[Disarmo] Scivolo d'oro per i militari: «Cresce l'ingiustizia»



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Scivolo d'oro per i militari, cresce l'ingiustizia 

“Con lo 'scivolo' verso la pensione dei militari cresce l’iniquità del sistema 
previdenziale e crescono le diseguaglianze”. È quanto affermano in una nota il 
segretario nazionale Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, e il segretario 
confederale Cgil, Vera Lamonica, aggiungendo che: “Abbiamo più volte e in più 
sedi espresso un giudizio molto critico sulla legge 'Di Paola' di revisione 
dello strumento militare, soprattutto perché abbiamo considerato tale legge non 
in grado di produrre alcuna vera riorganizzazione, per mettere in efficienza il 
'servizio difesa', eliminare sprechi e spese improduttive e rimuovere 
privilegi. Gli schemi di decreto che dovrebbero attuare la legge confermano e 
rafforzano il nostro giudizio negativo”.

In questo senso, proseguono i due dirigenti sindacali, “l’istituto dell’
esenzione del personale militare dal servizio nel decennio antecedente il 
limite di età per la pensione, il cosiddetto 'scivolo', stabilisce per legge 
trattamenti che determinano un aumento del livello, già grave, di 
disuguaglianza e ingiustizia nella determinazione del diritto alla pensione, 
messo in discussione dai ripetuti interventi sul sistema previdenziale, ultimo 
quello della 'riforma' Fornero”. Tale istituto, osservano, “è la punta iniqua 
di un iceberg di privilegi e guarentigie riconosciute alla sola categoria dei 
militari (di ogni corpo e grado): si va, infatti, dalla promozione al grado 
successivo il giorno precedente al pensionamento, alle abbondanti riserve in 
tutti i concorsi pubblici dal 30 al 50%, all’indennità 'di campagna' 
riconosciuta anche a militari mai effettivamente impegnati in missioni o 
missioni militari ed erogata anche dopo la conclusione della campagna stessa, 
ecc. ecc”.

Questi trattamenti, precisano Chiaramonte e Lamonica, “paiono a noi il frutto 
dell’attività di pressione e di vera e propria lobbying che da sempre svolgono 
i corpi militari nel nostro ordinamento, e di certo non rispondono ad esigenze 
di equità e di efficienza del servizio difesa, il tutto con insopportabili 
carichi per la spesa pubblica e con effetti certamente drammatici sull’opinione 
pubblica e sul giudizio di lavoratrici e lavoratori, di esodati, di pensionati 
e di giovani disoccupati e precari. Giudizio negativo che, unito alla non 
condivisione delle scelte costosissime di riarmo dei governi (F35 e non solo), 
rischia di privare del giusto riconoscimento del Paese il ruolo delicato e 
difficile svolto dai militari italiani nelle missioni all’estero”.

Motivi per i quali la Fp e la Cgil chiedono che “si ponga mano quindi ai punti 
dei decreti attuativi che abbiamo segnalato, ripristinando inoltre criteri di 
equità di trattamento di militari e civili coinvolti nei processi di 
riorganizzazione, riduzione del personale e riallocazione delle risorse che 
pure riteniamo necessari. Si proceda ad ammodernare una amministrazione che 
deve tornare ad essere strategica per il paese, adeguandola alle necessità 
attuali in tema di difesa e mantenimento della pace. Si faccia, rimuovendo 
invece che aumentando diseguaglianze (a partire dall’accesso alla pensione) 
cancellando insopportabili privilegi e riconoscendo imprescindibili diritti”, 
concludono Chiaramonte e Lamonica.