Sempre più armi nelle case italiane,E la famiglia uccide più della mafia



Tra le mura domestiche un arsenale con 10 milioni tra pistole e fucili
nel 2007 erano detenute da 4,8 milioni di persone. Giro d'affari da 2 mld di euro
Sempre più armi nelle case italiane
E la famiglia uccide più della mafia
Tra il 2005 e il 2006 un omicidio su tre in ambito familiare. Oltre 1.300 vittime in sei anni

Sempre più armi nelle case italiane E la famiglia uccide più della mafia

ROMA - Gli italiani non sono mai stati così armati. Tra le mura domestiche è custodito un arsenale con 10 milioni di armi, ovviamente legali. Si stima che siano almeno quattro milioni le famiglie "armate", cioè in possesso di almeno una pistola. E quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro, la casa, negli ultimi anni si è trasformato in una sorta di trappola: tra il 2005 e il 2006 un omicidio su tre è avvenuto tra le mura domestiche. In altre parole, la criminalità organizzata e quella comune hanno ucciso meno della famiglia

L'arsenale in casa. Secondo una ricerca dell'Eurispes, nel 2007, erano 4,8 milioni le persone, pari all'8,4% della popolazione totale, che detenevano un'arma da fuoco corta o lunga, da caccia o da tiro a segno o da difesa. Sono 34mila i privati che posseggono un porto d'armi, ai quali si sommano le oltre 50mila guardie giurate, i circa 800mila cacciatori con licenza per abilitazione all'esercizio venatorio e i 178mila permessi per uso sportivo (tiro a volo o tiro a segno). Altri 3 milioni di italiani hanno denunciato, invece, la presenza di armi in casa, ereditate o inservibili.

La produzione di armi. Sempre secondo le stime Eurispes ogni anno in Italia si producono 629.152 di armi, con una proporzione di detenzione di un'arma ogni dieci persone. Un giro d'affari con cifre che sfiorano i 2 miliardi di euro tra produzione e indotto (abbigliamento, oggettistica, accessori). La fabbricazione raggiunge percentuali significative: le armi lunghe prodotte coprono il 70 per cento dell'offerta europea, per le armi corte la percentuale scende al 20 per cento.

Difesa legittima. E' probabilmente la percezione del senso di insicurezza collettiva (percepita) che dilaga nel nostro Paese, che spinge i cittadini a munirsi di un'arma da tenere in casa. Nel 2003, ad esempio, nella sola Roma sono state avanzate 5.000 richieste per concessione di porto d'armi rispetto alle 9.800 del 2005 e alle 11.250 del 2006, anno che ha visto l'approvazione della legge 13 febbraio n. 59/06 che ha modificato l'articolo 52 del c.p. in materia di "difesa legittima".

Le città più armate. Si collocano in cima alla lista delle città più armate nel 2007, Torino e Milano, seguite da Roma e provincia, con circa 2 milioni di armi regolarmente detenute su un totale di 10 milioni di "pezzi" presenti sul territorio nazionale. Significativa anche la situazione nella provincia di Nuoro, in cui, agli oltre 1.200 possessori di porto di pistola rilasciati o rinnovati prima del 2007, debbono considerarsi anche i 17.700 cittadini con porto di fucile per uso venatorio, con una media pari ad un'arma ogni 10 abitanti.

Famiglia killer. Le cifre non lasciano dubbi: con un morto ogni due giorni e oltre 1.300 vittime in sei anni, la famiglia italiana uccide più della mafia, della criminalità organizzata straniera e di quella comune. Dai dati degli ultimi due rapporti Eures-Ansa sull'omicidio volontario in Italia, per gli anni 2005 e 2006, emerge che un omicidio su tre avviene in ambito familiare. Nel 2006 ad esempio, le vittime di omicidi in famiglia sono state 195, pari al 31,7 per cento di quelle complessive, con una crescita del 12 per cento rispetto all'anno precedente, quando le vittime furono 176 (il 29,1 per cento del totale).

Mafia. Le vittime di mafia sono state, nel 2006, il 25,2 per cento del totale, e solo il 12,7 per cento del totale degli omicidi quelle della tanto temuta microcriminalità. Anche nel 2005, la criminalità organizzata e quella comune hanno ucciso meno della famiglia: 176 i morti in famiglia, 146 le vittime di mafia, 91 quelle della criminalità comune.

Più vittime al Nord. Gli ultimi dati a disposizione, quelli relativi al 2006, sottolineano che quasi la metà degli omicidi in famiglia avviene al Nord, 94 vittime, mentre al Sud se ne contano 62 e al Centro 39. La Lombardia è la prima regione per numero di omicidi in famiglia (30); seguono il Veneto (22), la Campania (18), la Sicilia (17) e Lazio, Toscana ed Emilia Romagna (14 vittime).

Delle 195 vittime del 2006, 134 sono donne (un aumento del 36,7 per cento rispetto all'anno precedente). Il rischio più alto è per le casalinghe, tra i 25 ed i 54 anni. Ed è proprio nel rapporto di coppia che avviene oltre la metà degli omicidi, considerando che circa i tre quarti i questi delitti avvengono all'interno delle abitazioni. L'arma da taglio risulta lo strumento più utilizzato negli omicidi in famiglia (31,3%) e in nove casi su dieci l'autore del delitto è un uomo.

(21 novembre 2008)
http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/verona-omicidio-suicidio/armi-in-casa/armi-in-casa.html?ref=rephpnews