La campagna Control Arms denuncia il fallimento della conferenza dell'ONU sulle armi leggere



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COMUNICATO STAMPA
CS 73-2006

LA CAMPAGNA CONTROL ARMS DENUNCIA IL FALLIMENTO DELLA CONFERENZA DELL'ONU
SULLE ARMI LEGGERE

Amnesty International, Oxfam International e Iansa (Rete internazionale
d'azione sulle armi di piccolo calibro), promotrici della campagna Control

Arms, hanno manifestato grande sconcerto per il fallimento della
Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle armi leggere e di piccolo
calibro. La Conferenza si e' infatti chiusa senza raggiungere un accordo,
sebbene la maggior parte dei governi (compresa l'Unione europea e molti
paesi africani e latino-americani) avessero sostenuto la necessita' di
piu' rigidi controlli sul commercio internazionale delle armi leggere e di

piccolo calibro.

La Conferenza, terminata il 7 luglio, e' arrivata a un punto morto dopo
che una manciata di Stati, tra cui in particolare gli Usa, ha manifestato
una cosi' forte contrarieta' su una serie di punti-chiave, da rendere
impossibile qualsiasi accordo. Tra gli altri paesi che hanno impedito di
fare passi avanti verso controlli globali sul commercio delle armi di
piccolo calibro, la campagna Control Arms segnala Cuba, India, Iran,
Israele e Pakistan.

'Il mondo e' stato tenuto in ostaggio da una piccola minoranza di paesi.
Durante le due settimane in cui si e' svolta la Conferenza, le armi di
piccolo calibro hanno ucciso 12.000 persone. Le vittime sono state tradite

e uccise' - ha dichiarato Anna Macdonald, responsabile della campagna
Control Arms per Oxfam International.

La campagna Control Arms portera' la sua richiesta di piu' rigorosi
controlli sulle armi all'Assemblea generale dell'Onu di ottobre. In
quell'assise, le decisioni sono spesso sottoposte a votazione a
maggioranza e cio' significa che una piccola minoranza di paesi non puo'
bloccarle. Alcuni governi hanno gia' dichiarato che intendono presentare
una risoluzione al  primo Comitato dell'Assemblea generale, in cui si
chiede l'apertura di negoziati su un Trattato sul commercio di armi,
legalmente vincolante.

'Il mondo ha disperatamente bisogno di un Trattato, forte e applicato in
modo efficace, per fermare l'attuale flusso di armi verso chi si rende
responsabile di gravi abusi dei diritti umani' - ha sottolineato Brian
Wood, responsabile della ricerca sul commercio di armi per Amnesty
International.

La campagna Control Arms chiede ai governi di istituire tale Trattato e di

concordare una serie di linee guida globali sulla vendita delle armi di
piccolo calibro, in modo da fermare i flussi che alimentano le violazioni
dei diritti umani e la poverta' nel mondo.

'Facendo fallire questo incontro, i governi hanno gettato alle ortiche
l'opportunita' di agire per salvare vite umane in tutto il mondo. e'
inaccettabile che due settimane di discussioni non abbiano prodotto alcun
risultato, soprattutto sapendo che le armi causano 1000 morti al giorno' -

ha commentato Rebecca Peters, direttrice di Iansa.

Oltre un milione di persone di 160 paesi - di cui 40.000 in Italia - hanno

sostenuto la campagna Control Arms, aderendo alla 'Petizione del milione
di volti', presentata al segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, il 26
giugno, giornata inaugurale della Conferenza di New York.

Julius Arile, che ha presentato la 'Petizione del milione di volti' a Kofi

Annan, ha detto: 'Sono venuto a questa conferenza per chiedere ai governi
del mondo di fermare il flusso di armi verso la zona in cui vivo, nel
Kenya del nord. Ho perso molti amici e anche mio fratello a causa della
violenza armata. Sono veramente amareggiato per il fatto che il mondo non
abbia fatto nulla per aiutare me e milioni di persone come me'.

FINE DEL COMUNICATO     Roma, 10 luglio 2006

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Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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