giovane presente sul pullman.
Questa diffida non è nient’altro che un tentativo di confinare il nostro compagno, di rendergli impossibile la militanza politica, un tentativo di ridurre al minimo le libertà di movimento del nostro compagno per lo svolgimento dell’attività rivoluzionaria. Oggigiorno Giorgio paga il fatto di essere comunista, di essere un membro del Partito dei CARC, di essere punto di riferimento sul proprio territorio di quanti non ci stanno ad abbassare la testa e sottostare alle logiche del profitto e della sopraffazione del più forte sul più debole. Giorgio paga per essere stato l’ideatore e il promotore del progetto Quartograd che tanto ha destabilizzato i poteri forti e i meccanismi di un sistema corrotto e incancrenito che vede una parte sempre più consistente di popolazione ridotta alla miseria e una parte sempre più ridotta a vivere nei lussi e nello sfarzo. Giorgio paga per essere stato in prima linea nelle battaglie ambientaliste della discarica del Castagnaro, di via Spinelli e nella lotta per non far sgomberare la Consulta dei Giovani di Quarto, unico luogo di aggregazione sana e pulita su quel territorio. Questa diffida cade inoltre alcuni giorni dopo l’avvenuta espulsione della nostra compagna Maria Elena Muffato dalla CGIL in quanto aderente al Partito dei CARC. Al procedere della crisi terminale del sistema Capitalista, la borghesia innalza il livello di repressione nei confronti dei comunisti e degli elementi avanti delle masse popolari.
La nostra unica arma per vincerla è non abbassare la testa, tenere alta la guardia ed esprimere la nostra solidarietà.
Invitiamo tutte le realtà ad esprimere la propria solidarietà a Giorgio per questo vile attacco subito.
CONTRO LA REPRESSIONE LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA USIAMOLA.
Avanti Giorgio, Avanti Quartograd.
Non un Passo Indietro.
 
 
Alcuni comunicati solidarietà
 
  • A.S.D. Afro-Napoli; Lab Occ Insurgencia; Mezzocannone Occupato
DIFFIDA DA CHI DIFFIDA
Abbiamo saputo con un po’ di sconcerto la notizia della diffida nei confronti del Presidente dell'A.S.D. Quartograd, Giorgio Rollin, attivista impegnato da sempre nelle lotte territoriali. Sui fatti accaduti non mettiamo bocca, il comunicato li spiega benissimo. Sappiamo anche che la verità e i fatti accaduti è ben diversa da quello che ci raccontano le carte delle forze dell'ordine. Siamo da sempre coscienti che l'unico modo, per diffamare e mettere in difficoltà realtà che lavorano dal basso e provano ad affermare un'altra idea di sport, fatta di socialità e aggregazione, è quello della repressione. Non c'interessa neanche sapere se la diffida, il daspo, chiamatelo come vi pare, possa durare un anno o cinque. Siamo vicini a Giorgio perchè conosciamo la sua passione e anche un solo giorno lontano dal suo sogno sarebbe un prezzo troppo alto da pagare per lui e per tutti quelli che durante l'anno lavorano duramente per portare nuove prospettive di socialità nei proprio territori. Ultimamente li abbiamo incontrati sui campi del rione Lieti a Capodimonte, per una giornata che organizzammo per il diritto di accesso ai migranti nello sport, un'amichevole, ma prima di tutto una gran festa nel nome dello "ius soli" e dell'antirazzismo. Ricordiamo con un grande sorriso il lavoro fatto dal Quartograd sul territorio. La determinazione con cui nello scontro diretto dell'ultima giornata, poi vinto, avevano portato oltre cinquecento supporters sugli spalti ad urlare forte il nome della propria squadra, del loro sogno. E forse, col senno di poi, avremmo dovuto aspettarci un comportamento repressivo visto che, sempre nell'ultima partita, il livello di spiegamento delle forze dell'ordine era superiore di molto alla solita macchina della polizia messa davanti ad un campo: due camionette e tre defender facevano da contorno, un pessimo contorno, a quello che poi è stato il grande finale di stagione per il Quartograd.
Per questo diciamo da sempre che i sogni non si arrestano ne, come in questo caso, si diffidano. La nostra solidarietà a Giorgio, al Quartograd, ai suoi supporters, sempre e comunque nel nome di un altro calcio possibile.


  •  Josi Gerardo Della Ragione – Consigliere comunale a Bacoli
Diffidato
Si chiama Giorgio Rollin, un ventenne flegreo. Segretario della Sezione del P.CARC di Quarto, presidente dell' Associazione Sportiva Quartograd.
Questo ragazzo è stato diffidato.
Diffidato perchè manifesta la sua contrarietà al corrotto sistema nostrano, alla malapolitica, al calcio  moderno, ai silenzi assensi, alle clientele.
Diffidato perchè ascoltato da troppi, perchè amato da molti, perchè capace di mobilitare cittadini, perchè voglioso di cambiare il presente.
Diffidato perchè sogna di poter smantellare le fondamenta di un palazzo fatiscente, perchè con lui ne sono in tanti, perchè è da tempo voce di un popolo muto.
Diffidato perchè rappresenta un'avanguardia fastidiosa, perchè non riesce ad inginocchiarsi al cospetto del padrone di turno, perchè non riesce a tacere dinanzi alle ingiustizie.
Diffidato perchè diverso da tanti suoi coetanei, perchè non riesce ad uniformarsi all'apatia, perchè lotta per tutti e non per pochi.
Con un telefonino, in una mattinata afosa, ebbi la fortuna di registrare questo meraviglioso intervento.
Oggi, proprio questo video, rappresenta una pietra miliare per poter mostrare le gravi colpe che gli sono imputate da quel regime che ancora oggi mente sfacciatamente, nascondendosi dietro il mantello di una falsa democrazia.
Ascoltatelo questo "diffidato", aizzare la folla in difesa della cava del Castagnaro. Ascoltate la rabbia, la denuncia, la proposta.
"Diffidato" per loro. "Esempio" per noi.
Avanti, presidente.
 
 
  •  Comitato Villa Medusa Occupata
Esprimiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà , sostegno e complicità al compagno Giorgio Rollin. Giorgio non è solo il presidente della ASD Quartograd, Giorgio è in primis un comunista membro del P.CARC. La diffida di Giorgio rientra in un quadro generale di repressione che oggi tenta di colpire tutte quelle voci fuori dal coro che non hanno paura di battersi per i diritti di tutti, per i diritti di chi non ha voce in questo putrido sistema. L'esempio di forza e perseveranza che Giorgio e l'intero progetto Quartograd hanno rappresentato nell'ultimo anno, dimostra che la strada tracciata è giusta, mentre questo atto persecutorio dimostra che loro hanno paura. Oggi tocca quindi a noi unificare le esperienze, rafforzare ogni tipologia di progetto e di lotta che punta a mettere gli interessi dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani, della molteplicità delle donne e degli uomini al centro dell'interesse comune. Oggi tocca a noi. Sostenere Giorgio e tutti quelli come lui colpiti dalla repressione è una pratica naturale nel nostro aggregato ed è per questo che esprimiamo tutta la nostra complicità e solidarietà al compagno Presidente Giorgio Rollin. Non un passo indietro.
Complici e solidali.
 
 
 
  • All Reds Roma
Sport è passione. E’ passione in chi lo pratica. E’ passione in chi lo segue. E’ passione in chi si sveglia all’ alba per seguire la propria squadra del cuore, quando tutto e tutti vorrebbero trasformarlo in un tifoso da poltrona. E’ passione in chi, al termine di una giornata di studio o lavoro, non rinuncia all’ allenamento anche se sa che ad attenderlo troverà solo pioggia e fango.
E’ passione quando si matura la consapevolezza di voler lottare per una diversa idea di sport. Uno sport fatto di condivisione, partecipazione, accessibilità per tutte e tutti.
Sono queste passioni ad animare Giorgio, presidente del Quartograd ed un fratello per tutti noi.
Sono queste passioni che qualcuno cerca di frenare con un procedimento penale che rischia di portare Giorgio all’ interdizione da manifestazioni sportive per un periodo sino a 5 anni.
Questo procedimento intende colpire Giorgio, ma noi sappiamo che il tentativo di arginare la sua passione è assolutamente vano.
Questo procedimento intende però colpire anche ciò che Giorgio rappresenta: uno sport dal basso, uno sport strumento fondamentale in contesti in cui le istituzioni dimostrano quotidianamente il proprio fallimento, uno sport non ingabbiato negli steccati del profitto.
La lotta di Giorgio e del Quartograd è la lotta di tutte e tutti noi.
La diffida non fermerà il nostro grido di libertà!
 
 
  •  Marco Proto – avvocato (CS)
Giorgio è una delle persone più in gamba che abbia conosciuto da quando è nato il progetto RFC Lions Ska Caserta. Un invito a non mollare, anche se so che mai lo farà. W lo sport popolare, forza Giorgio, "diffidato" per loro, esempio per noi!

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RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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