situazioni di guerra



New York, 20 lug - Le ultime operazioni militari condotte da Israele hanno messo in moto una macchina da guerra fatta di armi, mezzi e tecnologie provenienti dagli Stati Uniti: dal 1971 fino al 2005 Washington ha speso per gli aiuti allo Stato ebraico più di 2 miliardi di dollari all’anno, due terzi dei quali destinati all’assistenza militare.
http://www.nytimes.com/

Reportage dalle montagne ad est del Libano. Questo non è il sobborgo meridionale di Beirut. Siamo nella zona dello Shouf sulle montagne del Libano, abitata da una maggioranza drusa, i cui villaggi non sono stati comunque risparmiati dall'equilibrio del terrore. Essi sono stati bombardati lo stesso a causa della presenza di un ripetitore dell'emittente televisiva sciita "al Manar". Gli abitanti hanno deliberatamente "staccato" il ripetitore innalzando al suo posto una bandiera bianca e il simbolo della tv libanese "Lbc" (anti-siriana, ndr). Migliaia di automobili stracolme di passeggeri, in fuga nel sud, hanno issato la bandiera bianca affollando la zona alla ricerca di un campo profughi.
http://www.asharq-e.com/

Nel 2003 Salam Pax, pseudonimo di un blogger iracheno, aveva permesso a milioni di internauti di seguire, in tempo reale, l'avanzata delle truppe statunitensi. La blogosfera allora lanciava la polemica: gli Stati Uniti avevano o no ragione di entrare in guerra? Si trattava di un'invasione o di una liberazione? Ciò che cambia con la guerra in Libano è che i Salam Pax sono vere e proprie legioni, sia dal lato israeliano che da quello libanese. Ce ne sono talmente tanti che sono stati creati siti per registrarli. Al di là delle diatribe ideologiche e delle reazioni epidermiche, cominciano a far capolino anche dei frammenti di un vero e proprio dialogo tra internauti israeliani e libanesi. Facendo fede alle loro divergenze politiche, i blogger approfittano del lato umano - per non dire intimo - dei blog per avviare una conversazione che nessun mezzo di comunicazione potrebbe permettere. Sul blog in cui il giovane libanese Ramzi racconta le aggressioni israeliane, sono intervenuti numerosi israeliani per denunciare gli scempi di questa guerra, per testimoniare la loro compassione e la loro speranza in una veloce risoluzione del conflitto. Come scrive giustamente Ramzi, "la guerra si personifica" grazie ai blog, ai video amatoriali postati su Internet e ai commenti inseriti dagli internauti. Secondo la giornalista canadese-israeliana Lisa Goldman, che vive a Tel-Aviv, è la prima volta che "cittadini di un paese nemico sono così impegnati in una conversazione permanente mentre piovono missili". Qualche notte fa Lisa si era trovata a chattare in diretta con un libanese che, seduto sul tetto della sua casa di Beirut, le scriveva le sue impressioni, mentre i missili israeliani si abbattevano sulla città. In generale ciò che emerge da queste conversazioni e dai commenti tra israeliani e libanesi è un sentimento di impotenza e di tristezza di fronte al conflitto, alle sue perdite civili e rispetto ai responsabili del loro rispettivi paesi e dei loro alleati internazionali.
http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-734511,36-796681@51-796255,0.html