Il libro bianco della Difesa francese.



Verso la fine del 2006 il Ministero della Difesa tedesco presentò il Libro Bianco della Difesa, cioè quel testo in cui ogni nazione definisce la politica di sicurezza del paese e le sue linee guida. Per la Germania la ragion d'esistere della Bundeswehr rimane la difesa nazionale dalle minacce esterne anche se è da considerarsi all'interno delle alleanze internazionali. Difesa interna ed esterna tendono a divenire aspetti di un unico problema ma l'integrazione fra mondo militare e Nazione e la politica degli armamenti vista in un contesto europeo, è da guardare in un'ottica per cui solo le nazioni dotate di una industria della difesa forte e con alto livello tecnologico, possono avere una reale possibilità di influire sulle decisioni collegiali.

In Italia l'ultimo Libro Bianco della Difesa italiana è datato 2002. Nelle centinaia di pagine si potevano leggere tracce per la definizione di un nuovo Modello di Difesa, ma finivano per essere una elencazione di problemi legati all'organizzazione e alla struttura dello strumento militare da proiettare in una dimensione europea e a livello NATO.

Ieri la Francia di Sarkozy ha presentato il suo Libro Bianco annunciando di voler tornare a far parte del comando militare integrato dallo Nato nel 2009. Il primo punto di quello che sarà il nuovo Modello della Difesa recita: Una strategia di sicurezza nazionale pensata in modo globale. Qualsiasi intervento fuori area al di là di quattro mesi deve essere soggetto alla decisione del Parlamento. Ci vuole un pò di tempo prima di leggerlo tutto, ma sono chiare le linee guida fondamentali. La difesa aerea, quella legata alla tecnologia spaziale e quella nucleare costituiranno i punti di forza della sua strategia. La strategia industriale sarà costruita attorno alla sovranità nazionale, a quella europea e quella globale. Ma ciò che viene sottolineato è la frammentazione del tessuto industriale europeo e il fatto che le spese militari europee (soprattutto quelle per la ricerca e sviluppo) sono tre volte inferiori a quelle degli Stati Uniti. L'industria della difesa francese risulta essere al secondo posto in Europa dopo il Regno Unito con un fatturato di 15 miliardi di euro nel complessivo mercato mondiale dell'armamento stimato di 300 miliardi di euro. La Francia dedicherà per la Difesa nei prossimi dodici anni 337 miliardi di euro.

Unico commento che vien da fare: Europa o non Europa, Nato o Nato, la tendenza all'aumento delle spese militari non è finita. Come dice Sarkozy, come vuole il complesso militare industriale nazionale, europeo ed internazionale. Come considerare l'interessamento all'Asia, la capacità di prevenzione (delle guerre) in Africa, la voglia di una Europa forte, l'auspicio di un rinnovamento della NATO?