Lettera aperta a tutto il movimento sardo contro le basi militari



Lettera aperta a tutto il movimento sardo contro le basi militari

Finalmente in Sardinnya si può parlare di movimento contro le basi militari.

Un movimento che si ritrova unito sulle parole d’ordine di chiusura delle
basi militari presenti nell’Isola, un movimento in grado di darsi scadenze
e di coinvolgere migliaia di sardi, che ha iniziato un cammino che di
sicuro sarà lungo.

Le recenti manifestazioni sono state un successo dal punto di vista della
partecipazione popolare; ciò non è altro che la semplice conseguenza
dell’espressione di un’opinione diffusissima in tutta l’Isola che è
contraria alla presenza militare in Sardinnya.

Ciò non basta: le basi non verranno certo dimesse per una diffusa opinione,
né arriverà dall’alto qualcuno che ce ne liberi. Sarebbe comodo, ma non è
così. È chiaro per noi, che solo le lotte popolari diffuse nel territorio
saranno in grado di mettere in crisi l’occupante militare e fargli valutare
la convenienza di mantenere o meno sul suolo (e nell’aria e nel mare) sardo
le proprie industrie di morte.

Le lotte popolari però non si convocano, si fanno. Le fanno le comunità
coinvolte, sostenute dalle altre comunità. Hanno bisogno di consapevolezza
diffusa, ma soprattutto di fiducia. Di esempi positivi. Hanno bisogno di
sentirsi una parte di un unico movimento sardo unito che le sostenga.

Il compito di tutti noi militanti è quello di favorire, spingere, sostenere
queste lotte. Di raccontare storie simili di liberazione, di pensarne di
possibili.

Laddove non siano in atto, bisogna creare consapevolezza, attraverso un
grande lavoro di controinformazione, diffusa, capillare in tutta l'Isola,
precisa e puntuale, ma bisogna anche dare fiducia, non lasciare che si dica
che il problema di un paese che ospita (suo malgrado) una base militare è
il problema di quel paese, perché sappiamo bene tutti che è un problema di
tutti i sardi.

Dobbiamo far capire con i fatti, non solo con le parole, ai nostri
conterranei di Teulada, Maddalena, Villaputzu, Perdas, Escalaplano,
Decimomannu, etc, che ci sono centinaia, forse migliaia di sardi disposti a
sostenere le loro lotte tutto l’anno, non solo per il giorno in cui si
manifesta.

Dobbiamo dare consapevolezza del problema attraverso la controinformazione
continua e non saltuaria che rompe il muro di silenzi o di falsità (tg rai
tre, asl 1) su ciò che accade in terra nostra.

Dobbiamo dimostrare (esempi ce ne sono) che è possibile liberarsi
dall’occupazione.

Dobbiamo dare sostegno fisico (con la nostra presenza) morale (con sostegno
anche a distanza) legale (laddove sia necessario) anche scientifico
(riuscendo a creare e sostenere comitati scientifici indipendenti composti
anche da sardi, se possibile), dobbiamo soprattutto dare sostengo dicendo a
noi stessi sardi, prima ancora che all’occupante indesiderato, che soltanto
una forza unitaria è in grado di vincere questa battaglia.

L’obiettivo è quello di superare la semplice fase di manifestazione del
pensiero che sappiamo essere, al di là delle meschine dichiarazioni dei
ministri di turno e dei politici collaborazionisti isolani, espressione
della volontà della stragrande maggioranza del popolo sardo.

Andare oltre l’indizione di una manifestazione annuale e dare continuità,
capillarità, all’agire di un movimento.

Magari, se saremo in tanti a porci promotori ognuno del proprio territorio,
una vera CAMPAGNA PERMANENTE per i prossimi mesi, da qui a settembre.

Pertanto la proposta dell’assemblea sarda contro le basi militari (che si è
dichiarata sin dall’inizio assemblea aperta di discussione ed
organizzazione) a tutto il movimento sardo è quella di far partire una
campagna diffusa in tutto il territorio sardo calendarizzando un numero
quanto + possibile cospicuo di iniziative, da oggi ai prossimi mesi,
nell’anno in corso. Sia iniziative locali che momenti unitari, ma tutti
all’interno dello stesso discorso e sostenuti dallo stesso movimento unito.

Come iniziative sono emerse tantissime idee: giornate di
controinformazione; stands e banchetti; portare la controinformazione tra i
sardi laddove sia possibile (al lavoro, nella scuole, università, nelle
piazze, alle feste popolari, nei quartieri, ovunque); intervenire se
possibile in caso di sbarchi indesiderati (truppe, lavori di ampliamento);
campeggi estivi di incontro e lotta; proiezioni (c'è un gruppo a Casteddu
che sta lavorando sul video e raccogliendo molto materiale) ed assemblee
pubbliche; un’altra manifestazione unitaria, magari al termine della
campagna, ancora più popolare e partecipata; iniziative culturali in ogni
centro; chiedere agli artisti sardi e agli uomini e donne di cultura che
condividono di rendere pubblica la loro opinione magari attraverso un
documento sottoscritto; e così via…

L’idea ha incontrato il parere favorevole di tanti gruppi e militanti, ma
nell’ultima assemblea sabato 9 aprile ci si è ritrovati in pochi. Troppo
pochi per organizzare.

Poche realtà geografiche e sociali erano rappresentate, ed è chiaro che
dovranno essere i comitati o gruppi o anche singoli organizzati dei centri
interessati a proporre ed a organizzare iniziative nel loro territorio,
avendo però il sostegno e il contributo di tutto il movimento isolano.

È chiaro, per fare un esempio, che non saranno i compagni di Casteddu a
proporre date ed iniziative a Villaputzu, o viceversa. Sembra scontato
questo ragionamento però è la premessa con la quale si chiede la presenza
di tutto il movimento sardo (comitati locali, gruppi, associazioni,
singoli, chiunque sia interessato a dare un contributo) alla prossima
assemblea sarda sabato 23 aprile a Santa Cristina di Paulilatino dalle ore
11 all’aperto (tempo permettendo, altrimenti possiamo usufruire di una
“cumbessia” al coperto).

All’ ordine del giorno ci sarà per l’appunto l’organizzazione di una
stagione di iniziative.

Ci vediamo per stendere finalmente un programma operativo quanto più
articolato possibile, ognuno in base alle sue possibilità ma tenendo conto
che ognuno può contare sul supporto anche degli altri; ci vediamo non per
ridiscutere da capo o per ridirci cose che ci siamo già detti o che sono
scritte qua o nei mille documenti già editi da gruppi del movimento.

Ci aspettiamo proposte operative da tutta l’Isola. Cercheremo di metterle
insieme.

Attendiamo presenze da tutta l’Isola, non solo dai centri maggiori (CA, SS,
NU, OL), non solo dai paesi interessati dalle basi (Maddalena, Perdas,
etc), ma anche da tutti gli altri centri, dalle cittadine ai piccoli paesi.
È importante il contributo di tutti.

Un campagna di tale portata non la organizza l’istituzione od altri né si
organizza da sé, questo è il senso di questo appello. Se vogliamo agire nei
prossimi mesi è opportuno organizzarci ora, non domani.

Ci si vede alle 11 nel terreno appena prima del villaggio di Santa Cristina
e pranziamo al sacco, così ci si può trattenere anche nel pomeriggio.

È fondamentale ribadire che più siamo più contributi abbiamo più sarà una
campagna incisiva.

Chiediamo a tutti partecipazione e diffusione di questo appello.



Assemblea Sarda contro le basi militari