Difesa: Ue piu' severa su interpretazione norme per contratti



Difesa: Ue piu' severa su interpretazione norme per contratti 07/12 - 12:00

Bruxelles, 07 dic - La Commissione Europea ha deciso di stringere le maglie sulla interpretazione delle norme relative ai contratti di appalto per la difesa. Secondo Bruxelles l'applicazione dell'art. 296 del Trattato che offre l'esenzione dalle norme del mercato unico quando e' a rischio la sicurezza degli stati, e' "vaga" e viene usata dagli stati "in modo molto diverso e spesso in modo estensivo". Il commissario al Mercato Interno, Charlie McCreevy, ha indicato che il prossimo passo di Bruxelles sara' "di proporre una nuova legge che aumentera' la concorrenza". La comunicazione che interpreta le norme Ue in materia riguarda le relazioni fra gli stati membri dell'Unione e non quelli con i paesi terzi che rientrano nel quadro dell'organizzazione mondiale del commercio. L'obiettivo della Commissione Europea, in accordo con le sentenze della Corte di Giustizia, e' che il ricorso alla deroga dalle regole del mercato interno e della concorrenza "sia limitato e chiaramente definito a casi eccezionali e interpretato in un modo restrittivo". Cio' significa, in sostanza, che l'art. 296 "non implica un'esenzione automatica degli appalti per la Difesa in generale ma, al contrario, gli stati membri devono verificare attentamente per ogni contratto la situazione caso per caso se l'uso dell'esenzione e' legittimo oppure no". Bruxelles ribadisce che l'esenzione dalle regole comunitarie deve essere necessaria per la protezione degli interessi di sicurezza essenziali dello stato membro, e solo la protezione di tali interessi "giustifica un'esenzione". Altri interessi relativi con la produzione o il commercio in equipaggiamenti per la Difesa, in particolare per quanto riguarda gli interessi economici e industriali, "sono di per se' stessi non sufficienti". L'essenzialita' degli interessi di sicurezza implica che l'eventuale esenzione "sia limitata ai contratti per la Difesa che sono di elevata importanza per le capacita' militare dello Stato". In ogni caso Bruxelles specifica che data la natura specifica degli appalti per la Difesa "non e' possibile determinare ex-ante quali contratti possono essere esentati" per cui gli stati devono agire sulla base di valutazione caso per caso verificando quali interessi di sicurezza sono coinvolti, qual'e' la connessione precisa tra tali interessi e l'appalto in questione, perche' i principi della libera circolazione dei capitali e della concorrenza minerebbero gli interessi di sicurezza. L'art. 296 del Trattato prevede che possono essere esentati soltanto quei contratti di equipaggiamento che siano sviluppati e prodotti per specifiche esigenze militari cosi' come i servizi e le attivita' ad essi correlati. Sono anche coperti quegli equipaggiamenti che hanno un utilizzo duale sia per scopi militari che non militari. Gli appalti per la Difesa rappresentano una larga quota degli appalti pubblici della Ue: il budget per la Difesa degli stati membri ammontano a circa 170 miliardi di euro che includono oltre 80 miliardi per contratti di fornitura in generale e 30 miliardi per l'acquisizione di nuovi equipaggiamenti. La maggioranza dei contratti per la Difesa sono esenti dalle regole europee e sono realizzati sulla base di regole nazionali. Cio', secondo Bruxelles, "puo' limitare l'accesso al mercato per i fornitori non nazionali creando costi aggiuntivi e inefficienze che possono avere un impatto negativo sulla competitivita' della Difesa europea".
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