Basi Usa, raddoppierà anche Sigonella



pare ci sia una smentita, pare....

Roma, 21:21
SIGONELLA: MIN.DIFESA, NESSUN INCREMENTO MILITARI USA
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_2004524.html?ref=hpsbdx1

Politica

Entro il 2008 verrà ampliata anche la base siciliana, per accogliere altri 6800 soldati americani e puntare soprattutto verso l’Africa. Un affare da milioni di euro avallato dall’amministrazione comunale che vede convergere il malaffare locale in un gioco di speculazione ambientale e abusi edilizi. La rabbia delle associazioni locali, l’interrogazione parlamentare del Prc

Dopo Vicenza, sarà la volta di Sigonella. Dal 2003 La Marina Militare degli Stati Uniti sta lavorando sotto silenzio al potenziamento della base siciliana, che presto verrà estesa, facendo posto a 6800 nuovi militari entro il gennaio 2008, molti di più che i circa duemila in arrivo a Vicenza. La costruzione delle 1.300 villette (più impianti sportivi, parcheggi e attrezzature per la sicurezza), in un’area di 76 ettari, per la quale serviranno 670mila metri cubi di cemento, è stata presentata appena due mesi prima dell’approvazione del consiglio comunale di Lentini. Capofila sono la Scirumi srl, una società catanese alla quale è affiliata anche la Maltauro Costruzioni di Vicenza, l’impresa edile che ha già ingrandito la base di Aviano e che è in pole position per i lavori di ampliamento della base di Ederle, e la Cappellina srl, di proprietà del chiacchieratissimo editore Mario Ciancio Sanfilippo, più volte accusato di legami (mai dimostrati) con gli ambienti mafiosi catanesi. Il progetto è stato sottoscritto dal sindaco Alfio Mangiameli (Margherita) che precisa che le villette ospiteranno i familiari dei militari Usa già sul posto, e che per il momento riferisce “di non aver avuto notizie” sul possibile arrivo di nuovi soldati. Un’operazione programmata da tempo, per di più in una zona “a vincolo paesaggistico e archeologico”, approvata definitivamente nello scorso ottobre dal consiglio comunale di Lentini, che ha potere decisionale su Sigonella. Come riporta il dossier del Centro Studi Territoriali Ddisa di Lentini, che fa capo alla rivista “Giro di vite”, la delibera era stata preceduta da una proposta legislativa della Cdl che intendeva semplificare la legislazione esistente in materia di tutela urbanistica delle risorse naturali, paesaggistiche, storiche e architettoniche, ma che fu ritirata per le enormi proteste del mondo accademico e culturale. Un colpo di spugna fallito denunciato anche da Rita Borsellino nel suo programma elettorale, che non ha fermato gli affari di politici e imprenditori e i progetti espansionistici americani, cavalcando una filosofia di connivenza continua tra malavita e amministrazione locale, all’ombra degli intrecci tra politica e lobby economiche. L’iter del progetto è avanzato con inedita e sospetta velocità nelle strade solitamente trafficate della burocrazia italiana (ancor più siciliana), con un’area agricola tutelata trasformata in “complesso insediativo chiuso ad uso collettivo”, in barba ai pareri negativi di Asl, Genio Civile e Soprintendenza Archeologica. “È un sito dichiarato di interesse comunitario “Sic” ed è zona di protezione speciale della Provincia di Siracusa, che ricade nell'area dell’ “Invaso di Lentini” spiega Alfonso Di Stefano, di “Attac Sicilia”.

Nell’ordinanza del febbraio 2006 parte dell’opposizione votò con la maggioranza (compreso il futuro sindaco), e il progetto di variante del Piano Regolatore Generale fu approvato sfruttando oltretutto il commissariamento del Comune, successivo alla candidatura alla Camera del sindaco dimissionario Nello Neri (An), ripescato come primo dei non eletti in Sicilia, e attualmente deputato. Sullo sfondo, non soltanto il vassallaggio all’alleato americano, ma anche un i giochi di ruolo tra gruppi di potere e il solito scenario di abusivismi edilizi, conflitto d’interessi e società a scatole cinesi, che improvvisamente si dissolvono nel nulla e ricompaiono al momento giusto. A Lentini l’opera è andata avanti nonostante il Comune abbia cambiato bandiera, consentendo con una delibera la costruzione di una variante non richiesta dal governo americano, ma che avrebbe fatto intascare alla Scirumi una consistente quantità di denaro, nell’attesa (superflua) della richiesta dell’amministrazione militare Usa. E’ dal 2003 che Sigonella è stata inserita nel programma di investimenti della Marina degli Usa, pronta a stanziare 675 milioni di dollari in giro per il mondo, facendo i conti con le frequenti illazioni (ultima quella di Francesco Cossiga) sull’esistenza di armi nucleari nella base siciliana. Così facendo il piano Mega IV, che prevede la realizzazione di una scuola nella base Nas1 (adibita a centro residenziale) e di altri sette edifici nella Nas2 (l’aeroporto e i depositi di armi) per totali 300 milioni di euro, troverebbe finalmente lo sbocco che gli americani intendono dargli da tempo, come ulteriore luogo di ricognizione in Italia. Il caso è finito in Parlamento grazie all’interrogazione della deputata di Rifondazione Elettra Deiana, che denuncia il “rafforzamento quantitativo e qualitativo della presenza militare e civile statunitense in Italia, promuovendo a tutti gli effetti il concetto di guerra permanente tanto caro a Bush”. “L’obiettivo di una sinistra matura – continua la Deiana – dovrebbe essere quello di rimettere in discussione e rinegoziare seriamente tutta la partita delle basi militari, ripensando anche alla funzione delle basi Nato. L’Italia non può bloccarne la finalità d’uso, ma può evitare di piegarsi al potere di controllo dell’operatività e proiettività sui teatri di guerra degli Americani, come dimostrato dal tipo di esercitazioni in atto ad Aviano e a Vicenza”. Non è mistero, infatti, che nelle basi italiane i militari americani vengano addestrati per possibili prossime missioni in Africa, dove si giocheranno le future partite decisive in tema di petrolio e risorse energetiche, e che l’Italia sia l’avamposto strategico ideale per i prossimi obiettivi. Ragion per cui, l’allargamento di Sigonella diventa cruciale per la politica militare statunitense, in una zona meno controllata di Vicenza, in cui anche le operazioni militari più sospette possono avvenire senza l’adeguato contrasto di un’opinione pubblica che non dà voce ai contestatori, e con la dovuta copertura politica. Adesso, sfruttando il clamore del caso Ederle, a Lentini vogliono far sentire la propria voce, a cominciare da un convegno il prossimo 3 febbraio al quale prenderanno parte anche associazioni e comitati di Vicenza.“Non facciamoci ingannare – conclude la Deiana – dalle differenze con Vicenza. Se ad Ederle l’impatto immediato con la popolazione e coi centri abitati rendono più visibile il problema, a Sigonella la questione potrebbe diventare ancora più preoccupante, per i problemi di impatto ambientale e sicurezza militare di quelle zone. Bisogna evitare che in quella parte di Sicilia ci sia quella convergenza di interessi che può portare Sigonella a diventare una vera e propria enclave americana in Italia”. Sempre che non sia già troppo tardi.
http://www.aprileonline.info/1459/basi-usa-raddoppiera-anche-sigonella