[comunicati_lilliput] SENZA ARMI SI PUO': DISARMIAMO!



COMUNICATO STAMPA RETE LILLIPUT - CAMPAGNA CONTROLLARMI
RETE ITALIANA PER IL DISARMO - 328/3399267
segreteria at disarmo.org - www.disarmo.org

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SENZA ARMI SI PUO': DISARMIAMO!
Da Roma l'inizio di un cammino per il controllo delle armi
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"Senza armi si può: DISARMIAMO!", l'iniziativa realizzata a Roma dalla
Rete Italiana Disarmo con il Teatro Vittoria in collaborazione con il
Comune di Roma, ha rappresentato un primo e creativo tentativo di
diffondere e far conoscere le attività di questa Rete tematica attraverso
occasioni collettive di confronto,informazione e spettacolo. L'obiettivo
della serata ed in generale della Rete Disarmo consiste nella diffusione
di una cultura di un vero e concreto disarmo, attraverso la presentazione
all'opinione pubblica delle iniziative che questo organsmo (composto da 30
fra associazioni ed enti) sta mettendo in campo per arginare la corsa al
riarmo. Una crescita del comparto bellico che non tralascia il nostro
paese ed anzi vede l'Italia ai primi posti delle classiche di export di
armi.
Nella prima parte dell'evento alcuni esperti della Rete Disarmo hanno
cercato di tratteggiare un punto della situazione relativamente al
commercio ed alla produzione di armi. Achille Lodovisi (studioso e recente
co-autore de "il Commercio delle armi" per Jaca Book), Nicoletta Dentico
(presidente della Campagna Italiana contro le mine), Maurizio Simoncelli
(Archivio Disarmo) e Giorgio Beretta (animatore della Campagna banche
armate) hanno portato all'attenzione del pubblico le loro conoscenze,
cercando di illuminare questo complesso tema da prospettive ed angolature
differenti. Una focalizzazione particolare è stata posta a riguardo del
ruolo dell'Italia in questo mercato di morte. Purtroppo è mancata
l'interlocuzione con il Governo, in quanto il Sottosegretario agli Esteri
Mantica invitato all'evento ha comunicato all'ultimo momento la sua non
partecipazione. Un confronto sarebbe stato sicuramente importante ed
utile, ed è chiò che la Rete disarmo Continua ad auspicare.

Ogni giorno milioni di uomini, donne e bambini vivono terrorizzati dalla
violenza delle armi. Ogni minuto, uno di loro viene ucciso. Il commercio
globale di armi che mette queste armi nelle mani degli assassini
rappresenta un grande affare. Alcuni dati ribaditi nel corso dell'evento
dagli esperti presenti

- Il valore complessivo del commercio globale di armi è di circa 28
miliardi di dollari all'anno
- Vi sono 639 milioni di armi leggere nel mondo, una ogni dieci persone,
prodotte da oltre 1000 aziende in almeno 98 paesi
- Ogni anno vengono prodotti 8 milioni di armi leggere
- Ogni anno vengono prodotti 16 miliardi di munizioni: due nuove
pallottole a testa per ogni essere umano in questo pianeta
- Circa il 60% delle armi leggere sono nelle mani di civili
- Si calcola che dall'80 al 90% di tutte le armi leggere smerciate
illegalmente sia messo in circolazione attraverso commerci in cui sono
coinvolti gli Stati.

La proliferazione incontrollata e l'uso indebito delle armi da parte delle
forze governative e dei gruppi armati hanno costi umani devastanti:

- Ogni anno le armi convenzionali causano la morte di oltre 500.000
persone: una persona al minuto
- Nella I guerra mondiale, il 14% delle vittime erano civili; la
percentuale è salita al 67% nella II guerra mondiale ed è ancora più alta
in alcuni dei conflitti contemporanei
- Oltre 300.000 bambini soldato sono coinvolti nei conflitti
- Durante i conflitti, migliaia di donne e bambine vengono stuprate sotto
la minaccia delle armi: per esempio, 15700 in Ruanda e 25000 tra Croazia e
Bosnia

La proliferazione e l'uso indebito delle armi devasta la vita di migliaia
di persone e impedisce ai paesi di affrancarsi dalla povertà:

- Un terzo dei paesi spende più nel settore militare che nei servizi
sanitari essenziali
- Ogni anno Africa, Asia e America Latina spendono in media 22 miliardi di
dollari in armi. La metà di questa cifra potrebbe permettere a ciascun
bambino e a ciascuna bambina di questi continenti di andare a scuola
- El Salvador destina il 4% del suo prodotto nazionale lordo alle spese
del servizio sanitario nazionale per affrontare gli effetti della violenza
- Quasi la metà dei paesi del mondo, esattamente il 42%, con il più alto
budget destinato alla difesa figurano in fondo alla classifica dello
sviluppo umano. Ad esempio, l'Eritrea destina oltre il 20% del suo
prodotto nazionale lordo alle spese militari
- In Africa le perdite economiche causate dalla guerra ammontano a 15
miliardi di dollari all'anno

Nella seconda parte dell'appuntamento, grazie all'aiuto prezioso di
Alessandro Sortino delle Iene che ha brillantemente condotto la serata, si
sono avvicendati sul palco personaggi, artisti e rappresentati del mondo
associativo della Rete Disarmo, tra cui padre Alex Zanotelli (Missionario
Comboniano), don Luigi Ciotti (Libera), Marco Bertotto (Amnesty
International), Giorgio Cremaschi (Fiom-CGIL), Riccardo Troisi (Rete
Lilliput), Massimo Paolicelli (Ass. Obiettori Nonviolenti), Giorgio
Beretta (Campagna banche armate).
Gli interventi di approfondimento e testimonianza sono stati intervallati
da alcuni video ed immagini relativi al tema del commercio di armi (tra
cui il video clip di presentazione della Campagna Internazionale Control
Arms) e da momenti di spettacolo "semi-serio" animati da Francesco Salvi e
dagli Scontrino alla Cassa.
Alessandro Sortino ha inoltre presentato i video girati in occasione delle
sue "incursioni da Iena" alla fiera delle armi EXA di Brescia.
Per concludere la serata, prima di un video del premio Nobel per la Pace
sudafricano Mons. Tutu, Gianni Alioti (Fim-CISL) ci ha aiutato a tradurre
una telefonata molto importante giunta dal Brasile. Gilberto Carvalho
(Capo di Gabinetto e Segretario del Presidente del Brasile Ignacio Lula)
ha letto infatti un messaggio inviato dal Presidente alla Rete Disarmo in
occasione dell'evento romano. Nella lettera il Presidente Ignacio Lula da
Silva rinnova l'impegno del Brasile per una politica di disarmo (da un
anno esiste una legge per la restituzione delle armi leggere che sta
avendo enorme successo) e per l'unica guerra che vale la pena di
combattere: quella contro la fame e la miseria.



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