Comunicato Stampa Pistole Beretta in Iraq: Governo e lobby armiera vogliono nascondono i traffici illeciti- denuncia Rete Italiana Disarmo



COMUNICATO AI MEDIA - Roma, 23 febbraio  2006



Pistole Beretta in Iraq:  Governo e lobby armiera vogliono nascondono i
traffici illeciti- denuncia Rete Italiana Disarmo

Alla luce delle notizie di queste ore la Rete Disarmo ribadisce l'urgenza
delle azioni che sta intraprendendo


 "Un tipico esempio di triangolazione che coinvolge la Beretta, una delle
ditte produttrici di pistole più conosciute al mondo, sulla quale il
Governo sembra intenzionato a mettere tutto a tacere. Chiediamo che la
Procura di Brescia possa concludere senza impedimenti l'inchiesta
riguardante le armi della ditta bresciana sequestrate alla guerriglia in
Iraq e che il prossimo Governo giunga al più presto ad una legislazione
rigorosa sull'esportazione di armi leggere anche per corpi di polizia, ad
uso sportivo e civile e sugli intermediari del settore." Così la Rete
Italiana per il Disarmo commenta le anticipazioni alla stampa del numero
del settimanale l'Espresso in edicola domani. Dall'inchiesta dell' Espresso
si apprende che le pistole Beretta ritrovate dal contingente statunitense
nei depositi della guerriglia irachena provengono proprio dalla famosa
ditta di Gardone Valtrompia che le avrebbe vendute alla "Super Vision
International ltd", una sigla inglese sconosciuta. La Procura di Brescia
sta indagando sulla vicenda, ma una norma inserita dal Governo nel recente
decreto sulle Olimpiadi di Torino potrebbe cancellare l'inchiesta, salvando
così l'azienda guidata da Ugo Gussalli Beretta, amico personale del premier
Berlusconi e della famiglia Bush.
"Questa vicenda dimostra ancora una volta le falle sui controlli del nostro
Paese all'esportazione di piccole armi" - commenta la Rete Italiana
Disarmo. Nel febbraio 2003 il Ministero dell'Interno infatti aveva ceduto
alla fabbrica bresciana 44.926 pistole Beretta 92S che la ditta di Gardone
Valtrompia ha risistemato e nonostante dal 2002 non avesse più la licenza
per riparare armi e, per aggirare le richieste di chiarimenti del Ministero
degli Interni, l'azienda bresciana ha chiesto e ottenuto dalla prefettura
di Brescia il permesso di vendere parte delle armi ad una celebre ditta
britannica, ma di fatto tutte pistole erano già state pagate da un'altra
ditta: la sconosciuta "Super Vision International ltd". Nel febbraio scorso
la Beretta aveva affermato di voler collaborare "nella massima trasparenza"
con la Procura di Brescia per quanto riguarda l'indagine in corso sulle
armi dell'azienda ritrovate in Iraq. "Chiediamo al mondo politico e
all'informazione di tenere alta l'attenzione sulla vicenda affinché
l'indagine non venga messa a tacere e si giunga presto a stabilire i
responsabili" - conclude il comunicato della Rete Italiana Disarmo. Siamo
inoltre esterrefatti che un Decreto sulle Olimpiadi possa essere usato per
intervenire  su una normativa così delicata come quella del commercio delle
armi."
Per approfondimenti :
Articolo espresso :
<http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=a&idCategory=4791&idContent=1311769>http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=a&idCategory=4791&idContent=1311769
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