Re: Conferma concessione basi militari in Italia



Aveva ragione Incisa di C., ma prima degli euromissili gli americani avevano
già piazzato basi, missili e cariche atomiche. L'Italia era poi di serie A
come posizione geopolitica, tanto che si può parlare di basi Usa
ininterrottamente anche dopo il dicembre 1947. E' questa continuità, questa
tradizione che noi dobbiamo ora spezzare. Ti direi di pensare meno a
Lagorio, e di più, semmai, alle varie dissidenze anche moderate del 1949,
che anni fa io ho cercato di ricostruire ripubblicando il famoso dibattito
parlamentare (Il trauma della Nato, Ed. Cultura della Pace, credo 1995).
Inoltre: hai visto L'Italia e la Nato, Napoli, Cuen, 1993, a cura di S.
Minolfi? Se vuoi te lo mando. E conosci Missili e potere popolare? Cortesi

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Giano. Pace ambiente problemi globali
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Sent: Tuesday, March 20, 2007 7:05 PM
Subject: Conferma concessione basi militari in Italia


> - Il fronte a noi assegnato non era di seria A, l’Alleanza chiudeva
> perciò un occhio quando l’Italia mostrava di non avere forze militari di
> serie A. Ma quando scoppiò il dramma degli euromissili si scoprì che
> eravamo un avamposto, anzi una prima linea di serie A. A proposito di
> quel tempo - euromissili e dintorni - non è male ricordare il giudizio
> di un nostro valente ambasciatore (Incisa di Camerana). Ha dettio "Lo
> scontro sugli euromissili fu la vera Terza Guerra Mondiale". Ed ha
> aggiunto: "E' la base di Comiso fu la Vittorio Veneto della vittoria
> italiana in quella guerra -.
> (Luci e ombre della vita militare nell’età repubblicana: intervento di
> Lelio Lagorio al Centro Alti Studi della Difesa, 2003).
>
> L’8 agosto 1981 il governo presieduto dal sen. Spadolini approvò la
> decisione di destinare l’aeroporto “Magliocco” di Comiso in Sicilia,
> quale base per i 112 missili Cruise con 28 lanciatori assegnati
> all’Italia dal programma di ammodernamento missilistico della NATO.
> La designazione di Comiso e i lavori per l’installazione andarono dal
> 1981 a tutto il 1983, e videro la crescita di un’enorme mobilitazione
> pacifista, la vera antenata del pacifismo di questi anni.
>
> Oltre venti anni dopo:
>
> Allegato A - Seduta n. 377 del 23/6/1998
>
> La Camera,
> premesso che le basi militari Nato ed americane in Italia sono
> indispensabili per garantire la sicurezza del Paese e l'efficacia delle
> operazioni nell'Alleanza Atlantica per il mantenimento della pace;
> considerato che nella pianificazione strategica dell'Alleanza la
> dislocazione delle basi risponde a precisi criteri e che, come su di una
> scacchiera, lo spostamento o il ritiro di una pedina comporta degli
> effetti su tutte le altre, cosl la soppressione di alcune basi si
> ripercuote sull'assetto globale;
> considerato che nel difficile momento di transizione in cui la Nato si
> appresta ad estendere la propria competenza territoriale a seguito
> dell'adesione di Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria, sarebbe
> controproducente sollevare il problema delle basi in Italia, poiché ciò
> comporterebbe una generale riconfigurazione della pianificazione
strategica;
> considerato che gli accordi relativi alle basi sono strumenti (per lo
> più «memorandum of understanding») tenuti confidenziali esclusivamente
> per motivi, di sicurezza. In pratica essi contengono le norme relative
> alla difesa di ogni singola installazione contro la penetrazione di
> individui malintenzionati, la situazione giuridica del personale non
> italiano, eccetera, ma non contengono sostanzialmente niente che abbia
> una portata politico-strategica, materia che è di competenza del
> Consiglio dei Ministri della Nato;
> considerato altresi che la pubblicazione di tali documenti avrebbe delle
> ripercussioni negli altri Paesi membri dell'Alleanza, i quali hanno
> sottoscritto analoghi accordi segreti, e creerebbe quindi una situazione
> indesiderabile soprattutto nel momento in cui l'organizzazione si
> appresta a modificare le proprie competenze territoriali;
> constatato, infine, come nell'attuale momento di emergenza l'utilizzo
> della base di Aviano per le operazioni connesse alla crisi del Kossovo
> sia un esempio concreto di come queste installazioni militari siano
> preziose per l'alleanza;
>
> impegna il Governo
>
> a non rimettere in questione gli accordi per la concessione delle basi
> di cui in premessa;
> a mantenere un regime di riservatezza sul contenuto non pubblico di tali
> accordi.
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