Droni: il Brasile li userà sulle favelas, Obama preferisce non parlarne



Continuano a moltiplicarsi gli impieghi per scopi non strettamente militari dei 
velivoli teleguidati (UAS - Unmanned Aerial Systems), i cosiddetti droni resi 
famosi in tutto il mondo dalle incursioni condotte dai mezzi statunitensi 
contro talebani ed esponenti di al-Qaeda in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen 
e Somalia.

Il Brasile impiega da anni droni israeliani in servizio sia con le forze 
armate che con la polizia federale e ha annunciato che dispiegherà questi 
mezzi, piccoli mini-droni ma probabilmente anche i 15 grandi IAI Heron in 
servizio, per sorvegliare le favelas di Rio de Janeiro e per seguire le tracce 
delle bande armate di narcos che si nascondono sulle colline della città. 
L'iniziativa ha anche un valore mediatico poiché rientra nelle misure di 
sicurezza assunte in vista dei campionati mondiali di calcio del 2014 che il 
Brasile ospiterà.

Non è però la prima volta che lo Stato sudamericano affronta le bande delle 
favelas impiegando forze militari che in passato proprio a Rio occuparono per 
alcuni mesi l'area del Complexo do Alemao, una delle favelas più violente. 
Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo nelle operazioni di sicurezza verranno 
impiegati anche droni più piccoli già adottati dalle forze speciali della 
polizia e sviluppati dall'industria locale.

Droni e mini-droni consentono di mantenere la vigilanza su ampie aree abitate 
controllando i movimenti anche di singoli individui o veicoli risparmiando 
agenti che entreranno in campo solo per effettuare operazioni dirette 
pianificate grazie alle informazioni fornite dai velivoli senza pilota. Le 
bande di narcos, solitamente ben armate, potrebbero rendere la vita dura ai 
mini drones che violano a pochi metri dal suolo. «Pensiamo che questi aerei 
saranno utili a salvare alcune vite umane, anche se non escludiamo che alcuni 
dei droni potrebbero essere abbattuti'», ha dichiarato l'ingegnere Montenegro 
Magalhaes, uno dei responsabili dell'Istituto militare di ingegneria che ha 
realizzato alcuni piccoli droni.

Se il Brasile ostenta l'impiego dei droni confermandosi un Paese 
all'avanguardia nella tecnologia della sicurezza, meno entusiasmo a parlare di 
questi velivoli lo ha dimostrato il presidente degli Stati Uniti. Barack Obama 
sembra voler sottrarre ai riflettori i l'utilizzo dei droni, criticato 
duramente per la morte di molti civili o forse per non fornire ulteriori armi 
ai repubblicani che accusano il presidente di aver rivelato ai media segreti 
militari per mostrarsi un comandante in capo determinato e acquisire consensi. 
In un'intervista a una televisione dell'Ohio il presidente non ha voluto 
rispondere alle domande sull'impiego bellico dei velivoli teleguidati contro i 
jihadisti e i terroristi di al-Qaeda.

Benché in piena campagna elettorale, Obama si è rifiutato di parlare dei 
programmi militari che coinvolgono i droni citando motivi di sicurezza 
nazionale, ma i raids aerei dei Reaper e Predator dell'aeronautica e della Cia 
non mettono in imbarazzo solo Obama ma a quanto pare anche la Apple, che per la 
terza volta ha respinto l'applicazione Drones Plus che consente di seguire su 
iPad e iPhone gli attacchi dei droni americani con mappe e informazioni sulle 
vittime. L'applicazione è stata sviluppata da Josh Begley, il quale, a Wired, 
ha affermato che l'applicazione non rivela notizie segrete ma aggrega le news 
diffuse dai media. Il portavoce della Apple, Tom Neumayr, ha parlato di 
«contenuto discutibile».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-11/droni-brasile-usera-favelas-
115532.shtml?uuid=Abv7npbG