Conferma concessione basi militari in Italia



- Il fronte a noi assegnato non era di seria A, l’Alleanza chiudeva perciò un occhio quando l’Italia mostrava di non avere forze militari di serie A. Ma quando scoppiò il dramma degli euromissili si scoprì che eravamo un avamposto, anzi una prima linea di serie A. A proposito di quel tempo - euromissili e dintorni - non è male ricordare il giudizio di un nostro valente ambasciatore (Incisa di Camerana). Ha dettio "Lo scontro sugli euromissili fu la vera Terza Guerra Mondiale". Ed ha aggiunto: "E' la base di Comiso fu la Vittorio Veneto della vittoria italiana in quella guerra -. (Luci e ombre della vita militare nell’età repubblicana: intervento di Lelio Lagorio al Centro Alti Studi della Difesa, 2003).

L’8 agosto 1981 il governo presieduto dal sen. Spadolini approvò la decisione di destinare l’aeroporto “Magliocco” di Comiso in Sicilia, quale base per i 112 missili Cruise con 28 lanciatori assegnati all’Italia dal programma di ammodernamento missilistico della NATO. La designazione di Comiso e i lavori per l’installazione andarono dal 1981 a tutto il 1983, e videro la crescita di un’enorme mobilitazione pacifista, la vera antenata del pacifismo di questi anni.

Oltre venti anni dopo:

Allegato A - Seduta n. 377 del 23/6/1998

La Camera,
premesso che le basi militari Nato ed americane in Italia sono indispensabili per garantire la sicurezza del Paese e l'efficacia delle operazioni nell'Alleanza Atlantica per il mantenimento della pace; considerato che nella pianificazione strategica dell'Alleanza la dislocazione delle basi risponde a precisi criteri e che, come su di una scacchiera, lo spostamento o il ritiro di una pedina comporta degli effetti su tutte le altre, cosl la soppressione di alcune basi si ripercuote sull'assetto globale; considerato che nel difficile momento di transizione in cui la Nato si appresta ad estendere la propria competenza territoriale a seguito dell'adesione di Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria, sarebbe controproducente sollevare il problema delle basi in Italia, poiché ciò comporterebbe una generale riconfigurazione della pianificazione strategica; considerato che gli accordi relativi alle basi sono strumenti (per lo più «memorandum of understanding») tenuti confidenziali esclusivamente per motivi, di sicurezza. In pratica essi contengono le norme relative alla difesa di ogni singola installazione contro la penetrazione di individui malintenzionati, la situazione giuridica del personale non italiano, eccetera, ma non contengono sostanzialmente niente che abbia una portata politico-strategica, materia che è di competenza del Consiglio dei Ministri della Nato; considerato altresi che la pubblicazione di tali documenti avrebbe delle ripercussioni negli altri Paesi membri dell'Alleanza, i quali hanno sottoscritto analoghi accordi segreti, e creerebbe quindi una situazione indesiderabile soprattutto nel momento in cui l'organizzazione si appresta a modificare le proprie competenze territoriali; constatato, infine, come nell'attuale momento di emergenza l'utilizzo della base di Aviano per le operazioni connesse alla crisi del Kossovo sia un esempio concreto di come queste installazioni militari siano preziose per l'alleanza;

impegna il Governo

a non rimettere in questione gli accordi per la concessione delle basi di cui in premessa; a mantenere un regime di riservatezza sul contenuto non pubblico di tali accordi.