Re: [Disarmo] Spese militari e costi sociali di un'economia di guerra



Ho letto con il solito interesse.

Ma a quando una vera iniziativa per chiedere l'azzeramento del capitolo di spesa?
Anche un solo euro è buttato.

Antonio

PS: la risposta è che tutto sommato il pacifismo italiano è solo di facciata.
Essere pacifisti vuol dire una sola cosa: basta esercito.

On Jan 29, 2014, at 7:23 AM, glry <glry at ngi.it> wrote:

> 
> 
> 
> 
> 
> ----Messaggio originale----
> Da: renato franzitta
> Data: 27-gen-2014 23.42
> A:
> Ogg: Spese militari e costi sociali di un'economia di guerra
> 
> http://cobassicilia.wordpress.com/2014/01/27/spese-militari-e-costi-sociali-di-uneconomia-di-guerra/
> 
> 
> 
> Vi giro queste mie brevi considerazioni e le schede allegate (qui omesse
> - rintracciabili sul sito link sopra - ndj)
> 
> ------------------------------------------------------------------
> 
> 
> "Spese militari e costi sociali di un'economia di guerra"
> 
> 
> 
> L'economia italiana è sempre più condizionata dalle spese militari per
> sostenere le missioni all'estero e per tenere aggiornato l'apparato
> bellico in una prospettiva che vede le nostre forze armate impegnate
> sia in interventi militari diretti, che nel controllo di una vasta area
> geografica che va al di la delle peculiarità di difesa nazionale e che
> sta trasformando le forze armate in forze d'intervento da impiegare in
> fronti sempre più lontani.
> 
> Il controllo del Mediterraneo e delle aree limitrofe è l'obiettivo
> strategico delle forze armate italiane e per far ciò hanno bisogno di
> sempre più finanziamenti che vengono sottratti alle risorse per lo
> sviluppo economico e per lo stato sociale.
> 
> Mentre cresce la pressione fiscale sui ceti meno ambienti, si falcidia
> lo stato sociale, si tagliano i finanziamenti alla scuola pubblica,
> viene duramente colpita la sanità, viene rimandata di anni e anni la
> prospettiva della pensione con la conseguente crescita della
> disoccupazione giovanile, non si da sostegno allo sviluppo produttivo,
> nel 2013 i fondi per l'acquisto di armamenti sono aumentati in modo
> sostanzioso rispetto al 2012: il ministero dello Sviluppo Economico ha
> messo a disposizione altri 2.182 milioni per comprare sistemi militari
> di vari tipo.
> 
> La crisi economica non ha ridimensionato le pretese della Difesa
> italiana. Nel 2014 saranno spesi altri 5 miliardi di euro in navi da
> guerra, blindati, elicotteri da combattimento, cacciabombardieri,
> siluri, cannoni, satelliti spia e droni.
> 
> Nel 2014 l'Italia brucerà complessivamente almeno 23,6 miliardi di euro
> in spesa militare.
> 
> Ma un primo elemento da sottolineare, ormai purtroppo endemico, è
> quello riguardante la poca trasparenza. Soldi per il comparto militare
> non sono presenti solo nel bilancio della Difesa ma sono sparsi anche
> in altre voci, le più importanti delle quali sono i fondi del Ministero
> dello Sviluppo Economico e i fondi decisi ad hoc per le missioni
> militari all'estero. Ovviamente la parte centrale e più cospicua è
> costituita dal bilancio proprio del Ministero della Difesa, dettagliato
> in una tabella allegata alla Legge di Bilancio. Questo documento
> costituisce la base di quella che, in anni passati, era denominata
> “Nota aggiuntiva allo stato di previsione per la Difesa” e che nel 2013
> è divenuta il “Documento Programmatico Pluriennale”. Non c'è nessun
> riferimento concreto alle spese per i programmi militari nei 531 commi
> dell’unico articolo della LEGGE DI STABILITÀ. Bisogna arrivare agli
> allegati per capire quanto si spenderà il prossimo anno per aerei,
> missili, navi e sistemi spaziali. Per capire, come se non bastasse, che
> il tutto è nascosto da un trucco dato che tali spese non risultano a
> carico del ministero della Difesa, ma di quello dello Sviluppo
> Economico e di quello della Istruzione Università e Ricerca. Sono ben
> 16 i decreti a cui si fa riferimento nell’allegato relativo alle
> “autorizzazioni di spesa a carattere pluriennale”. La cifra che ne
> deriva è impressionante, nel 2014 spenderemo per i programmi militari
> oltre 2 miliardi 212 milioni di euro. Se sommiamo l’importo totale dei
> finanziamenti pluriennali, arriviamo all’astronomica cifra di 13
> miliardi 519 milioni di euro. E non stiamo parlando nemmeno della
> totalità dei progetti militari, ma solo di quelli rientranti nei
> sistemi dell’aeronautica.
> 
> 
> Le spese militari costano come il welfare
> 
> 
> Secondo le stime del Sipri (Stockholm International Peace Institute), l’
> Italia ha speso per il 2012 circa 26,46 miliardi di euro.
> 
> Quante risorse sono assorbite dalla spesa militare rispetto al Pil (e
> quindi alle risorse dell’intera economia) e rispetto ad altre funzioni
> dello stato come l’istruzione e la protezione sociale?
> 
> La spesa militare italiana risulta più o meno in linea con quella di
> altri paesi europei, leggermente superiore rispetto alla spesa della
> Germania (+0,4% del Pil) e di quasi un punto percentuale superiore a
> quella spagnola, che ha visto una notevole riduzione negli ultimi anni.
> L’anomalia italiana è che la spesa militare è pari alla spesa per le
> politiche del lavoro e solo marginalmente inferiore alla spesa per le
> politiche sociali.
> 
> L'allinearsi delle spese militari alla spesa per politiche sociali
> emerge come tratto distintivo italiano. Negli altri paesi queste spese
> ammontano da un punto percentuale di Pil in più (Portogallo) a 4,5
> punti in più nel caso della Spagna. Ciò è scaturito dalle scelte che
> condizionano negativamente le misure di sostegno del reddito durante la
> disoccupazione. Simbolo della chiara carenza della spesa pubblica
> italiana che impiega relativamente poche risorse per la protezione
> delle fasce sociali più svantaggiate.
> 
> Sebbene il peso della spesa militare del nostro paese rispetto al Pil
> sia abbastanza in linea con le altre economie considerate, la
> ripartizione della spesa pubblica italiana mostra delle evidenti
> carenza nella protezione degli elementi più deboli della società.
> 
> 
> Le spese militari italiane più care del 2013 (oltre agli F35)
> 
> L'affare da 12-14 miliardi di euro dei cacciabombardieri F-35, (Joint
> Strike Fighter), è solo uno dei tanti nodi sul tavolo del governo
> italiano.
> 
> La voce relativa agli aerei della discordia non è ovviamente l’unica
> inserita nei bilanci, spesso non chiarissimi, dei ministeri della
> Difesa e dello Sviluppo economico per il 2013. E non è, a sorpresa,
> neanche la più pesante. Il Rapporto 2013 dell’Archivio Disarmo,
> realizzato da Fulvio Nibali con la direzione scientifica di Luigi
> Barbato e consultabile integralmente online, raccoglie una sorta di Top
> 13 dei programmi militari più costosi del 2013. Ecco quali sono.
> 
> 1 Velivoli da combattimento Eurofighter 2000 – 1 miliardo 194,6 milioni
> di euro
> Si tratta del caccia multiruolo europeo alla fine ribattezzato Typhoon,
> realizzato in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna, ed
> entrato in servizio nel 2003. Il programma si concluderà nel 2021 per
> un costo totale di 21 miliardi e 100 milioni di euro. Per il 2013 sono
> di 51,6 milioni i soldi messi sul piatto dalla Difesa, e un miliardo
> 143 milioni quelli che fanno capo al ministero dello Sviluppo
> economico.
> 
> 2 Fregate Europee Multi Missione (Fremm, Classe Bergamini) – 655,3
> milioni di euro
> Si tratta di un programma, in cooperazione con la Francia, per l’
> acquisto di dieci fregate europee multi missione, le cosiddette Fremm.
> Andranno a sostituire le fregate delle Classi Lupo e Maestrale. Costo
> totale dell’operazione: 5 miliardi 680 milioni di euro per un
> completamento previsto nel 2019. La prima è stata consegnata alla
> Marina Militare lo scorso anno. In questo caso i fondi vengono per il
> 2013 dal ministero dello Sviluppo economico: 655,3 milioni di euro.
> 
> 3 Velivoli Joint Strike Fighter – 500,3 milioni di euro
> Si tratta appunto dei famigerati F-35, realizzati in cooperazione con
> Usa, Regno Unito, Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda, Australia,
> Turchia, Singapore e Israele per le fasi di sviluppo,
> industrializzazione e supporto. I mezzi (90 unità) costano ognuno fra i
> 99 e i 106,7 milioni di euro. Per il 2013 i fondi del ministero della
> Difesa ammontano a 500,3 milioni. L’anno prossimo saranno 535,4 e nel
> 2015 657,2. Sostituiranno Tornado, Am-x e Av-8B. Completamento previsto
> per il 2047.
> 
> 4 Programmi a valenza interforze - 297,6 milioni di euro
> Sono programmi militari che riguardano l’ammodernamento e il
> rinnovamento tecnologico dei mezzi e dei sistemi operativi in
> inventario, oltre che dei supporti operativi e delle apparecchiature in
> dotazione a enti, centri e comandi interforze. Tutto quello che serve,
> insomma, per supportare mezzi e sistemi messi in comune fra
> Aeronautica, Marina ed Esercito. C’è dentro di tutto: dall’
> aggiornamento agli standard internazionali ai sistemi di difesa
> personale fino a telecomunicazioni, ricerca sanitaria, centri tecnici,
> poligoni, manutenzione straordinaria, ripristino dei mezzi dopo l’
> azione. Costo totale per il 2013: 297,6 milioni di euro della Difesa.
> 
> 5 Sommergibili di nuova generazione U-212 - 1^ e 2^ S – 191,8 milioni
> di euro
> Anche questo è un programma in cooperazione, stavolta con la sola
> Germania, e prevede l’acquisto di quattro sommergibili classe U-212,
> logistica inclusa. I Classe Todaro – ne abbiamo già due in flotta fin
> dal 2006/2007 – sostituiranno i più vecchi Classe Sauro ancora in
> servizio. Costo totale: un miliardo 885 milioni di euro, di cui 970 per
> la prima serie da completare entro l’anno prossimo e 915 per la
> seconda, da chiudere entro il 2016. Per quest’anno il ministero della
> Difesa pagherà 191,8 milioni di euro.
> 
> 6 Velivolo Jamms/Caew-Bm&C – 132 milioni di euro
> È un programma che prevede l’acquisto di un velivolo multi-
> sensore/multi-missione. Si tratta di un aereo-radar per supportare le
> operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni
> militari nel controllo e nella sorveglianza dello spazio d’azione. Non
> si tratta del solo aereo ma anche di un sistema più ampio che comprende
> piattaforma aerea, sistema di comunicazione e raccolta informazioni,
> radar di osservazione ad alta quota per l’individuazione di oggetti in
> movimento e dal segmento di terra per analizzare i dati. Costo totale
> entro il 2016: 580 milioni di euro. Per il 2013 sono 132 dalla Difesa.
> 
> 7 Veicoli blindati medi 8x8 Freccia – 130,1 milioni di euro
> Supporto tattico, protezione e sicurezza delle unità dell’esercito nel
> corso delle operazioni sul campo. A questo serviranno i 249 veicoli
> blindati medi detti Freccia, derivati dai Centauro, che hanno esordito
> nel 2010 in Afghanistan. Sono 8x8 in grado di trasportare 11 uomini
> completamente equipaggiati: un pilota, due operatori in torre e otto
> soldati nel comparto posteriore. L’operazione costa un miliardo e mezzo
> di euro entro il 2016. Quest’anno arriveranno 30,4 milioni di euro
> dalla Difesa e 99,7 dal ministero dello Sviluppo economico.
> 
> 8 Elicotteri da trasporto medio dell’Esercito Italiano – 125 milioni di
> euro
> All’ottava piazza dei programmi militari più costosi del 2013 c’è
> quello per l’acquisto del nuovo elicottero Boeing CH47F da trasporto
> medio, cioè il mitico Chinook, nella versione rilasciata nel 2001.
> Quindi neanche l’ultima disponibile. I nuovi apparecchi sostituiranno i
> CH-47C, roba di fine anni Sessanta, giunti a “ fine vita tecnica”. Sono
> i mezzi che usiamo nelle operazioni di peacekeeping. Il programma costa
> 974 milioni di euro entro il 2018. Per il 2013 125 milioni di euro dal
> bilancio della Difesa.
> 
> 9 Velivoli da pattugliamento marittimo – 122,8 milioni di euro
> Il programma costa 122,8 milioni di euro per il 2013, in carico alla
> Difesa, e punta a sostituire i velivoli Atlantic, cioè i Breguet Br-
> 1150 alcuni dei quali ancora operativi, con i nuovi ATR72MP, un paio
> già sostituiti l’anno scorso. Costo complessivo: 360 milioni di euro
> entro il 2019.
> 
> 10 Programmi a sostegno dello strumento terrestre – 122,1 milioni di
> euro
> Anche in questo caso, un po’ come per i programmi a valenza interforze,
> si tratta di ammodernamento e rinnovamento dei mezzi terrestri, degli
> aeromobili, dei supporti operativi e di molti altri capitoli legati al
> settore degli ammodernamenti minori, dei supporti operativi e della
> logistica dei mezzi di terra. Ci sono in mezzo anche la verifica
> ambientale e la bonifica di alcune servitù militari e l’addestramento,
> oltre alle munizioni di vario calibro. La cifra si decide anno per
> anno, nel 2013 è di 122,1 milioni di euro.
> 
> 11 Ammodernamento velivoli da combattimento Tornado Mrca – 108,3
> milioni di euro
> Va bene che intendiamo pensionarli, ma intanto bisogna ammodernarli, i
> vecchi Tornado sviluppati dagli anni Settanta. Ecco 108,3 milioni di
> euro (100 dallo Sviluppo economico e 8,3 dalla Difesa), nel 2013, per
> il programma di mezza vita dei velivoli costruiti insieme a Germania e
> Regno unito, per fare in modo che possano decollare fino al 2020-2025.
> Costo totale: un miliardo 200 milioni di euro entro il 2015.
> 
> 12 Programmi a sostegno dello strumento aereo – 97,8 milioni di euro
> Ancora un programma di ammodernamento minore, di adeguamento
> tecnologico e supporto logistico della flotta aerea tricolore, oltre
> che dei mezzi e sistemi d’arma collegati. In questa voce rientra anche
> l’acquisizione di mezzi speciali, forze speciali e Centro sperimentale
> di volo. Si decide quanto serve anno per anno, per il 2013 97,8 milioni
> di euro dalla Difesa.
> 
> 13 Sistema missilistico superficie-aria terrestre e navale Fsaf – 95,8
> milioni di euro
> Chiude la Top 13 dei programmi militari più ingenti dell’anno quello in
> cooperazione con la Francia. Obiettivo: realizzare una famiglia di
> sistemi per la difesa antimissile e antiaerea a corta e media portata
> da usare a terra e su nave. Un programma che costerà nel complesso 1,7
> miliardi di euro entro il 2020.
> 
> 
> 
> Gli sprechi e lo sperperio di denari pubblico si rende ancora più
> evidente quando si considera che con il fior fiore di flotta navale ed
> aerea in possesso alle forze armate italiane i trasporti di mezzi e di
> truppe vengono affidati ai privati.
> 
> L’Aeronautica militare italiana può contare su ventuno C-130 (entrati
> in servizio tra il 2001 e il 2005), dodici C-27 (operativi dal 2007) e
> quattro Boeing-767 (consegnati tra nel 2011-2012), per una capacità
> complessiva d’imbarco di 3.836 uomini o 650 tonnellate di materiali.
> Una flotta all’avanguardia.
> 
> Ciononostante, ogni anno la Difesa spende quasi 40 milioni di euro in
> appalti a compagnie private che forniscono servizi di trasporto aereo
> verso i ventidue paesi dove attualmente sono schierati in tutto 5.600
> militari impegnati in 33 diverse missioni.
> 
> La Direzione generale di commissariato e di servizi generali della
> Difesa bandisce periodicamente gare pubbliche d’appalto, ma da anni
> sono sempre le stesse aziende ad aggiudicarsi i contratti, anche in
> virtù del sistema di rinnovo pluriennale previsto dalla cosiddetta
> “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”,
> introdotta nel nuovo Codice degli appalti del 2006. A farla da padrona
> sono la compagnia sarda Meridiana del principe Aga Khan, per quanto
> riguarda il trasporto aereo delle truppe (oltre 14 milioni di euro, Iva
> esclusa, il rinnovo del contratto per il 2014) e la Saima Avandero,
> azienda lombarda ma di proprietà del gruppo danese Dsv, per il
> trasporto aereo di mezzi e materiali (il nuovo contratto 2014 vale
> oltre 23 milioni; alla gara aveva partecipato anche Alitalia). Un vero
> asso pigliatutto questa Saima, che oltre a vincere gli appalti per il
> trasporto aereo, da anni si aggiudica regolarmente anche quelli per il
> trasporto marittimo (15 milioni per il 2014) e terrestre (10 milioni,
> sempre Iva esclusa).
> 
> renato franzitta
> 
> 
> 
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> G. Jure Ellero glry at ngi.it
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