Finmeccanica, Borgogni accusa gli onorevoli: "Assunzioni clientelari per favorire i politici"



L'ex capo delle relazioni esterne del gruppo punta il dito soprattutto sulla 
Lega

Assunzione dei figli dei potenti, trasferimento al Nord di attività produttive 
per assecondare la Lega, affitto di capannoni per fare un favore a un 
politico... Lorenzo Borgogni, ex capo delle relazioni esterne di Finmeccanica 
ascoltato come testimone a Napoli e indagato a Roma, ne ha per tutti, e accusa 
soprattutto il Carroccio.
"Sono stati loro - spiega ai magistrati, secondo quanto riporta il Corriere 
della Sera - a imporre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la nomina 
di Giuseppe Orsi come amministratore delegato". E poi a imporre a Finmeccanica 
altre operazioni come l'assunzione di parenti e amici. Ad esempio i due figli 
di Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano coinvolto 
nell'indagine sui finanziamenti concessi all'Atlantis e ritenuto vicino ai 
"lumbard".

Ancora, secondo Borgogni, Giancarlo Giorgetti, leghista attuale presidente 
della commissione Bilancio della Camera, sarebbe stato favorito con un 
contratto a un parente. Mentre proprio per assecondare la politica della Lega 
sarebbe stato deciso il trasferimento da Pomigliano D'Arco a Venegono (in 
provincia di Varese), la sede legale dello stabilimento dell'Alenia, azienda 
del gruppo nella quale uno dei dirigenti è la moglie dell'ex ministro 
dell'Interno, Roberto Maroni.

Il manager di Finmeccanica continua a sfornare nomi: per favorire Marco 
Reguzzoni, capogruppo del Carroccio alla Camera, a Malpensa sono stati presi in 
affitto alcuni capannoni di una società segnalata proprio da lui, mentre sempre 
per favorire la Lega il vertice aziendale avrebbe pianificato la chiusura di 
alcune attività ritenute sinora strategiche e avrebbe affidato gli appalti 
esterni a società "vicine" ai politici.

Non solo della Lega: "Per assicurarsi buoni rapporti con il Pd - aggiunge 
Borgogni - il figlio del parlamentare Nicola Latorre fu prima assunto nella 
sede statunitense dell'Augusta e poi trasferito in quella italiana". Una 
circostanza che Latorre smentisce seccamente, definendola "un'enorme bufala" e 
spiegando che il figlio, entrato tre anni in Finmeccanica, è stato trasferito 
dopo sei mesi, in un periodo in cui Orsi non era ancora al vertice della 
società.

Per concludere in bellezza, il manager di Finmeccanica cita anche Marco 
Milanese, braccio destro di Giulio Tremonti al ministero dell'Economia, 
sottolineando come sia stato proprio lui a decidere l'ingresso nell'organismo 
di vigilanza di una società controllata dalla holding di sua moglie, l'avvocato 
Anna Maria Taddei.

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