La Sicilia DI MUOS E DRONI e Comitati contro i radar ricevuti in Parlamento



Nicola Cipolla, il Manifesto 12 settembre 2012

 

Gli aerei senza pilota americani in partenza da Sigonella per colpire in Pakistan e Medio Oriente ostacolano il traffico civile. E le mega-antenne di Niscemi fanno arrabbiare ambientalisti e cittadini. Che chiedono la smilitarizzazione

La stampa ha dato notizia in questi giorni che l'aeroporto di Fontanarossa di Catania sarà chiuso per lavori improrogabili alla pista principale dal 5 novembre al 5 dicembre. In altre occasioni di chiusura della pista, ad esempio per le eruzioni dell'Etna, il traffico di Fontanarossa, che ha raggiunto oltre sette milioni di passeggeri l'anno, provenienti da tutta la Sicilia orientale, da Caltanissetta e dalla parte orientale della provincia di Agrigento, è stato dirottato sull'aeroporto militare di Sigonella che sarebbe in grado di accogliere oggi quasi la metà dei voli di Fontanarossa.

Questa volta, però, il ministro della Difesa del governo Monti ha negato l'utilizzazione di Sigonella. A giustificazione di questa nuova posizione una lunga risposta del capo ufficio stampa, colonnello Cazzaniga, pubblicata su La Sicilia dell'11 settembre, in cui vengono proposte tutta una serie di difficoltà che esistevano anche prima all'epoca dei governi Prodi e Berlusconi. Il fatto nuovo è rappresentato dai cavi di arresto installati sulla pista indispensabili per garantire l'atterraggio dei caccia utilizzati durante la guerra in Libia: «Le operazioni dei velivoli senza pilota di Sigonella (droni) impedirebbero un regolare flusso del traffico civile e commerciale da e per l'aeroporto». Questo è il principale motivo del rifiuto. Già oggi i droni del Pentagono, che vanno a colpire le zone asiatiche in guerra, Afghanistan, metà del Pakistan, e in rivolta come Yemen e perfino in Somalia, hanno come base operativa anche Sigonella. Questa nuova utilizzazione della base non è conosciuta dalla grande massa degli italiani anche perché non è stata oggetto di nessuna discussione a livello parlamentare e, finora, di nessuna comunicazione ufficiale del governo. In occasione del trentennale della grande manifestazione contro l'installazione dei missili Cruise, il 4 aprile 1982, promossa e diretta da Pio La Torre, si è svolta un'altra iniziativa, sempre a Comiso, organizzata dall'Arci, dal Cepes e dai movimenti pacifisti e dei sindacati, in cui è stata denunciata la gravità del processo di militarizzazione della Sicilia oggi in forme anche più gravi di quelle di allora. È stata denunciata infatti l'utilizzazione dell'aeroporto di Birgi a sostegno della guerra in Libia e Africa settentrionale e l'installazione a Niscemi di una delle quattro stazioni terrestri del Muos, il sistema di telecomunicazioni satellitari della Us Navy di Niscemi, che integrerà le comunicazioni tra forze navali, aerei e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo e che ha conseguenze gravi anche sulla salute degli abitanti dei territori circostanti e sulle comunicazioni.

Inoltre, è finita nel mirino la comparsa all'aeroporto di Sigonella dei terribili droni, strumenti della guerra elettronica che già operano nel Medio Oriente, mentre sono attesi i superdroni Global hawk del sistema Ags, che costano più di 183 milioni di dollari ciascuno finanziati da un gruppo di tredici paesi da cui si sono tirati fuori la Francia, la Gran Bretagna, la Svezia e la Polonia ma non l'Italia, che dovrà versare all'industria americana altri miliardi di dollari in aggiunta a quelli degli aerei F35 (anche questi non acquistati dalla Francia, dall'Inghilterra e da altri paesi europei).

Si è riconfermata in questa occasione la rivendicazione più volte avanzata del movimento pacifista siciliano di una smilitarizzazione dell'aeroporto di Sigonella per trasformarlo in un grande hub nel Mediterraneo da 20 milioni di viaggiatori, punto di incrocio delle rotte dal Nord Europa fino all'Africa del sud e dall'Oriente russo e asiatico fino all'America del nord e del sud, anche in considerazione del fatto che Fontanarossa non può svilupparsi per la vicinanza del vulcano e della città di Catania, che si molto estesa in questi anni attorno all'aeroporto.

L'Italia così, mentre nel campo finanziario ed economico è sottoposta al controllo della troika, in quello della politica militare e quindi della politica estera è direttamente sottoposta al Dipartimento di Stato americano e quindi alla Cia (non è dietrologia, basta pensare alle disumane extraordinary rendition che hanno coinvolto il nostro Paese). Una situazione di così grande gravità non può essere affrontata soltanto dal movimento pacifista siciliano. Chi ha sostenuto le manifestazioni del comitato anti Muos di Niscemi che si sono svolte anche il 7, l'8 e il 9 settembre scorsi a Niscemi?

Quale esito avrà davvero l'incontro che ieri questo comitato, con l'appoggio dei sindaci di Niscemi, Francesco La Rosa, e di Vittoria, Giuseppe Nicosia, hanno avuto con le Commissioni parlamentari competenti?

Del resto, anche alle commemorazioni per l'anniversario della morte di Pio La Torre, il 30 aprile scorso, il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha accuratamente evitato di ricordare che l'impegno principale del ritorno del parlamentare comunista in Sicilia fu costituito dalla grande battaglia pacifista di Comiso che poneva la nostra isola, e sola la nostra isola, per deliberazione della direzione dell'allora Pci, in collegamento con la battaglia contro i missili Cruise condotta trent'anni fa dalla Germania di Willy Brandt, dalla Svezia di Olof Palme e da tutto il movimento europeo per la pace.

Ma ritorniamo all'emergenza attuale. Assieme a Sigonella potrebbe dare un aiuto notevole a superare le difficoltà in cui si verranno a trovare centinaia di migliaia di passeggeri tra novembre e dicembre l'apertura dell'aeroporto civile di Comiso, completato nelle sue strutture fondamentali già da diversi anni, con spese di centinaia di milioni ma non ancora aperto con la scusa che non si possono trovare due milioni l'anno per la sua gestione. In realtà l'amministrazione comunale di destra di Comiso si è occupata soltanto di cambiare il nome all'aeroporto che era stato intestato, giustamente, con una rivendicazione del movimento pacifista siciliano, a Pio La Torre.

Ma perché Comiso non funziona ancora? E qui ritorniamo a Sigonella, che possiede l'unico radar della zona che serve anche l'aeroporto di Fontanarossa ma sempre in via subordinata alle esigenze militari e quindi causa di ritardi, spesso inspiegabili, nell'arrivo e nelle partenze dei voli civili. L'entrata in funzione di un nuovo aeroporto, a Comiso, avrebbe di nuovo sovraccaricato di esigenze civili il radar militare di Sigonella. Questo è il motivo di fondo della mancata utilizzazione di un aeroporto già costruito. Si è aperta così, mentre sono in corso due campagne elettorali, quella siciliana del 28 ottobre e quella nazionale entro la primavera 2013, una vicenda che coinvolge non solo interessi pratici immediati di centinaia di migliaia di viaggiatori e lo sviluppo dell'attività turistica ed economica della Sicilia, ma anche grandi questioni di principio, e soprattutto contribuisce a rafforzare il giudizio negativo sull'esperienza del governo Monti. Oltre ai referendum sull'art.8, sull'art. 18 e al problema delle energie rinnovabili la questione della pace e della sovranità italiana costituisce un punto di riferimento insostituibile per tutte le forze politiche e sociali che vogliono il rinnovamento.

 

Comitati contro i radar ricevuti in Parlamento

 

Un passo avanti, ieri a Roma, per i Comitati popolari siciliani No Muos e per il Coordinamento dei sindaci di 15 comuni mobilitati contro il progetto della marina militare statunitense che intende installare a Niscemi (Caltanissetta) un sistema di antenne a elevatissima potenza elettromagnetica. Insieme ad altre tre nel mondo, coordinerebbe tutti i centri militari a stelle e strisce in giro per il pianeta. Una rappresentanza dei Comitati e dei sindaci è stata ricevuta dalla Commissione difesa della Camera e dal Comitato uranio impoverito del Senato. Il presidente di quest'ultimo si è impegnato a convocare per un'audizione il ministero della Difesa e il Presidente della Regione Sicilia (o chi ne fa le veci) per chiedere una moratoria precauzionale al progetto, finché non ne sarà verificata l'innocuità per la salute delle popolazioni. A Niscemi - non molto lontano da Sigonella - una base americana è operativa dal 1991. Le antenne già presenti, anche se molto più piccole del futuro Muos, hanno probabilmente un ruolo nell'aumento di forme tumorali (leucemia, cancro alla tiroide) tipiche delle situazioni di forte inquinamento ambientale elettromagnetico. I Comitati No Muos sottolineano, oltre al pericolo ambientale, gli aspetti bellici del progetto: «Ancora una volta la Sicilia viene utilizzata per scopi militari e di guerra» ha sottolineato Peppe Cannella, uno dei rappresentanti ricevuti ieri a Roma in Parlamento. Il Muos "amministrerebbe" anche la circolazione dei droni che fanno base a Sigonella.