La presenza di armi nucleari in Italia:un problema dimenticato



Paolo Cotta-Ramusino

Università degli Studi di Milano
Unione Scienziati per il
Disarmo (USPID)

E' una notizia di pochi giorni fa che il Generale George Lee Butler, ex-comandante in capo del Comando Aereo Strategico americano si e' espresso cosi' a proposito delle armi nucleari: "Le armi nucleari sono intrinsecamente pericolose, estremamente costose, militarmente inefficaci e moralmente indifendibili"(Washington Post 4 -12- 1996 pag A01, articolo di R.Jeffrey Smith).

Lo stesso Generale Butler dichiara: "E' possibile creare un consenso globale sull'affermazione che le armi nucleari non hanno alcun ruolo difendibile. che le ampie conseguenze del loro uso trascenderebbero ogni possibile utilita' militare, che, come vere e proprie armi di distruzione di massa, la necessita' di una loro eliminazione e' 1000 volte piu' urgente dell'eliminazione delle mortali armi chimiche e biologiche che sono gia' state ampiamente dichiarate immorali, illegittime e sottoposte a distruzione e di cui e' stata proibita ogni futura produzione? Io sostengo che questo consenso non e' solo possibile: e' imperativo!" (General Butler, Osservazioni di fronte al National Press Club, Washington DC. 4-12-1996).

Il consenso di cui parla Butler sta certamente crescendo (si vedano ad esempio i recenti risultati della Commissione di Canberra) ed e' particolarmente significativo che un gruppo di Generali di molti Paesi (tra cui pero' non compare nessuno dall'Italia) se ne sia fatto portavoce (Statement on Nuclear Weapons by International Generals and Admirals, December 5, 1996).

In contrasto, la sensibilita' europea sul problema dell'eliminazione delle armi nucleari sembra essere oggi piuttosto appannata. Non solo l'Europa Occidentale mantiene due arsenali nucleari cosiddetti minori (Francia e Gran Bretagna) che non sono stati ancora sostanzialmente toccati dal processo di disarmo, ma sono ancora presenti sul territorio Europeo circa 300 bombe nucleari americane per aereo del tipo B61. (Si veda la descrizione delle Bombe B61 contenuta nel "Nuclear Weapons Data Book, vol 1" di T, Cochran, W. Arkin, M. Hoenig; Natural Resources Defense Center; Ballinger 1984)

Il ritiro di un gran numero di armi tattiche americane e russe degli anni passati e' stato una conseguenza delle iniziative unilaterali assunte da Bush e Gorbachev nel 1991.

In tutto il mondo, tranne che in Europa Occidentale, tutte le armi nucleari russe e americane, originariamente installate in altri paesi, sono state ritirate e ricondotte in patria.

Invece in Europa Occidentale, circa il 5% delle armi nucleari americane presenti 10 anni fa e' mantenuta ancora in condizioni operative.

Secondo W. Arkin e R.S. Norris (NRDC: Nuclear Notebook, Bullettin of the Atomic Scientists, Dec. 1995) questa era la situazione delle armi nucleari americane installate in Europa:

paese           1985           1995           Basi aeree attive '95
Germania     3396           245             Buechel
                                                       Memmingen
                                                       Norvenich
                                                       Ramstein (US)
Gran Bretagna 1268        90               Lakenheath (US)
Turchia        489             75               Balikesir
                                                       Incirlik (US)
                                                       Murted
Italia                    549             40               Aviano (US)
                                                       Ghedi Torre
Grecia         164             10               Araxos
Paesi Bassi   81               10               Volkel
Belgio          25               10               Kleine Brogel
totale          5972           480

R.S. Norris e W. Arkin stanno preparando un aggiornamento da pubblicarsi
prossimamente sempre sul Bulletin of Atomic Scientists. Alcune loro stime preliminari forniscono il seguente quadro per il 1996.

paese           1996                     Basi aeree attive '96
Germania     100                       Buechel
                                              Ramstein (US)
Gran Bretagna 75                     Lakenheath (US)
Turchia        50                        Incirlik (US)
Italia                    25                        Aviano (US)
                                              Ghedi Torre
Grecia         10                         Araxos
Paesi Bassi   10                         Volkel
Belgio          10                         Kleine Brogel
totale          280

Le armi nucleari americane collocate in Europa si distinguono come sempre in due categorie: le armi direttamente destinate all'uso delle forze armate americane e le armi americane destinate alle forze alleate, le quali dovrebbero, in caso di necessita', usarle sui propri sistemi di lancio. Impropriamente si fa riferimento a questa distinzione definendo la prima categoria di armi nucleari come "armi a chiave singola" e la seconda categoria come "armi a doppia chiave", dove una chiave (la bomba o la testata) e' posseduta dalle forze americane e la seconda chiave (il sistema di lancio cioe' nel caso odierno l'aereo) e' posseduta dalle forze del paese ospitante. Questa nomenclatura e' impropria perche' e' evidente che le armi a doppia chiave possono rapidamente trasformarsi in armi a chiave singola: basta cambiare sistema di lancio.

A questo proposito e' utile ricordare brevemente il contesto in cui, sin dalla fine degli anni '50, si e' proceduto alla installazione di armi nucleari americane sul territorio di Paesi alleati.

Innanzitutto esistono accordi-quadro di pubblico dominio, denominati "Accordi per la cooperazione nell'impiego dell'energia atomica a scopo di reciproca difesa (Agreements for Cooperation on the Uses of Atomic Energy for Mutual Defense Purposes)". L'Italia ha firmato un tale accordo il 3-12-1960.

Segue poi un "Programma di cooperazione (Program of Cooperation)" segreto in cui si stabiliscono le unita' speciali del Paese ospitante che si devono addestrare all'uso eventuale delle armi nucleari e i tipi di armi che gli USA assegnano all'uso delle forze del Paese ospitante.

Inoltre e' previsto un "Accordo sui depositi nucleari (Stockpile Agreement)" ugualmente segreto. In questo accordo viene indicata la locazione dei depositi nucleari, la ripartizione dei costi e si stabilisce che le armi nucleari devono essere custodite da unita' americane, mentre la sicurezza esterna dei depositi deve essere garantita dalle forze del Paese ospitante.

Infine periodicamente il Segretario della Difesa americano informa il Governo del Paese ospitante delle modifiche di consistenza dei depositi nucleari collocati nel territorio del Paese ospitante, anche se non e' prevista alcuna consultazione preventiva per tali modifiche.

Tutta la struttura appena descritta deve ancora essere in funzione, visto che diverse armi nucleari americane sono ancora oggi installate in Europa.

Una delle implicazioni per l'Italia è che a Ghedi dovrebbe essere ancora operativo il gruppo di volo su Tornado che è nuclear certified, cioè le cui missioni includono l'uso eventuale di bombe nucleari su obiettivi stabiliti dalla NATO.

Sempre in questo quadro resta aperta la annosa questione delle consultazioni tra Paesi alleati prima di un eventuale uso delle armi nucleari. Come e' noto tali consultazioni avverranno "tempo e circostanze permettendo" formula generica che lascia spazio alle ipotesi piu' svariate.

Il problema delle presenza di armi nucleari nel nostro paese, e' un problema che e' oggi largamente ignorato. Quando qualche informazione viene pubblicata sui giornali questa e', in genere, piena di errori. Si veda ad esempio l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera, il 24 Ottobre scorso, in cui si sostiene che negli anni 70 c'erano in Italia, ad Aviano, armi nucleari contrariamente ai trattati internazionali In realta' ad Aviano le armi nucleari ci sono state per decenni e ci sono ancora adesso, le armi nucleari in Italia sono state collocate in almeno 20 diverse localita' (si veda W. Arkin, R. Fieldhouse "Nuclear Battlefields" Ballinger 1985) e non e' vero che questo sia mai
stato proibito da trattati internazionali.

Veniamo ora alla necessita' di ritirare completamente e rapidamente le bombe B61 ancora presenti sul nostro continente.

Il processo di disarmo nucleare puo' procedere in molte direzioni, ma due sono le caratteristiche salienti di questo processo: la riduzione del numero delle armi nucleari installate e la sempre minore capacita' di usare le bombe nucleari con un preavviso breve, ovvero la riduzione significativa dello stato di allerta in cui sono tenute le armi nucleari stesse (si veda l'articolo di B. Blair, in Atti del Convegno di Castiglioncello del 1995).

Lo stazionamento di bombe B61 sul nostro continente e' avvenuto in un quadro di continua massima allerta nucleare. I bombardieri in "quick reaction alert" erano sempre pronti a sganciare il loro carico con pochi minuti di preavviso. Oggi questa allerta nucleare non ha alcun senso (se mai ne ha avuto) e il ritiro completo delle bombe nucleari tattiche e' piu' che mai una scelta obbligata nella attuale situazione Europea.

Ma ci sono altre argomentazioni specifiche da tenere in conto:

* In un momento in cui si prospetta l'allargamento della NATO a Paesi ex-alleati dell'URSS, occorre tenere conto delle preoccupazioni manifestate dalla Russia. In questo senso l'assenza totale di armi nucleari americane nei Paesi della NATO e' un importante elemento di distensione tra NATO e Russia. Questo e' particolarmente significativo in un momento in cui si vanno affermando in Russia punti di vista che propongono di ridare enfasi al ruolo delle armi nucleari tattiche (si veda a questo proposito P. Cotta-Ramusino in Disarmo nucleare e rischi di proliferazione).

* L'eliminazione delle armi nucleari tattiche in Italia contribuirebbe a rendere meno difficile una discussione sulla costituzione di una zona libera da armi nucleari nel mediterraneo (si veda a questo proposito G. Nardulli in Le Armi Nucleari ed il Processo di Denuclearizzazione del Mediterraneo (file ps) o ad una zona libera da armi nucleari che copra i Paesi dell'Europa centro-orientale.

In conclusione credo che il nostro Governo dovrebbe rispondere a queste domande:

La struttura che regola l'installazione e la gestione di armi nucleari nel nostro territorio, stabilita negli anni '60, e' ancora in funzione ? Che decisioni ha preso finora l'attuale Governo sul problema della presenza di armi nucleari sul nostro territorio?

Non ritiene il nostro Governo necessario un maggior coinvolgimento della opinione pubblica e del Parlamento su queste delicate questioni?

Piu' fondamentalmente: non sarebbe importante dare un messaggio chiaro nel
senso di procedere molto speditamente alla eliminazione completa delle armi
nucleari collocate in Europa e in Italia in particolare?

Come dice il generale Butler e come dicono molti altri, le armi nucleari non hanno alcuna utilita' ma sono solo costose, immorali, pericolose e indifendibili. Non e' particolarmente vero che sono inutili, pericolose e indifendibili un pugno di armi nucleari collocate sparsamente nell'Europa come tasselli di piani di guerra improbabili se non irresponsabili? Contro chi e da chi verrebbero usate queste armi nucleari e' la domanda che ci siamo fatti per quasi 40 anni e che vorremmo smettere di farci.

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Recenti articoli di giornali su problemi riguardanti le armi nucleari
americane in Europa:
* G. Pace in 25 bombe dimenticate, la Repubblica, 14 dicembre 1996
* B. Clark in Russia urged to slash N-arms arsenals, Financial Times, 18 dicembre 1996