[Disarmo] R: Re: I: Ripartire con l'autogestione completa delle nostre vite



a proposito di parole vuote, a me, di mentalità tendenzialmente pragmatica, espressioni del genere seguente  suscitano il fastidio del sentirsi riproporre, ormai da decenni, slogan triti e ritriti a cui non può, per struttura intrinseca del discorso, corrispondere nulla di concretamente verificabile e praticabile: "l'unico modo per reagire è riappropriarci fisicamente della capacità di autogestione completa delle nostre vite e delle nostre reti paritetiche"...
... e che vor dì?, penso si chiederebbe qualsiasi persona che si è emancipata vecchia dalla fuffa ideologica in cui qualcuno evidentemente ama ancora sguazzare: aggiungere l'aggettivo "telematico" (o digitale, o internettiano) non cambia la sostanza di "cavolate" sulla "democrazia diretta" che sono del resto smentiti nella pratica innanzitutto da chi li sbandiera
"le nuove tecnologie di rete che uniscono i popoli",...  ma mi faccia il piacere!
del resto il mondo è bello perché è vario e non si può non prendere atto che c'è anche chi consulta il mago (telematico?) per prendere le proprie decisioni a livello personale e "a livello costitutivo della Repubblica" ...


----Messaggio originale----
Da: mutek at riseup.net
Data: 28-mag-2014 14.06
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] I: Ripartire con l&#39;energia di pace

l'articolo allegato finisce bene, ogni tanto dice qualcosa di sensato.
Ma per il resto ho letto solo una quantita di cazzate da dimostrare e di
qualunquismo da propaganda demagogica classica che ritrovo facilmente anche
negli ambiti piu neri che compbatto.

Personalmente alla favola di Babbo Natale ho rinunciato da svariati
decenni...se non vedo non credo...end of story.

Per il resto le parole sono terminate da un bel po, stiamo diventando il
nuovo Messico Europeo e l'unico modo per reagire è riappropriarci
fisicamente della capacita di autogestione completa delle nostre vite e
delle nostre reti paritetiche

Gli apparati militari sono un peso insostenibile a qualsiasi livello di
interpretazione e l'unico modo per rimodularli/minimizzarli/eliminarli è
agire a livello costitutivo della Repubblica

Tutto il resto sono stronzate di propaganda vintage...oggi morta e sepolta
con l'avvento della nuova consapevolezza dovuta alle nuove tecnologie di
rete che uniscono i popoli



Il mercoledì 28 maggio 2014 13:35:01 CEST, alfonsonavarra at virgilio.it ha
scritto:
>
> ----Messaggio originale----
> Da: agostinelli.mario at gmail.com
> Data: 27-mag-2014 22.41
> Ripartire con un'energia di pace
>
> Care/i, chi ha provato a vivere le elezioni sostenendo
> dall'inizio la lista Tsipras e la scommessa di ricomposizione
> della sinistra attraverso il programma di "un'altra Europa",
> sente l'esito positivo come un inizio, una occasione da giocare
> senza tornare a compiere gli errori di sempre. La scommessa
> continua, anche se potrebbe essere soffocata dall'affanno con
> cui gli apparati cercano di riappropriarsi del raggiungimento
> faticoso del quorum. Abbiamo invece spalancati grandi orizzonti,
> che possiamo esplorare con una modestia e un realismo che spesso
> non abbiamo fatti nostri. Non è questo il momento di valutazioni
> meditate, che tuttavia avranno senso se saranno partecipate e
> riconsegnate alle esperienze che si sono raccolte in una
> campagna tanto coraggiosa quanto oscurata nell'opinione
> pubblica. Vi allego un articolo che "il Manifesto" non ha avuto
> il tempo di pubblicare, ma che riguarda un impegno che ha
> raccolto molti di noi attorno ai beni comuni e al tema del
> diritto ad una energia di pace.  Un caro saluto. Mario
> Agostinelli
>
>
> Mario Agostinelli
> e-mail: agostinelli.mario at gmail.com
> tel/fax: +390331866746
> blog: www.marioagostinelli.it
>

>
> PS da parte di Alfonso Navarra: ricordatevi di organizzare le
> presentazioni di ESIGETE! di Stéphane Hessel.
>
> Luigi Mosca, lo scienziato di Modane "esperto" di materia ed
> energia oscure, è disponibile ad andare in giro con noi nei mesi
> di giugno-luglio
>
> IL CLIMA DELL’EUROPA: RINNOVABILI SENZA IL NUCLEARE
> Mario Agostinelli, Alfonso Navarra MANIFESTO Maggio 2014

> A Brescia l’8 Maggio si è svolto un interessante incontro
> pubblico, per evidenziare  come “Un’Altra Europa con Tsipras”
> intenda dar corpo ad una diversa politica energetica per
> l’Europa. In questa fase della campagna elettorale sembra
> impraticabile riconquistare il merito della discussione, dato
> che l’azione irresponsabile e gregaria dei media ha allestito
> una partita finta tra chi nei fatti manterrà l’UE così come è (o
> non è!) e chi l’Europa non la vuole affatto, accantonando così
> ogni ipotesi di costruzione del cambiamento. Per la verità,
> attraverso la lente dell’energia interpretata come bene comune
> si potrebbero traguardare molte delle delusioni di un modello
> europeo consegnato al mercato, alla espansione della Nato, alla
> rinuncia della salvaguardia del pianeta. A Brescia abbiamo
> provato a ragionare con realismo e con quel tanto di utopia
> concreta che la situazione drammatica oggi richiede.  Quando
> parliamo di un programma energetico per l'Europa lo facciamo
> battendo i pugni sul tavolo, ma pensandoci "europei", non
> italiani. L'Europa per noi è innanzitutto una comunità politica
> che deve offrire una opportunità alla pace globale: non a caso
> prende avvio in seguito al ripudio di una storia secolare di
> guerre sul proprio territorio - perfino la primitiva Comunità
> del Carbone e dell’Acciaio e i 5 centri di ricerca Euratom per
> il nucleare nascevano per superare in una dimensione pubblica
> continentale l’eventualità di nuove contese per il controllo
> delle risorse strategiche - e deve ora caratterizzarsi,
> meritando il Nobel ricevuto nel 2012, per un impegno coerente
> alla promozione della pace, anche all'esterno di essa.
> Per questo il confronto di Brescia è partito dalla valenza
> strategica e geopolitica dell'energia come fattore di
> cooperazione. Sappiamo bene che il modello fossile e nucleare è
> collegato alla guerra, mentre al contrario il modello
> rinnovabile è connesso ad una società solidale e governata
> democraticamente.
> Le donne e gli uomini in carne ed ossa non sono astratte monadi
> in interazione (e competizione) ma singolarità concrete, frutto
> di "campi sociali" che vivono in prossimità ristrette e
> allargate (il villaggio globale), inserite nella base dei
> rapporti di produzione e dei cicli ecosistemici, anche essi
> locali e globali.
> L'energia perciò è risposta a bisogni umani, allo sviluppo
> sociale e a esigenze naturali, non equazione per l'equilibrio di
> sistemi economici: non è per noi questione solo di "efficienza
> termodinamica" o di "economicità dei costi" o di "emissioni
> climalteranti" o di "indipendenza geopolitica". E' tutte queste
> cose, ma messe insieme per realizzare, allo stesso tempo ed allo
> stesso modo: 1) pace e sicurezza; 2) tutela e valorizzazione dei
> beni comuni e pubblici; 3) occupazione, reddito, lavoro
> dignitoso e giustizia sociale; 4) potenziamento e diritti delle
> persone, partecipazione e democrazia locale ed internazionale.
> Esiste, in sostanza, un conflitto radicale tra l'energia intesa
> come prodotto di proprietà di una combinazione tra Stati,
> imprese multinazionali, strutture militari e, invece, il diritto
> all'energia dei cittadini, gestito come bene comune.
> Queste premesse possono sembrare metodologiche, ma servono a
> chiarire le discriminanti che, in campo energetico, ma non solo,
> contrassegnano la nostra visione di "Un’Altra Europa" come
> alternativa alla UE presente.
> Questa UE considera - lo dicono i documenti ufficiali NATO -
> l'energia un "interesse vitale strategico" e per garantire
> quantità e qualità dei flussi di approvvigionamento energetico è
> predisposta perfino a fare la guerra nell'ambito del "blocco
> occidentale" a leadership americana. La crisi ucraina sta
> dettando i termini di una svolta: la dipendenza da petrolio e
> gas russo (ed anche nordafricano) deve essere sostituita, dalla
> fornitura di shale gas americano, per la quale va messa a punto
> l'infrastruttura adeguata. Il nucleare, in questo contesto, non
> va ridimensionato, ma conservato e addirittura foraggiato con
> specifici incentivi e lo attesta l’impegno che Francia,
> Inghilterra e Polonia rilanciano attraverso i loro accordi in
> ambito industriale e militare. Altro che il 100% di rinnovabili
> auspicato dall’europeissimo Hermann Sheer!
> L'altra Europa, nella transizione ad un nuovo modello
> energetico, non può rinunciare a lavorare tutti insieme,
> europei, americani, russi, cinesi, arabi e quanti altri, "comune
> umanità", alla conversione energetica che ci eviterà la
> catastrofe climatica: l'ultimo rapporto dell'IPCC ci fa intuire
> che, se salta il tetto dei 2° C di aumento della temperatura, i
> costi della “riparazione” supereranno quelli di qualsiasi
> programma di prevenzione e adattamento. In altri termini,
> l’abbandono dei fossili, il decentramento energetico e la
> riduzione dei consumi costituiscono il nerbo di una politica
> economica che affronti la crisi con la rivalorizzazione del
> lavoro, senza ripararsi dietro l’imbroglio del fiscal compact
> avallato dai governi delle larghe intese. Il nuovo modello
> rinnovabile, distribuito sul territorio e nel quale si fa un uso
> efficiente ed intelligente dell'energia è la base della
> "rivoluzione" anche culturale che può impegnare in autonomia le
> menti e le braccia delle nuove generazioni.
> Nello spirito dei referendum che hanno vinto in Italia nel
> 2011, ed il cui significato ha da essere esteso a livello
> europeo, abbiamo bisogno di una infrastruttura pubblica e di una
> politica su scala continentale, di eccellenti aziende nazionali
> e di municipalizzate pubbliche, orientate alla partecipazione e
> sciolte dai vincoli di borsa e dalle strategie imposte dalle
> corporation della vecchia economia.
> Questa UE vuole invece un mercato unico, dominato da pochissimi
> grandi player privati. L'altra Europa farà il contrario: darà
> ascolto all'opinione pubblica che, per quanto manipolata, resta
> tuttavia favorevole ad una gestione dell'energia come "bene
> comune", risorsa prevalentemente territoriale, governata
> democraticamente, estranea al sistema militare di offesa,
> rispondente ad obiettivi climatici non più procrastinabili. Si
> può, si deve.
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